Ici,Imu e scuole private paritarie: le risposte dai sindaci
Si avvicina la scadenza per il pagamento di Imu e Tasi, prevista per il prossimo 16 dicembre. Un dovere che grava su chi, persona fisica o giuridica. possiede o detiene fabbricati nei comuni italiani. Dovere che le scuole private paritarie, in maggioranza di orientamento religioso, ritenevano di potere scansare. Nel luglio scorso sono invece intervenute due sentenze della Corte di Cassazione, che hanno dato torto a istituti religiosi livornesi che, ritenendo di esserne esonerati, dal 2004 non avevano mai versato l’Ici.
Quattro mesi fa il circolo Uaar di Bologna, nell’ambito di una campagna nazionale Uaar, scrisse ai sindaci dei comuni della città metropolitana bolognese. chiedendo di verificare la posizione tributaria degli istituti scolastici privati paritari presenti nel loro territorio, al fine di escludere casi di omessa dichiarazione e omesso pagamento dell’Ici, per gli anni dal 2004 al 2011 e dell’Imu/Tasi, dove prevista, per gli anni successivi.
Esaminiamo le tre risposte pervenute, su un totale di 35 comuni interpellati.
Comune di San Lazzaro di Savena. La segreteria del sindaco ci informa, tempestivammente ma in maniera generica, che «il controllo del regolare pagamento dei tributi comunali è un compito affidato al Settore Entrate che viene già svolto regolarmente, anche mediante specifici programmi annuali diretti ad individuare eventuali omissioni da parte dei soggetti obbligati dalle disposizioni vigenti».
Comune di Bologna. La vice sindaco e assessore al bilancio Giannini ci inoltra il suo intervento in risposta a una domanda sullo stesso tema pervenuta dal consiglierre Bugani (M5S) durante il Question Time della seduta consiliare del 31 luglio 2015. La domanda e la risposta della vice sindaco sono consultabili sul sito del Comune di Bologna. Nella risposta sono presenti affermazioni politiche in difesa dell’esonero dal pagamento Ici/Imu delle scuole private paritarie: «se fossero assoggettate integralmente all’Imu sarebbe a rischio una parte non marginale dell’offerta del sistema nazionale d’istruzione, senza alcuna certezza di soddisfare in altro modo la domanda corrispondente». L’ultima affermazione, in particolare, prefigura che la Repubblica Italiana potrebbe non garantire il diritto costituzionale alla scuola pubblica a seconda di scelte economiche di una piccola minoranza di scuole private parificate. Dalla trascrizione dell’intervento sembra che il Comune di Bologna abbia sempre considerato esenti da Ici/Imu le scuole private paritarie presenti sul proprio territorio, la stragrande maggioranza delle quali è di orientamento cattolico e gode di finanziamenti pubblici diretti dallo stesso Comune, oltre che dalla Regione e dallo Stato.
Comune di Casalecchio di Reno. Quella del sindaco Massimo Bosso è la più esauriente delle risposte pervenute. La riportiamo di seguito (evidenziazioni nostre).
Oggetto: risposta alla nota del 7 agosto 2015 in materia di tributi locali a carico delle scuole private paritarie
Le attività di accertamento in materia di ICI per la categoria evidenziata furono svolte con conclusione favorevole del procedimento nell’anno 2007, con il recupero dell’imposta per gli anni 2000 e seguenti.
Successivamente i soggetti passivi interessati hanno continuato ad assolvere correttamente la loro posizione tributaria.
I necessari ulteriori controlli verranno attivati e svolti nell’ambito della pianificazione ordinaria dell’attività.
Il pagamento delle imposte comunali da parte delle scuole private di orientamento religioso sembra essere affrontato in maniera molto diversa dai tre comuni che ci hanno risposto, nonostante l’area politica che li amministra sia la sempre quella del Pd. Se a San Lazzaro si assicura semplicemente che tutto avviene secondo la legge (che però sappiamo avere interpretazioni pratiche molto diverse), a Bologna emerge una vicinanza politica alle istanze del mondo delle scuole private e una assenza di interventi di recupero tributario per il pregresso. A Casalecchio, invece, l’accesso alla scuola della Repubblica viene garantito e contemporaneamente si fanno pagare le imposte alle scuole private paritarie, con azioni dirette al recupero degli arretrati. Alla prova dei fatti, lo scenario pessimista prefigurato dalla vice sindaco Giannini sembra non trovi attuazione.
Che il comune di Bologna si erga a protettore delle scuole private mi fa pensare, anche se non mi meraviglia, visti i precedenti del referendum. A parte il fatto che sarebbe grave il non poter garantire il diritto all’istruzione di tutti i bambini senza l’apporto delle scuole cattoliche, il che implicherebbe dipendenza. Ma non si capisce dalla risposta se ha posto il problema con la Curia, se ha aperto un negoziato, se ha chiuso mezzo occhio, un occhio o tutti e due.