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Archivio per la categoria ‘enti locali’

Oneri per edilizia di culto: lettera ai 56 comuni della provincia

23 Aprile 2016

A seguito del parere della Regione sugli oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto, il Circolo Uaar di Bologna ha scritto ai 56 comuni della provincia per informarli del pronunciamento e chiedere formalmente l’interruzione delle erogazioni a favore di “chiese ed altri edifici per servizi religiosi”. La battaglia laica dell’Uaar è stata ripresa sulla stampa prima con l’articolo Dal Comune alla Chiesa sei milioni non dovuti (Carlino Bologna, 9.3.2016) e successivamente con l’articolo Oneri di urbanizzazione, Uaar attacca «Fondi assegnati senza bando» (Corriere Imola, 14.4.2016).

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Stop della Regione ai finanziamenti comunali all’edilizia di culto

9 Marzo 2016
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Proprio mentre tanti comuni si accingono a discutere il proprio bilancio facendo i conti con risorse sempre più scarse, arriva una boccata d’ossigeno laico dalla Regione Emilia Romagna, la quale ritiene non più applicabili le disposizioni che stabiliscono che il 7% degli oneri di urbanizzazione secondaria siano destinati alle chiese ed altri edifici per attività religiose. L’Uaar plaude questa decisione, ricordando che sosteneva da anni che i comuni dell’Emilia Romagna potevano e dovevano decidere autonomamente e a salvaguardia del patrimonio pubblico, e che riteneva inesatte le laconiche risposte di tanti comuni su presunti obblighi di legge che avrebbero imposto il versamento alle chiese di questa antiquata tassa di religione.

Tra queste risposte sbrigative (e dimostratesi ora infondate dal punto di vista normativo) c’è stata anche quella dell’assesore Patrizia Gabellini del Comune di Bologna, data a fronte di una petizione con oltre 1.500 sottoscrizioni e depositata dal nostro circolo nel 2012. Oggi scopriamo che per anni il Comune di Bologna ha versato una media di oltre mezzo milione di euro alla Curia (il più grande immobiliarista sul mercato) e ad altre confessioni minori sulla base di presupposti normativi errati. Dall’inchiesta del nostro circolo emerge che il solo comune di Bologna per oneri di urbanizzazione relativi agli anni 2000-2011 ha girato alle confessioni religiose oltre 6 milioni e 300mila euro.

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Municipio di Bologna per tre giorni sotto benedizione

5 Marzo 2016

Don Isidoro scrive alla dirigenza del Comune di Bologna. Vuole passare a benedire e detta il calendario delle tre giornate in cui, dalle 10 alle 12, ha intenzione di entrare in ciascuna delle tre torri di piazza Liber Paradisus per compiere il rito religioso ufficio per ufficio.

La dirigenza, al posto di far notare al parroco che si tratta di uffici pubblici, che è orario di lavoro e che sarebbe al più il caso di contattare il CDCB per organizzare un’attività extralavorativa, rende ufficiale il calendario delle benedizioni stabilito dal sacerdote e tre giorni fa comunica ai capi area di attivarsi: la direttiva è quella di coinvolgere i propri collaboratori “affinchè accompagnino il Parroco ognuno per il piano di rispettiva competenza” (la maiuscola per il nome comune parroco fa parte della direttiva). A loro volta i capi area comunicano prontamente agli impiegati che nelle giornate del 14, 15 e 16 marzo, ore 10-12, ci sarà da organizzarsi per accogliere il sacerdote.

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A Imola il doposcuola è religioso

7 Febbraio 2016
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Corriere Imola 4.2.2016 - Doposcuola religioso
Non bastano le due ore di religione cattolica pagate dallo Stato, non basta il diffuso boicottaggio delle relative alternative, non bastano benedizioni, visite pastorali, messe in orario di lezione. Capita anche che il servizio sociale del pre e post scuola, spesso essenziale per moltri genitori, venga affidato dal comune a organizzazioni religiose.

L’Uaar Imola ha svolto una inchiesta sul monopolio religioso sul doposcuola, scrivendo all’assessore alla scuola Giuseppina Brienza la seguente lettera-denuncia.

Gentile Assessore Giuseppina Brienza,

come forse saprà in occasione del periodo di iscrizioni scolastiche tentiamo di sensibilizzare l’opinione pubblica evidenziando quelli che sono i diritti dei genitori e degli alunni che non vogliono avvalersi dell’Ora alternativa e sottolineando i doveri degli Istituti ad organizzare come previsto dalle normative reali attività alternative.

Sono diffuse infatti tra le scuole Italiane pratiche improprie ed irregolari volte ad un boicottaggio “di fatto” dell’ora alternativa, attraverso la diffusione di parziali informazioni ai genitori o attraverso una non programmazione delle stesse… per spingere i genitori ad optare quasi forzatamente per l’ora di religione cattolica.

La mia attenzione a riguardo è maggiore proprio nella città di Imola, questo perchè oltre alle numerose testimonianze passate a conferma di alcune mancanze in merito, il rapporto tra amministrazione pubblica e l’ambito cristiano/clericale e la sudditanza nei confronti delle religioni in generale va a mio avviso molto oltre il ragionevole.

Dopo averle segnalato nel passato l’illegittimo finanziamento alle scuole private paritarie, i deplorevoli contributi pubblici erogati dal suo Comune a favore di opere e manifestazioni clericali, alle continue interferenze nell’istruzione, oggi, colgo l’occasione per evidenziarle e segnalarle, un’altra pratica pro religione.

A pagina 5 del “bando primaria”, come può notare, vengono indicati a fianco dei 4 Istituti comprensivi (IC2,IC3,IC6,IC7), altrettante onlus o associazioni — solo religiose — ove poter affidare, prima e dopo le lezioni, i propri figli, per ricevere un “servizio” che per certi genitori rimane essenziale ed al quale per necessità sono costretti.

A fianco degli altri istituti comprensivi non viene indicato il soggetto erogante ma è possibile”a richiesta”.
Dal sito del comune pare che vi siano 11 associazioni indicate tra le eroganti dei “servizi doposcuola” ed attive anche d’estate per i c.d. “campi solari”. 9 di queste realtà sono religiose, una, la Onlus Alecrim annovera tra i principali “sostenitori” la diocesi di Imola, l’Istituto s Caterina…, le rimanenti due associazioni paiono essere presumibilmente laiche, ma non mi è chiaro se eroghino questo tipo di servizi.

Vista la sproporzione tra soggetti religiosi e laici eroganti il servizio doposcuola e di contro, la dichiarata laicità del suo ufficio, le chiedo come sia possibile che il comune di Imola non si sia sforzato di trovare soggetti non attinenti la sfera religiosa, in grado di erogare, come già avviene in diversi comuni culturalmente evoluti, questo tipo di servizio. Mi chiedo altresì quale percorso interno di analisi e confronto sia stato svolto dagli istituti comprensivi, o in alternativa quale bando, per arrivare a consigliare tale tipo di assistenza extrascolastica.

Soprattutto in un paese come il nostro che fatica anche solo a discutere di diritti civili proprio a causa delle interferenze religiose nell’istruzione pubblica — ora di religione cattolica, “sistema integrato”, visite pastorali, simboli religiosi — in un paese ove la guida spirituale dei cattolici detto papa, demanda ad un terzo soggetto(Dio) le decisioni da prendere in materia di “diritti civili”,  penso sia ancor di più un dovere mantenere l’istruzione laica, dando ai genitori una reale e non apparente libertà di scelta.

Mi chiedo se questo diffuso atteggiamento pubblico “conforme” alla religione,  non sia di per sè nei fatti discriminatorio soprattutto nei confronti di chi ritiene che lo Stato (qui il comune) debba essere laico (che non vuol dire cristiano).

Auspico che in risposta ad una seria segnalazione non si ritorni a generiche affermazioni come  “il sistema integrato è fondamentale” o “il comune e lo Stato.. non hanno fondi a disposizione per creare qualcosa ad hoc”… perchè se un comune utilizza male le proprie risorse o le spende per ristrutturare attività prioritarie come il centro sociale di “Frittole” è davvero difficile, a riprova di quanto sopra esposto, negare esserci una volontà nell’affidare al “volontariato” religioso tali servizi.

“Dateceli da piccoli e saranno nostri per sempre”, sostenevano i gesuiti.
Passano i secoli, ma la mentalità pare sia ancora quella.

Cordialmente
Roberto Vuilleumier
Delegato Uaar Imola e Castel s Pietro

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Ici,Imu e scuole private paritarie: le risposte dai sindaci

8 Dicembre 2015

Si avvicina la scadenza per il pagamento di Imu e Tasi, prevista per il prossimo 16 dicembre. Un dovere che grava su chi, persona fisica o giuridica. possiede o detiene fabbricati nei comuni italiani. Dovere che le scuole private paritarie, in maggioranza di orientamento religioso, ritenevano di potere scansare. Nel luglio scorso sono invece intervenute due sentenze della Corte di Cassazione, che hanno dato torto a istituti religiosi livornesi che, ritenendo di esserne esonerati, dal 2004 non avevano mai versato l’Ici.

Quattro mesi fa il circolo Uaar di Bologna, nell’ambito di una campagna nazionale Uaar, scrisse ai sindaci dei comuni della città metropolitana bolognese. chiedendo di verificare la posizione tributaria degli istituti scolastici privati paritari presenti nel loro territorio, al fine di escludere casi di omessa dichiara­zione e omesso pagamento dell’Ici, per gli anni dal 2004 al 2011 e dell’Imu/Tasi, dove prevista, per gli anni successivi.

Esaminiamo le tre risposte pervenute, su un totale di 35 comuni interpellati. Prosegui la lettura…

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L’Uaar ai sindaci: riscuotete Ici e Imu dalle scuole private, con gli arretrati

9 Agosto 2015
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Con le sentenze n.14225 e n.14226 depositate l’8 luglio 2015, la Corte di Cassazione ha dato torto a due scuole private religiose e ragione al comune di Livorno, che ora incasserà l’Ici non versata dall’anno 2004 per gli edifici di proprietà della Congregazione delle Suore Mantellate Serve di Maria e dell’Istituto S. Spirito delle Salesiane di Don Bosco. Per la suprema corte, incassare la retta scolastica qualifica il carattere commerciale dell’attività svolta in tali immobili, mentre l’esenzione spetterebbe solo nel caso di destinazione esclusiva ad attività di religione e di culto.

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Appello Uaar ai sindaci: chiedete l’8 per mille statale per scuole e calamità naturali

23 Giugno 2015
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Dopo aver spinto i primi comuni a chiedere finanziamenti al Governo nel 2014, il circolo Uaar di Bologna scrive anche quest’anno ai sindaci affinché presentino domanda per l’8 per mille statale, indicando come progetto da finanziare la messa in sicurezza di una scuola oppure un intervento a tutela della pubblica incolumità a fronte di calamità naturali.
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Imola, JeSuisCharlie in Consiglio comunale: imam, vescovo e politici attaccano la libertà di espressione

16 Gennaio 2015
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Surreale a Imola: nel consiglio comunale straordinario di mercoledì scorso, indetto per commemorare la strage di matrice islamista ai danni di Charlie Hebdo, tengono banco le tesi di imam, vescovo e numerosi consiglieri secondo i quali la libertà di espressione di fronte alle religioni dovrebbe limitarsi. Solo la presidente del consiglio comunale Paola Lanzon ha sostenuto con chiarezza le parole laiche pronunciate dal console onorario Berti Arnoaldi Veli e dalla presidente dei cittadini francesi Marie Alix Duriet.

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Elezioni regionali 2014: risposte dei candidati alle quattro domande laiche

7 Novembre 2014
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Elezioni regionali 2014: quattro domande laiche ai candidati

4 Novembre 2014
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elezioni_regionali 2014, 4 domande laicheDomenica 23 novembre 2014 saranno eletti il nuovo presidente e la nuova assemblea legislativa della regione Emilia Romagna.
L’Uaar invita candidati e candidate a rispondere alle seguenti quattro domande laiche, tutte su temi concreti e di competenza regionale.
Le risposte, da inviare a bologna@uaar.it, saranno pubblicate nei nostri canali informativi affiché gli elettori possano scegliere in maniera più consapevole.

1) Testamento Biologico: le Dichiarazioni Anticipate di Trattamento nel Fascicolo sanitario elettronico
La nuova tessera sanitaria-carta regionale dei servizi permette ai cittadini della nostra regione di accedere al fascicolo sanitario elettronico.
Come recentemente deliberato dalla regione Toscana, sosterrà l’inserimento nel fascicolo sanitario elettronico delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento?

2) Assistenza religiosa non più a carico delle AUSL
Grazie alle inchieste dell’Uaar, nello scorso mese di gennaio nella nostra regione è venuto a galla lo scandalo degli stipendi dei “preti in corsia” a carico delle AUSL: ogni anno le convenzioni stipulate dalle AUSL con le Curie pesano per oltre 2,2 milioni di euro sulle casse del Servizio Sanitario Regionale. Milioni di euro che sarebbero molto utili a un sistema sanitario sempre più in difficoltà.
Si adopererà affinché l’assistenza religiosa non sia più a carico delle AUSL?

3) Tutelare la salute e l’autodeterminazione delle donne
L’obiezione di coscienza in materia di interruzione volontaria di gravidanza doveva essere una temporanea tutela per chi aveva intrapreso la carriera di medico ginecologo prima della legalizzazione dell’aborto. A 36 anni di distanza l’obiezione selvaggia lede la salute e l’autodeterminazione delle donne.
Si impegnerà per garantire interventi informativi sulla contraccezione nelle scuole, accesso senza ostacoli alla contraccezione post-coitale (pillola del giorno dopo) e all’aborto farmacologico (RU-486), e per avere almeno il 50% di ginecologi non obiettori nei nostri ospedali?

4) Fine dei finanziamenti pubblici dell’edilizia di culto
La Regione Emilia Romagna, con Delibera di Consiglio 849/1998, fissò al 7% la quota indicativa di oneri di urbanizzazione secondaria da destinare all’edilizia di culto.
Le amministrazioni comunali, per disinformazione o per clericalismo, ritengono erroneamente che sia un balzello dovuto per legge, quando invece la stessa delibera regionale prevede che i comuni possano variare le percentuali indicate.
Si impegna modificare la normativa regionale eliminando l’edilizia di culto dalle destinazioni degli oneri di urbanizzazione secondaria?

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