Un prete in meno pagato dal Sant’Orsola, un infermiere in più da assumere
«Un prete in meno pagato dal Sant’Orsola, un infermiere in più da assumere».
Il circolo Uaar di Bologna saluta positivamente il taglio dei fondi che il Sant’Orsola versa annualmente nelle casse della Curia per l’assistenza religiosa cattolica (da 128mila euro l’anno si è passati a 102mila).
Grazie all’inchiesta svolta dal nostro circolo e alle interrogazioni del consigliere regionale Grillini, nei mesi scorsi la cittadinanza aveva appreso che i sacerdoti in corsia non sono volontari, ma sono pagati dalle USL con stipendio da infermiere e godono di privilegi come uffici, alloggi, luoghi di culto e relative utenze sempre a carico del SSN.
«Non ci fermeremo. Anche gli altri quattro assistenti religiosi cattolici scelti dalla Curia devono essere tolti dal libro paga dell’ospedale».
In un paese laico e civile non si può tollerare che esistano cittadini di serie A e di serie B. Ed è ancora più grave se ciò accade gravando sui bilanci degli ospedali e discriminando i pazienti per motivi religiosi, tra cattolici e non cattolici. «Se la Curia vuole mettere a disposizione un sacerdote ai ricoverati che lo richiedono, non ha che da comportarsi come le associazioni che confortano i pazienti senza privilegi, pubblicando i bilanci e autofinanziandosi».
Comunicato stampa
Bene! Hanno aiutato trasversalmente anche le recenti preghiere esibite lì dagli antiabortisti?