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Rivedere la tassa di religione comunale: mozione Franco Grillini (LibDem) in Regione

29 Novembre 2013
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All’interpellanza in cui si chiedeva di quantificare l’esborso di denaro pubblico in favore del patrimonio immobiliare ecclesiastico la Regione Emilia Romagna, tramite l’assessore regionale Alfredo Peri, ha risposto che «non è possibile indicare l’entità del contributo per chiese ed altri edifici religiosi che annualmente i Comuni destinano agli Enti religiosi». Il lavoro di inchiesta dell’Uaar dimostra oggi di essere ancora una volta determinante, sostituendo la scarsa trasparenza delle istituzioni.

Chiesa Corpus Domini, costruita con finanziamento comunale (fonte Googlemaps)

Chiesa Corpus Domini, costruita con finanziamento comunale (fonte Googlemaps)

I dati raccolti nella campagna Uaar “Oneri” e in particolare quelli dell’inchiesta condotta dal circolo Uaar di Bologna sui comuni della nostra provincia sono infatti alla base della mozione presentata il 27 novembre scorso dall’on. Franco Grillini all’assemblea legislativa dell’Emilia Romagna. Prendendo spunto proprio dai nostri lavori, la mozione sottopone all’assemblea legislativa dell’Emilia Romagna il problema di rimodulare le percentuali di assegnazione degli oneri di urbanizzazione, di informare i comuni e di monitorare il loro utilizzo nel territorio al variare dei cambiamenti sociali e delle necessità pubbliche (vedi comunicato stampa della Regione).

Ai Comuni dell’Emilia Romagna sarà finalmente chiaro che possono rivedere la “tassa di religione” che versano ogni anno alle confessioni religiose, con la Chiesa cattolica che incamera quasi tutti il gettito. Soprattutto in tempo di crisi è inaccettabile regalare soldi pubblici a Curie straricche, sottraendoli alle opere come scuole, asili nido, parchi pubblici. Una “decima” che si può ridurre e addirittura azzerare con una semplice votazione in consiglio comunale, ma che i comuni pensano (o fanno finta di pensare) che sia dovuta per legge.

comunicati, enti locali ,

Ambigue feste patronali: Martino, il bellicoso evangelizzatore

11 Novembre 2013
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Oggi, 11 novembre, le scuole del comune di Casalecchio di Reno sono chiuse per il santo patrono, Martino di Tours. Una grana per chi ha figli che le frequentano se, come spesso capita nel territorio provinciale, il proprio datore di lavoro chiude invece i battenti il 4 ottobre per Petronio, patrono di Bologna. Per una curiosa tradizione diventata legge un giorno delle nostre ferie viene infatti deciso da altri, causando problemi familiari.

Per non parlare del danno economico al Paese intero: ogni comune fa scelte diverse, per cui capita che i fornitori siano chiusi un giorno, le filiali siano chiuse un altro, gli uffici centrali un altro ancora. Anche nella stessa azienda!

A Casalecchio l’associazionismo e il volontariato riescono (obtorto collo?) ad animare la giornata, trasformandola in un momento di solidarietà e di socialità. Di religioso, nella giornata del santo patrono, rimane ormai solo il nome. A Casalecchio è toccato San Martino. Di lui la leggenda dice che, da non cristiano, donò metà del suo mantello ad un povero. Ma che fece poi da cristiano, per guadagnarsi la santità e per obbligare anche i non cattolici a  festeggiarlo?

Ai cittadini di Casalecchio di Reno forniamo una risposta un po’ meno leggendaria e più disincantata, che anche le istituzioni, scuola in primis, potrebbero e dovrebbero dare.

Martino di Tours, di Marta Gianni (*)

Legionario, figlio di ufficiale (il nome stesso implica una dedicazione a Marte), applicò modi bellici anche nell’evangelizzazione. Infatti, contrariamente alla politica insinuante e mite che sarà suggerita due secoli dopo da Gregorio Magno (porre un simbolo cristiano accanto a pietre, alberi e fonti sacri senza vietare le antiche devozioni) e che avrebbe dato ottimi risultati in Anglia, quella di Martino fu un’azione missionaria dura e spesso violenta: un’ininterrotta foga persecutoria, un continuo abbattimento di templi, idoli, alberi (talvolta costringendo gli stessi Celti ad abbattere personalmente i propri veneratissimi recinti arborei). Il risultato, apparentemente, fu veloce e strepitoso tanto da far sì che il legionario ungherese, morto nel 397, divenisse, con veloce canonizzazione, il primo santo non martire a ricevere l’ onore dell’altare; in realtà la veloce diffusione del culto fu molto favorita non solo dalla chiesa che aveva bisogno di espandersi e cercava testimoni più calati nella contemporaneità per sostituire le ormai già un po’ desuete figure dei martiri ma anche dall’appropriazione della figura del santo che la dinastia merovingia operò per legittimare la propria sacralità, conservando nella chiesa palatina la presunta reliquia della famosa cappa di Martino, ormai divenuto defensor regni.

Il sepolcro del neosanto e il monastero di Marmoutier, vicino a Tours, beneficato dai Merovingi, acquisteranno subito, guarda caso, fama di potenza taumaturgica e nell’arco di un secolo dalla morte avremo già un culto estremamente consolidato: papa Simmaco titolerà all’ex legionario una basilica romana (S.Martino ai Monti) e S.Benedetto gli dedicherà uno degli oratori di Cassino. Per giustificare tale immediata popolarità devozionale certa etnografia vorrebbe che la figura di Martino si sia innestata, a livello popolare, su quella del dio Lugh, l’amatissimo dio cavaliere della luce e dell’oltretomba, alcune caratteristiche del quale sarebbero state applicate a Martino: il dies festus, l’11 novembre, è la data che segnava la fine del Samhain; l’arcobaleno (in Irlanda “l’arco di Lugh”) diventa in Francia “l’arco di s. Martino”; sempre in Francia (ma anche nelle Fiandre francofone) Martino, con collegamento alle luci dell’inverno, porta doni ai bambini come il nordico santa Claus o l’italica santa Lucia; l’oca, presente spesso nelle agiografie di Martino e sulle tavole francesi l’11 novembre, era per i Celti un animale psicopompo connesso alle divinità, ecc. (v.F.Cardini «Abstracta» 16 (1987) 6-53). Altri etnostorici invece propendono per una connessione anche con Mitra (la clamide, la luce ecc.) il cui culto, importato dalle legioni, s’era molto diffuso in Gallia.

Siamo in realtà di fronte a notazioni che non hanno alcun certo riscontro storico e che possono, tutt’al più, testimoniare eventuali sopravvivenze di devozioni locali e la nascita di un sincretismo religioso. Quel che è storicamente rilevabile, invece, è che se, da un lato, Martino ha aperto la strada per l’espansione europea del cristianesimo (e da qui la sua importanza per la chiesa), dall’altro la durezza e la rapidità della sua azione missionaria han fatto sì che, a differenza del mondo anglosassone, nel mondo celto-gallico il ricordo dell’antica religione, troppo brutalmente e troppo velocemente apparentemente distrutta, si sarebbe mantenuto per secoli, sopravvivendo nel folklore e costituendo una delle peggiori spine nel fianco del cristianesimo che, improntato com’è su di un creazionismo antropologico, non riuscirà mai a comprendere appieno lo spirito celtico condizionato dalla variazione dei cicli stagionali, da una continua compresenza del mondo larvale, da una paritetica compenetrazione con la natura e con i suoi eventi.

Per la bibliografia su Martino e per la prima agiografia, quella di Sulpicio Severo, si veda l’importante lavoro di J. Fontaine, Sulpice Sevère. Vie de Saint Martin…, Paris 1967-69; buona è la traduzione di L.Canali nell’edizione con testo latino a fronte a cura di J.W.Smit, in Vite dei santi, a cura di Ch. Mohrmann, Fondazione Valla, Milano Mondadori 1975, pp. 1-67; l’agiografia di Gregorio di Tours si trova nella Patrologia Latina del Migne, vol. 71 e, a cura di Krusch, nei Monumenta Germaniae Historica, Scriptores rerum Merovingicarum, I/2 (1885); per Martino i testi di riferimento sono assai numerosi, dagli Acta Sanctorum alla Bibliotheca Agiographica Latina dei Bollandisti, dall’Histoire dell’Église di Fliche e Martin alle molte enciclopedie; ancor più numerose le monografie, pur se spesso d’impostazione omiletica; in generale possiamo rimandare all’interessante voce della Bibliotheca sanctorum, VIII, Roma 1966, coll.1250-1291 e ai contributi contenuti in San Martino di Tours. Storia, culto, tradizioni locali, Mirandola 1999.

(*) Marta Gianni ha diretto gli Uffici, l’Archivio Storico e la Biblioteca dell’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo; è stata allieva di Raffaello Morghen e Raoul Manselli, a fianco dei quali ha lavorato per molti anni nell’ambito del Repertorium fontium historiae medii aevi, opera enciclopedica attuata con la gratuita e entusiasta collaborazione di tutti i principali istituti scientifici europei.

cultura

Comune di Molinella lascia scuola senza porte, ma per l’edilizia di culto trova ogni anno 15.000€

25 Ottobre 2013
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A Molinella la scuola media è stata lasciata senza porte in quanto “gli enti locali hanno problemi di risorse”. Ne ha dato notizia ieri Repubblica, riportando le proteste dei genitori e descrivendo il nuovo disagio che colpisce studenti e insegnanti già costretti a stare in classi sovraffollate.

Col mancato arrivo di nuove porte che rispettino la normativa sulla sicurezza non c’entrano però i tagli alla scuola: l’edilizia scolastica è infatti di competenza del comune, che tramite gli oneri di urbanizzazione accantona fondi per sostenere spese che, ai sensi della delibera regionale 849/98, servono per:

a) gli asili nido e le scuole materne;
b) le scuole dell’obbligo;
c) i mercati di quartiere;
d) le delegazioni comunali;
e) le chiese e gli altri edifici per servizi religiosi;
f) i centri civici e sociali, le attrezzature culturali e sanitarie;
g) gli spazi pubblici a parco e per lo sport;
h) i parcheggi pubblici.

Fonte: Repubblica

Foto: Repubblica

È proprio come appare dalle voci che abbiamo messo in evidenza: se il comune eroga fondi all’edilizia di culto, ne rimangono meno per l’edilizia scolastica. La suddetta delibera contiene percentuali indicative per le varie voci di spesa: è infatti precisato che «è facoltà dei Comuni […] modificare le percentuali dalla medesima delibera stabilite, con apposito atto di Consiglio».

C’è da chiedersi se il comune di Molinella abbia valutato per tempo i bisogni della cittadinanza, decidendo di azzerare i finanziamenti alla Chiesa (già straricca e già finanziata dai contribuenti per oltre 6 miliardi l’anno) per investirli nella scuola pubblica. La risposta purtroppo è “no”. Il comune di Molinella, che ora non riesce neppure a comprare le porte per la scuola media impedendo di fatto il normale svolgersi dell’attività didattica, dal 2004 al 2011 ha devoluto 124.401,62 € alla Chiesa, oltre 15.000 € l’anno, come risulta dall’inchiesta pubblicata ad aprile dal Circolo Uaar di Bologna. È sicuramente tardi, ma è altrettando sicuramente meglio che mai: in nostro auspicio è che il comune di Molinella sia il primo dell’Emilia Romagna ad azzerare i finziamenti all’edilizia di culto spostandoli sull’edilizia scolastica.

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Interpellanza Grillini (LibDem): quanti soldi pubblici alle Curie per oneri di urbanizzazione?

25 Settembre 2013
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Il nostro Circolo ha documentato in più occasioni gli ingenti trasferimenti di denaro pubblico che dai magri bilanci comunali migrano verso le milionarie casse delle Curie. Le nostre inchieste, anche a livello nazionale, sono servite da stimolo per l’interpellanza che il consigliere Franco Grillini (LibDem) ha presentato oggi in Regione. Riportiamo di seguito il comunicato che ci ha inviato l’on. Grillini, che ringraziamo per l’impegno laico.

Soldi pubblici a chiese ed altri edifici religiosi per gli oneri di urbanizzazione:  quanto ammontano i finanziamenti devoluti dai comuni dell’Emilia-Romagna alle curie locali?

Oggi il Consigliere regionale LibDem Franco Grillini ha depositato un’interpellanza alla Giunta regionale per fare chiarezza sul mare magno degli oneri di urbanizzazione che i Comuni della Regione destinano a chiese e altri edifici religiosi. Come noto l’onere di urbanizzazione è il corrispettivo dovuto al comune territorialmente competente all’atto del permesso di costruire e viene poi ripartito da tale ente per tutta una serie di opere secondo percentuali indicate dalla Regione e che possono essere modificate o abolite dai singoli Comuni.

Franco Grillini al meeting Uaar Liberi di non credere

Franco Grillini al meeting Uaar "Liberi di non credere"

“L’interpellanza –ha affermato Grillini– si propone di fare chiarezza sulla devoluzione degli oneri secondari a favore di chiese ed altri edifici religiosi che nella nostra Regione sarebbe stata indicata, salvo diversa decisione delle varie amministrazioni locali, in una percentuale del 7% di quanto annualmente raccolto dai vari Comuni”.

Ad oggi non sembrano esserci dati ufficiali sulle somme di tali contributi per gli edifici di culto ma studi di associazioni indipendenti fissano l’ammontare nazionale di tale devoluzione per l’anno trascorso in circa 94 Milioni di Euro. Una cifra ingente che va a sommarsi a numerose altre forme di finanziamento ed esenzioni di cui godono la stragrande parte delle istituzioni religiose (otto per mille, cinque per mille, esenzioni Imu e Iva, riduzione Ires e Irap, tariffe postali agevolate, riduzione del canone televisivo per fare solo alcuni esempi) e che potrebbe portare ad un diverso utilizzo di tali soldi in favore di tutta la società che è composta da credenti e non credenti.

“Volendo prendere in considerazione tale dato –continua Grillini– chiedo alla Giunta di volerlo declinare con precisione sul nostro territorio e di voler considerare magari una radicale ridistribuzione di tali somme secondo il principio costituzionale di laicità dello Stato e per i servizi sociali”.

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Dalla Regione anche quest’anno 35.000 euro al Meeting di Cielle, ma per “servizi”

24 Settembre 2013
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Franco Grillini, consigliere regionale Lib Dem, ha presentato ieri una interrogazione sui finanziamenti diretti o indiretti giunti al Meeting 2013 da parte della Regione Emilia Romagna.

Nell’interrogazione viene ricordata l'”inchiesta giudiziaria a carico di alcuni dirigenti della Fondazione ‘Meeting per l’amicizia fra i popoli’ per il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche”, viene documentato che dalla Regione “dal 2002 al 2011 alla Fondazione ‘Meeting’ sono stati erogati, per diverse attività, 545.445,89 euro, con contributi anno per anno ad eccezione del 2006″, viene citato il Circolo Uaar di Bologna quale agenzia che ha denunciato come la “Regione abbia partecipato istituzionalmente, con un proprio stand promozionale (“Emilia – Romagna terra con l’anima e il sorriso”), anche all’edizione 2013 (18 – 24 agosto) del ‘Meeting'” concludendo che ciò “potrebbe prestare il fianco quantomeno a possibili rilievi di opportunità, anche a fronte della dichiarata possibilità che la Regione si costituisca parte civile nell’eventuale giudizio penale avverso i dirigenti della Fondazione”.

Per la Giunta regionale ha risposto oggi il sottosegretario alla presidenza Alfredo Bertelli, precisando che per “l’edizione 2013 del Meeting Amicizia tra i popoli la Regione Emilia-Romagna non ha concesso alcun contributo a titolo oneroso”. Ma subito dopo aggiunge che per affitto di spazi espositivi e spazi pubblicitari l’azienda APT, partecipata dalla Regione, ha pagato al Meeting 35.000 euro iva compresa.

Nonostante le disavventure giudiziare di Cielle e in particolare l’inchiesta per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche a carico di dirigenti del Meeting, la Regione Emilia Romagna ha trovato ancora il modo di fargli arrivare 35.000 euro di soldi pubblici.

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Stand Uaar alla Festa dell’Unità 2013

29 Agosto 2013
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Anche quest’anno ha aperto i battenti lo stand Uaar alla Festa dell’Unità di Bologna.
Diremo la nostra sui diritti civili laici.
E senza sconti nei confronti del padrone di casa (che ci ha gentilmente invitati).
Dal 28 agosto al 22 settembre,  tutte le sere dalle 19:30 circa.
Ci troviamo al padiglione 95, a fianco di Emergency. Di sotto la mappa.
Solo venerdì 30 agosto, in via straordinaria, dalle ore 19 occuperemo anche lo spazio del “seme della solidarietà”, parlando in particolare della scuola e del diritto ad attività didattiche laiche al posto delle ore di religione cattolica.
Mappa Festa Unita Bologna 2013

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Tavolo Uaar alla Festa di Liberazione

3 Luglio 2013
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In questi giorni siamo ospiti alla Festa di Liberazione, presso il Parco Togliatti (viale Togliatti angolo viale Salvemini).

Un tavolo Uaar sarà allestito e presidiato dal nostro circolo nelle seguenti serate di luglio: mercoledì 3, venerdì 5, sabato 6, domenica 7 e lunedì 8.

Bandiere UaarChi verrà a trovarci avrà a disposizione materiale informativo, libri del progetto editoriale dell’Uaar Nessun Dogma, copie della nostra rivista L’Ateo, moduli e assistenza per lo sbattezzo. Ci si potrà naturalmente iscrivere all’Uaar o rinnovare l’iscrizione.

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Tutt* al Bologna Pride 2013

28 Giugno 2013
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Il circolo Uaar di Bologna aderisce al Bologna Pride e all’Onda Pride 2013, per sostenere «chiare e forti richieste di parità, dignità, laicità e libertà» (vedi piattaforma rivendicativa dei Pride italiani 2013).

La manifestazione bolognese partirà dal Parco del Cavaticcio domani, sabato 29 giugno, con arrivo in Piazza del Nettuno (vedi programma).

Raggiungeteci per manifestare sotto i colori della nostra associazione!
Appuntamento alle ore 15:30 al Parco del Cavaticcio, nel punto in cui vedrete sventolare le bandiere giallo-nere dell’Uaar.

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Sabato 22 giugno. Sbattezzo Party!

19 Giugno 2013
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Riuscire a esercitare il “sacrosanto” diritto di uscire da una religione merita un momento di festa.
Per questo il Circolo Uaar di Bologna vi invita allo:

SBATTEZZO PARTY – Incontro per usciti e uscenti dal gregge.
Sabato 22 giugno 2013, dalle ore 20 – ℅ wine bar PUNT?, via San Rocco 1/G – Bologna

Sbattezzo Party del 22 giugno 2013Non tolleri più l’ingerenza del Vaticano nella tua vita? Sei stanco di essere giuridicamente “suddito del vescovo”? Sei indignata per l’invasione dei ginecologi obiettori? Ritieni che il pedobattesimo sia lesivo della libertà di scelta? Sei contrario a regalare alla Chiesa 6 miliardi l’anno di SOLDI PUBBLICI?
Il tuo battesimo rappresenta la tua “iscrizione” ufficiale alla Chiesa cattolica, anche se non ti rappresenta, e ti vincola alla “sottomissione alle gerarchie ecclesiastiche”. Non continuare a sostenere la Chiesa, contribuisci a rendere il nostro paese più laico e più civile: esci dal gregge e… vieni al party a sbattezzarti.

Durante la serata sarà allestito uno “sbattezzo point” con moduli e assistenza alla compilazione della richiesta di sbattezzo.
Più che benvenuti anche i già sbattezzati e i mai battezzati.
[Evento facebook]

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Crisi? Il Comune di Bologna costruisce chiese

12 Giugno 2013

Il Comune di Bologna ha risposto ieri alla richiesta inviata dal nostro circolo il 18 marzo scorso. Avevamo chiesto informazioni sui finanziamenti all’edizia di culto derivanti dagli oneri di urbanizzazione secondaria dell’esercizio 2011. Ci auguravamo che la Giunta Merola, costretta dai tagli al bilancio se non da un barlumi di laicità, avesse interrotto il circolo vizioso-clericale che spinge il Comune di Bologna a finanziare ogni anno il patrimonio immobiliare della Curia Arcivescovile con centinaia di migliaia di euro.

Chiesa Corpus Domini, costruita con finanziamento comunale (fonte Googlemaps)

Chiesa Corpus Domini, costruita con finanziamento comunale (fonte Googlemaps)

Il verbale di Giunta del 12 marzo 2013 mostra invece come 313.968€ abbiamo lasciato le casse comunali per approdare in quelle di tre  confessioni religiose. Al restauro della sinagoga e della chiesa metodista valdese arrivano poche briciole. La Giunta Merola è invece di manica larga con l’Arcidiocesi, finanzialdole con 291.021€ la costruzione della chiesa del Corpus Domini, in via Enriquez 56.

Le scuole pubbliche cadono a pezzi, i tagli al bilancio pesano sulle spalle di contribuenti sempre più provati, ma il Comune di Bologna costruisce chiese. Non è complicato capire che l’Arcidiocesi, che si stima possieda oltre 1200 immobili a Bologna, non ha certo bisogno di finanziamenti pubblici. E non sarebbe complicato nemmeno deliberare quanto previsto dalla normativa di riferimento, la stessa richiamata nel verbale citato poc’anzi: è infatti vero che l’edilizia di culto può essere finanziata con il 7% degli oneri di urbanizzazione secondaria, ma questo vale “salvo diversa percentuale stabilita con deliberazione del Consiglio comunale”.
È davvero giunta l’ora di azzerare la percentuale di oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto. Nel Consiglio Comunale di Bologna c’è qualche forza politica o qualche singolo consigliere che lo propone?

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