Scuola di Ingegneria: tecnica e scienza sormontate da (mega)crocifissi
«Si organizzano solo manifestazioni di carattere tecnico e scientifico«. Con queste parole, nel 2011, l’allora preside della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna Pier Paolo Diotallevi bocciava la richiesta degli studenti di allestire una mostra sulla storia del Cassero in occasione della giornata internazionale contro l’omofobia. Nel 2013, tra le stesse mura universitarie della Scuola di Ingegneria e Architettura, facevano ingresso gruppi organizzati di suore e frati per fare proselitismo ai danni degli studenti. A questa attività di evangelizzazione in università fu dedicata la clericalata nr.8/2013. Con il nuovo preside Ezio Mesini, in carica dal 2015, la Scuola di Ingegneria sarà diventata un luogo laico in cui trovano spazio solo tecnica e scienza?
La risposta è purtroppo negativa. Un gigantesco crocifisso, di circa due metri di altezza per uno di larghezza, domina infatti l’aula magna Enrico Mattei. Le immagini che riportiamo sono state scattate qualche giorno fa e testimoniano l’assoluta sproporzione tra le dimensioni del crocifisso e il luogo in cui è esposto. Fissato sopra le storiche lavagne di ardesia e sopra i moderni teli per le videoproiezioni, il simbolo della religione cattolica si impone pesantemente non solo agli studenti e ai docenti: si impone agli insegnamenti stessi.
Difficile se non impossibile trovare simboli così fuori luogo e così imponenti in università non italiane.
Prendiamo il Trinity College di Dublino, che ha sede in una nazione tradizionalmente cattolica e che fin dal nome ricorda origini legate alla cristianità. Visitandolo da turisti non si incontrano simboli religiosi. L’unica opera d’arte presente nel viale principale del college, che spicca per le sue dimensioni e per il messaggio non banale, che tutti i turisti fotografano incuriositi, è un monumento ad un celebre fisico e professore dell’università, Ernest Walton, premio nobel per la fisica nel 1951 per le sue scoperte sulla reazione di fissione nucleare all’interno delle stelle.
Scelte ragionevoli e civili portano le università di tutto il mondo a dedicare targhe, monumenti, aule a scienziati, letterati, artisti che hanno donato lustro e fama all’istituzione che hanno frequentato da studenti o da docenti, senza imposizioni di precetti o simboli religiosi.
Riteniamo che questo possa e debba avvenire anche all’Alma Mater, la più antica università d’Europa e del mondo occidentale. Il gigantesco croficisso dell’aula magna di Ingegneria può essere spostato in un luogo di culto, o eventualmente messo all’asta. Senza escudere la sua sostituzione con simboli che celebrino opere di ingegneria o personalità legate alla tecnica e alla scienza, le lavagne antiche e moderne diventerebbero protagoniste, l’insegnamento universitario diventerebbe più libero.