Imola, azzerati oneri per il culto: cosa aspettano gli altri comuni?
A Imola è stato rotto un tabù dal sapore medievale: sono stati azzerati gli oneri per il culto, ossia quella tassa di religione comunale che da quarant’anni grava sui bilanci dei comuni dell’Emilia Romagna, nota in gergo tecnico come “oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto”. Sono bastate poche righe nella delibera 121 del 17 settembre 2019 e il consiglio comunale imolese, a maggioranza M5S, ha dato ascolto alle richieste dell’Uaar e ha scelto di interrompere il malcostume di elargire contributi pubblici a beneficio del patrimonio immobiliare privato delle confessioni religiose, contributi che storicamente a Imola arrivavano a parrocchie e Testimoni di Geova. Superando anche mozioni dell’opposizione (Pd) che chiedevano di mantenere il finanziamento clericale.
A livello nazionale l’Uaar ha stimato in oltre 94 milioni di euro il danno erariale causato dai contributi comunali all’edilizia di culto, documentato in una delle tante voci dell’inchiesta I costi della Chiesa. Il solo comune di Imola, nei 12 anni dal 1999 al 2010, versò un totale di 1,5 milioni alla Curia e di 87mila euro ai Testimoni di Geova. Se l’azzeramento fosse stato fatto 20 anni fa, il comune di Imola avrebbe 2 milioni di euro in più nelle proprie casse o investiti in opere di proprietà pubblica. Come rivendicato dall’Uaar nella Campagna Oneri, i comuni devono (dal punto di vista etico-istituzionale) e possono (tramite una semplice delibera) scegliere di destinare a scuole, nidi, parchi e centri civici di proprietà pubblica quanto per anni e anni hanno continuato a destinare all’edilizia di culto di proprietà privata.
Cosa aspettano gli altri comuni dell’Emilia Romagna ad imboccare la strada laica e civile aperta dal Comune di Imola? Sembra che anche i comuni di San Lazzaro di Savena e di Pianoro abbiano dato un segnale, riducendo la tassa di religione dal 7% al 2%. Ma non basta. L’Uaar Emilia Romagna, già a luglio scorso tramite il coordinatore regionale Roberto Vuilleumier, ha messo a disposizione tutti gli strumenti per procedere all’azzeramento dei contributi comunali all’edilizia di culto. Ora c’è anche l’esempio concreto del comune di Imola: non ci sono più scuse, si imbocchi la strada della modernità e venga azzerata la tassa di religione comunale.