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Domande laiche ai candidati alle regionali

12 Marzo 2010

A tutti i candidati alle prossime elezioni regionali i circoli UAAR dell’Emilia Romagna sottopongono le seguenti tre domande.
Analogamente a quanto fatto per le elezioni comunali del 2009 pubblicheremo sul nostro sito tutte le risposte che riceveremo.
Le stesse domande saranno poste all’incontro VOTA GARANTITO, VOTA LAICO in programma lunedi 15 marzo alle 21.00 presso la Sala Consiliare del Quartiere Porto, via dello Scalo 21 –
http://retelaicabologna.wordpress.com/2010/02/17/emilia-romagna-elezioni-2010-vota-garantito-vota-laico/ – organizzato da Rete Laica Bologna [evento su facebook http://www.facebook.com/event.php?eid=351615966037]

1) Finanziamenti pubblici dell’edilizia di culto
Nel 1977 la legge “Bucalossi” [1] stabisce che una fetta degli oneri di urbanizzazione secondaria sia destinata all’edilizia di culto [2].
Alle regioni spetta il compito di dare indicazioni ai comuni, che a loro volta possono deliberare diversamente. La Regione Emilia Romagna, con Delibera di Consiglio 849/1998, fissa nel 7% la fetta di oneri di urbanizzazione secondaria da destinare all’edilizia di culto.
Stessa percentuale che e’ destinata alla voce “i centri civici e sociali, le attrezzature culturali e sanitarie”, mentre il 10% tocca alla voce “gli asili nido e le scuole materne”.  Il risultato è che la Chiesa Cattolica Romana, che secondo una recente indagine di Repubblica possiede a Bologna una “città nella città”, è finanziata con fondi pubblici, mentre scuole, asili, attrezzature culturali e sanitarie, parcheggi, spazi pubblici a parco e per lo sport (le altre voci finanziate con gli oneri di urbanizzazione secondaria) necessitano di importanti investimenti.
Vorrà interrompere il finanziamento pubblico al più grande immobiliarista in circolazione determinato dagli oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto?

2) Tutelare la salute e l’autodeterminazione delle donne
L’obiezione di coscienza in materia di interruzione volontaria di gravidanza doveva essere un diritto temporaneo a tutela di chi aveva intrapreso la carriera di medico ginecologo prima della legalizzazione dell’aborto. A più di 30 anni di distanza essa permane ancora, trasformata da diritto per i medici a strumento che lede la salute delle donne.
Ci sono comuni e ASL che, per “migliorare” il percorso dell’IVG, stilano protocolli [3] che prevedono che associazioni del “privato sociale” (in pratica cattoliche) abbiano ruolo sostitutivo di quello della struttura pubblica, con collaborazioni da parte di assistenti sociali e strutture ospedaliere con questo “privato sociale”.
Non abbiamo invece notizie di campagne informative efficaci sulla contraccezione nelle scuole e sulla contraccezione di emergenza (“pillola del giorno dopo”); non abbiamo nemmeno notizie sull’impegno della Regione Emilia Romagna per garantire la possibilità di ricorrere all’IVG per via non chirurgica.
Terrà lontano da consultori e ospedali quanto viene spacciato per “sussidiarietà”? Sosterrà campagne informative sulla contraccezione nelle scuole? Renderà rispettoso della donna il ricorso all’IVG, adoperandosi per il rapido accesso alla contraccezione post-coitale (pillola del giorno dopo) e prevedendo la possibilità di ricorrere  volontariamente alla RU-486, allontanando il tintinnio dei ferri (del chirurgo, ma anche, nel terzo millennio, di quelli dal calza)?

3) Privilegi clericali nelle politiche delle nuove generazioni
La legge regionale 28 luglio 2008, n.14 [4], prevede all’art. 14 c.3 di riconoscere e incentivare “la funzione educativa e sociale svolta, mediante le attività di oratorio o similari, dalle parrocchie e dagli enti ecclesiastici della Chiesa cattolica, nonché dalle altre confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato un’intesa ai sensi dell’articolo 8, terzo comma, della Costituzione”.
Specifici riconoscimenti e incentivi per qualcuno (Chiesa Cattolica, guarda caso) sono ovviamente discriminatori per altri soggetti pubblici e privati che volessero partecipare all’oggetto dell’art. 14 della citata legge, ossia all'”offerta territoriale per il tempo libero e opportunità educative”.
Rimuoverà ogni privilegio riservato a oratori e parrocchie nel campo dei servizi educativi? Farà in modo che siano privilegiate invece le associazioni democratiche e che siano escluse da riconoscimenti e incentivi organizzazioni che ritengono “disordinati” gli orientamenti non eterosessuali? Farà in modo che siano tassativamente escluse da riconoscimenti e incentivi organizzazioni che hanno dimostrato di essere collegate a occultamenti di casi di pedofilia?

NOTE

  1. Legge n. 10/1977, Norme per la edificabilità dei suoli. La materia è oggi regolata dal decreto legislativo 6 giugno 2001, n. 380, contenente il testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia.
  2. Ai sensi e per gli effetti dell’art. 3, 2 comma lett. b) del decreto del Ministro dei Lavori Pubblici 2 aprile 1968, sono attrezzature di interesse comune di tipo religioso: a) gli immobili destinati al culto anche se articolati in più edifici; b) gli immobili destinati all’abitazione dei Ministri di Culto; c) gli immobili adibiti, nell’esercizio del ministero pastorale, ad attività educative, culturali, sociali e ricreative, che non abbiano fini di lucro.
  3. “PROTOCOLLO OPERATIVO PER IL MIGLIORAMENTO DEL PERCORSO IVG” a cura di: AUSL di Forlì, Comune di Forlì, Assessorato alle Politiche Sociali, Consulta delle Famiglie del Comune di Forlì – http://uaarbologna.altervista.org/doc/protocollo_IVG_Forli.doc
  4. NORME IN MATERIA DI POLITICHE PER LE GIOVANI GENERAZIONI” – http://demetra.regione.emilia-romagna.it/al/monitor.php?vi=nor&dl=leggiV/2008/lr-er-2008-14&dl_t=text/xml&dl_a=y&dl_id=leggiV&pr=idx,0;artic,1;articparziale,0

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  1. | #1

    1. Sono senz’altro d’accordo sulla proposta di abrogazione della quota degli oneri di urbanizzazione previsti dalla legge Bucalossi per gli edifici di culto. Proprio per cercare di eliminare quella che, a mio parere, è una ingiusta gabella che ogni anno i comuni devono pagare alle chiese, soprattutto quella cattolica, togliendo risorse ai loro magri bilanci, ho presentato nel dicembre 2007 un emendamento alla finanziaria nella mia qualità di parlamentare allora in carica volta a sopprimere queste contribuzioni dei comuni per gli edifici di culto. La proposta fu respinta ma almeno la commissione bilancio ne discusse per ben tre ore. Come consigliere regionale, se sarò eletto, mi impegnerò per sopprimere questa contribuzione e presenterò una proposta di legge sulla trasparenza dei contributi della regione ad enti ed organizzazione pubbliche e private: tutti coloro che riceveranno finanziamenti pubblici dovranno depositare il bilancio della loro organizzazione e la rendicontazione dell’uso dei fondi stessi.

    2. Anche per quanto riguarda queste proposte mi dichiaro completamente e interamente d’accordo perché stiamo assistendo al tentativo delle organizzazioni cattoliche integraliste e del Vaticano di svuotare dall’interno la legge 194 fino a renderla praticamente inapplicabile. Il tentativo che è stato fatto, a volte persino con il consenso di alcuni settori del centro sinistra, di consentire alle organizzazioni antiabortiste di infiltrarsi nei consultori per colpevolizzare le donne che intendono ricorrere agli IVG è in linea con la follia antiabortista che abbiamo visto in azione negli USA, a volte con conseguenze anche tragiche. Sono altresì assolutamente d’accordo con la battaglia per la contraccezione e per la prevenzione che per altro mi ha visto protagonista negli ultimi trent’anni soprattutto per quanto riguarda la lotta alla diffusione delle MTS (malattie a trasmissione sessuale). Proprio in questi giorni sono impegnato nella candidatura nelle liste dell’Idv non solo a Bologna ma anche a Milano, dove la vera e propria dittatura di Comunione e Liberazione nella sanità lombarda ha portato, in molte zone della Lombardia, ad una situazione di grande difficoltà per l’applicazione della IGV. In questi giorni abbiamo denunciato una delibera della ASL di Milano del 1999 che vieta agli operatori della ASL stessa di fare informazione sessuale nelle scuole. Ancora una volta si dimostra quindi che le infiltrazioni dei gruppi e delle sette religiose nella sanità pubblica rappresenta un fatto di vera e propria emergenza nazionale.
    3. Quasi ogni giorno, ormai, leggiamo sui giornali nuove puntate sull’interminabile e inarrestabile gigantesco scandalo della pedofilia e delle violenze sessuali sui minori all’interno della chiesa romano-cattolica che, addirittura, ha sfiorato i massimi vertici vaticani. Da tempo sostengo che il celibato dei preti sia la principale causa del comportamento violento e gravemente offensivo verso i minori di un gran numero di religiosi. Ciò dimostra che è sbagliato, non solo per evidenti motivi costituzionali, finanziare a fondo perduto le istituzioni “educative” romano-cattoliche discriminando per altro gruppi laici che, viceversa, non hanno accesso a queste risorse e che magari difendono i diritti delle minoranza comprese i diritti delle persone oomosessuali. Personalmente mi impegnerò in modo serio e deciso perché non ci sia nessun privilegio verso le istituzioni confessionali nell’accesso delle risorse pubbliche e nel contempo che tutti siano messi sullo stesso piano per l’organizzazione delle attività giovanili e ricreative. In ogni caso credo sia indispensabile condurre un’azione legislativa volta all’assoluta trasparenza dei finanziamenti anche in questo settore: la Regione dovrà istituire un albo di tutte le organizzazioni a cui ha dato finanziamenti pubblicando i loro bilanci su internet e con i rendiconti del denaro speso.

  2. Laura Piretti
    | #2

    Ringrazio le/gli estensori delle domande perchè sono occasione di riflettere, “ad alta voce” su quanti e quanto consistenti siano i modi nei quali si manifestano i privilegi della chiesa cattolica in Italia. Anche per me, nonostante il tema della laicità mi sia molto caro, le vostre domande, soprattutto sui temi che meno padroneggio, hanno costituito una sorta di “pulce nell’orecchio”, utilissima per meglio documentarsi e approfondire.
    Risposta alla prima domanda. Sapevo che parte degli oneri di urbanizzazione secondaria erano destinati a servizi, ma non sapevo che vi fossero inclusi anche i luoghi di culto! A maggior ragione mi stupisce l’alta percentuale (7%) destinata ad essi decisi dalla regione, soprattutto a fronte del 10% ad asili e srvizi all’infanzia. Una risposta “radicale” sarebbe certo: cambiare la legge. Una risposta su che cosa potrei impegnarmi, nel caso fossi eletta, è certamente quella di abbassare al minimo la quota decisa dalla regione, e localmente, Comune, per Comune, anche sospenderla là dove e quando (cioè sempre ed ovunque) i servizi all’infanzia (soprattutto nidi) non sono sufficienti alle necessità delle cittadine e dei cittadini. A parere mio il finanziamento ai luoghi di culto (tutti) deve essere solo in casi eccezionali del tipo edifici che crollano o gravi carenze logistiche ben documentate.
    Risposta alla domanda n. 2. Da anni, nelle associazioni femminili in cui sono attiva, sto facendo di tutto per tenere lontani i dissuasori militanti dal percorso IVG e RU486, pillola del giorno dopo (chiediamo che sia senza obbligo di ricetta medica!), autodeterminazione della donna, lotta all’obiezione di coscienza militante (abbiamo già incominciato a chiamarla “sospensione facoltativa di attività lavorativa) mi trovano impegnata in prima persona. Purtroppo quella del volontariato dissuadente (quello pro life per intenderci) convenzionato con i consultori e le cliniche è una falla nella laicità attorno alla legge 194 che va avanti da molto tempo. Nella nostra Regione, anche grazie alla lotta delle donne (ultima quella attorno alle ultime linee guida sulla 194) questo volontariato confessionale ed anti 194 di principio, non è nel percorso diretto dell’IVG, ma è indirettamente coinvolto (in un secondo momento, insomma) su decisione della donna. Anche il protocollo di Forlì, almeno nella sua prima parte, non deroga da questo principio, salvo però, nella seconda parte, quando si parla delle strutture ospedaliere, prevedere una parità di invio della donna che chiede l’IVG o al Consultorio o al volontariato. E questo è grave!! Tuttavia l’aspetto più indigeribile del Protocollo di Forlì è quello di avere posto come figura di accoglienza (il primo colloquio) di una donna che chiede l’IVG, la figura di un’ assistente sociale, mentre la legge prevede espressamente una figura medica (ostetrica o ginecologo). Ciò pone di fatto ogni donna, anche prima o indipendentemente da eventuali richieste di aiuto a superare difficoltà, per il solo fatto di chiedere un’interruzione, nella categoria di “caso difficile”, in contrasto con la legge e con la dignità e autodeterminazione della donna. Su questo si stanno aprendo altre falle, anche le ultime linee guida regionali si spostavano pesantemente in questa direzione, e solo l’arrabbiatura delle donne ha contenuto, nel testo, tale spostamento che di fatto va avanti.
    Risposta alla domanda n.3 D’accordissimo nel vincolare ogni finanziamento pubblico alla trasperenza e alla possibilità di controlli, anche sui temi quali l’omofobia e la pedofilia. Chi non può o non vuole accettare questi controlli deve essere escluso. Ritengo che luoghi di culto o annessi e connessi, per la loro stessa natura non siano e non possano essere (a causa delle loro regole e pratiche) trasparenti.

  3. CIANCIULLO LUCIO
    | #3

    RISPOSTA ALLA DOMANDA 1:

    SI.
    + CULTURA,+ SCUOLA E ASILI.
    + VERDE,
    + SERVIZI AI CITTADINI.

    RISPOSTE ALLE DOMANDE PUNTO 2:

    NO, NON E’ ALLONTANANDO CHE SI RISOLVONO LE COSE. LE PERSONE NON HANNO (FORTUNATAMENTE) UN’UNICO PENSIERO.

    SI, A + CAMPAGNE INFORMATIVE E ALL’IMPEGNO DELLA REGIONE PER GARANTIRE DI RICORRERE ALL’IGV PER VIA NON CHIRURGICA.

    SI, ALLA PILLOLA DEL GIORNO DOPO.

    RISPOSTE ALLE DOMANDE PUNTO 3:

    LA PRIMA PARTE DELLA DOMANDA E’ POSTA MALE.

    NON E’ SPOSTANDO I PRIVILEGI CHE SI RISOLVONO LE COSE, MA GARANTENDO LE STESSE OPPORTUNITA’.

    SULLA SECONDA PARTE DELLA DOMANDA,NON FARO’ IN MODO CHE LE ORGANIZZAZIONI CHE OCCULTANO CASI DI PEDOFILIA, VENGANO ESCLUSE DAI FINANZIAMENTI.

    FARO’ IN MODO CHE QUESTE, VENGANO CHIUSE.

    LUCIO CIANCIULLO.

  4. Veronica Vicinelli, candidata IDV
    | #4

    Sono particolarmente lieta di rispondere alle vostre domande, in un momento in cui la Chiesa serra i ranghi per influenzare il voto. Leggo stamattina su Repubblica l’uscita di Bagnasco sul “delitto incommensurabile che è l’aborto” (il termine lascia intendere che altri delitti, magari interni alla Chiesa, sono invece “commensurabili”), sui valori “non negoziabili” in base al quale i cattolici devono votare nelle prossime regionali. E’ necessario fare di tutto per bloccare queste ingerenze che deformano orrendamente la democrazia e il dibattito politico italiano.
    1) Ero già a conoscenza del fatto che il 7% degli oneri di urbanizzazione andasse alla Chiesa Cattolica. Ci sono due problemi sostanziali che riguardano questa tassa che tutta la collettività è costretta a pagare per una sola parte della collettività, piccola o grande che sia, che ne usufruisce. Il primo problema è che gli oneri di urbanizzazione sono da tempo le principali entrate dei Comuni, specialmente in periferia: ciò troppo spesso origina una devastazione del territorio che ha caratteristiche irreversibili. Dover per giunta cedere una percentuale così alta alla Chiesa Cattolica è un controsenso non sostenibile per l’ambiente, che è di tutti.
    Il secondo problema è che molti comuni si trovano ad avere un aumento di popolazione repentino, conseguente a questa forte espansione delle abitazioni, senza poter offrire alle famiglie sufficienti spazi per le istituzioni educative (nidi e materne), con un grave disagio in particolare per le donne che intendono tornare a lavorare dopo la maternità. Assegnare il 10% delle entrate alle scuole dell’infanzia e il 7% agli edifici di culto è una politica che, DI FATTO, non agevola certamente la famiglia.
    Quindi, in questo particolare momento storico di crisi economica, ritengo che finanziare con il 7% degli oneri di urbanizzazione gli edifici di culto sia oltremodo eccessivo.
    2) Tutelare la salute e l’autodeterminazione della donna significa renderla padrona delle decisioni sul suo corpo, significa darle la possibilità di Interrompere Volontariamente la Gravidanza, nel modo meno cruento possibile (contraccezione post-coitale, RU-486). Significa anche darle supporto psicologico in un momento così delicato della vita e offrirle la possibilità economica di affrontare una nuova genitorialità, nel caso in cui lo desideri ma non se lo possa permettere. Questo secondo percorso, tuttavia, deve essere sostenuto dalle strutture pubbliche. Mi impegno mantenere il volontariato dissuadente esterno alle convenzioni con i consultori. La collaborazione con associazioni religiose di qualsiasi tipo deve essere esclusa, in quanto possono influenzare con metodi di coercizione ideologica, proprio quella autodeterminazione che, invece, deve essere tutelata.
    La prevenzione (campagne informative sulla contraccezione nelle scuole) è sempre auspicabile.
    3) Non ero a conoscenza della legge regionale che riconosce e incentiva la funzione educativa e sociale svolta, mediante le attività di oratorio o similari, dalle parrocchie e dagli enti ecclesiastici della Chiesa cattolica, nonché dalle altre confessioni religiose. Le funzioni educative riguardano l’apprendimento (come rapportarsi verso la realtà, sé stessi, gli altri). Penso che, in questa delicata fase della vita, le strutture educative finanziate pubblicamente debbano essere laiche, cioè non debbano fare riferimento ad un particolare pensiero religioso. Ogni privilegio economico riservato a oratori e parrocchie nel campo dei servizi educativi va rimosso, anche se debbo far notare, con amarezza, che, troppo spesso, sono rimasti gli unici luoghi di aggregazione per bambini e ragazzi. Auspico un continuo e pacato dibattito su questi argomenti, in modo che si possa togliere il velo ideologico (e strumentale) che non permette una visione chiara da parte della collettività.
    Devo confessare che la domanda “Farà in modo che siano tassativamente escluse da riconoscimenti e incentivi organizzazioni che hanno dimostrato di essere collegate a occultamenti di casi di pedofilia?” mi pareva all’inizio un po’ strumentale, in quanto ovvia. Tuttavia, riflettendoci bene, gli ultimi accadimenti che riguardano la pedofilia in Germania mostrano che non c’è nulla di ovvio. Episodi di pedofilia sono stati tenuti nascosti con la complicità di altissimi prelati. Si tende tutt’ora, da parte della Chiesa, a non osservare il problema per quello che è (insostenibilità del celibato da parte dei religiosi che genera un comportamento violento e lesivo nei confronti dei minori), ma a sviare verso giustificazioni che lasciano esterrefatti, come l’affermazione che il problema non esiste solo nella Chiesa. Per cui la questione necessita di un’attenzione particolare da parte della collettività.
    Veronica Vicinelli
    Candidata IDV

  5. | #5

    1) Finanziamenti pubblici dell’edilizia di culto
    Per quanto io capisca che le esigenze di culto sono una necessità umana, non possono essere gli enti locali a farsene carico, sopratutto se lo fanno a discapito dei servizi essenziali dei cittadini. Nelle realtà dove lo Stato non va a braccetto con le istituzioni religiose le confessioni richiedono una tassa di iscrizione per finanziare la propria attività. Penso sia necessaria una netta separazione tra tasse e contributi religiosi volontari. Nello specifico sono fermamente convinto che la quota destinata all’edilizia di culto debba essere abrogata. Discorso a parte meritano i beni di interesse storico il cui mantenimento o eventuale restauro può essere finanziato, ma previa valutazione dei settori competenti e con stanziamenti mirati e non distribuiti a pioggia agli enti religiosi.

    2) Tutelare la salute e l’autodeterminazione delle donne
    Mi trovate pienamente d’accordo su tutta la linea. Non si può tollerare la presenza di personale non medico o non adeguatamente formato che svolge sostanzialmente propaganda all’interno degli ospedali e dei consultori. Sebbene sia auspicabile dal punto di vista economico l’intervento di associazioni di volontariato per supplire qualora il pubblico non potesse coprire interamente la domanda(e si badi, solo in quel caso) questo non può in nessun caso avvenire senza che si siano svolti controlli sulla professionalità degli operatori e senza che venga tutelato il diritto delle donne a ricevere un’assistenza che guardi esclusivamente ai loro interessi e non a quelli della Chiesa Cattolica.

    Penso che l’informazione sui metodi contraccettivi sia un dovere fondamentale delle istituzioni, ed i distributori di preservativi dovrebbero essere presenti in ogni scuola superiore. Mi adopererò personalmente affinchè la Regione finanzi progetti e campagne informative in merito alla contraccezione. Va inoltre garantita la possibilità di accedere alla pillola del giorno dopo garantendo nei consultori di turno e nei pronto soccorsi la presenza di medici che non siano obiettori di coscienza. La scelta individuale del medico, per quanto rispettabile non può nuocere a chi si trova in situazioni di emergenza. Non si può tollerare la spola che le donne si ritrovano costrette a fare per trovare la pillola.

    La RU486 è uno strumento importante per garantire la salute delle donne che scelgono di abortire e sono assolutamente favorevole a che sia introdotta ed utilizzata tutte le volte in cui non è richiesto l’intervento per motivi medici.

    3) Privilegi clericali nelle politiche delle nuove generazioni
    Si, mi impegnerò a che la formulazione della legge non sia discriminatoria (eliminando la dicitura Chiesa Cattolica) e che sia riconosciuta a tutte le associazioni pubbliche o private la funzione educativa eventualmente svolta. Le organizzazioni che ritengono disordinati gli orientamenti non eterosessuali devono essere escluse dai finanziamenti pubblii, poichè violano la dichiarazione ONU dei diritti delle persone LGBT. La pedofilia è un crimine orrendo e sono convinto che vadano escluse le associazioni per cui venga dimostrato un ruolo attivo nei casi di occultamento di casi di pedofilia.

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