Archivio

Archivio per la categoria ‘comunicati’

L’educazione statale “è dittatura”? L’UAAR risponde al card. Caffarra

5 Maggio 2010
Commenti disabilitati su L’educazione statale “è dittatura”? L’UAAR risponde al card. Caffarra

Proprio nel giorno in cui il presidente Napolitano ha sostenuto che “il contributo dei cattolici può risultare essenziale al fine di promuovere il confronto aperto e costruttivo tra diversi orientamenti” l’arcivescovo di Bologna, card. Carlo Caffarra, ha dichiarato che lo Stato “non ha, non deve e non può aver un compito di responsabilità educativa: sarebbe la dittatura”, mentre, per contro, “impedire alla Chiesa di educare” vorrebbe dire “impedire alla Chiesa di esistere”.

“Stupisce che anche la più importante figura istituzionale italiana avalli ormai senza remore il progetto neo-confessionale della Chiesa”, commenta Raffaele Carcano, segretario dell’UAAR, l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti: “le gerarchie ecclesiastiche non vogliono confrontarsi, vogliono soltanto detenere il monopolio dell’istruzione e dell’informazione”.
E con l’aiuto di centrodestra e centrosinistra i loro desideri stanno purtroppo diventando realtà, conclude Carcano: “tutti chiudono gli occhi di fronte a dichiarazioni, come quelle del card. Caffarra, chiaramente incompatibili con il principio costituzionale di laicità dello Stato”.

comunicati ,

Laicisti sì, integralisti niente affatto

26 Aprile 2010

26/4/2010
COMUNICATO STAMPA del Circolo UAAR di Bologna

Laicisti sì, integralisti niente affatto: una risposta all’aggressivo commento del PD sulla manifestazione di sabato scorso

Sabato scorso il circolo UAAR di Bologna ha aderito e partecipato alla manifestazione in sostegno delle vittime della pedofilia in ambito ecclesiastico, in seguito alle dichiarazioni del segretario di Stato vaticano, card. Bertone, secondo il quale esisterebbe un legame tra pedofilia e omosessualità. La manifestazione era stata indetta da ArciGay, ArciLesbica, MIT e Rete Laica Bologna, rete della quale il circolo UAAR di Bologna è parte attiva assieme ad altre associazioni e confessioni religiose di minoranza.

«Apprendiamo con amarezza che il PD, tramite il suo responsabile della Comunicazione Pietro Aceto, ha qualificato come intollerante e laicista la manifestazione» dichiara il coordinatore del circolo UAAR di Bologna Roberto Grendene, presente alla manifestazione, che rispedisce l’accusa di integralismo al mittente: «Il laicismo altro non è che l’affermazione della laicità concreta, non certo della laicità falsa che circola nel nostro Paese e si fonda sul Concordato, spacciata come “sana laicità”. L’integralismo si scorge invece in chi si stringe attorno ad una Chiesa che dovrebbe semplicemente essere trattata senza privilegi e immunità, criticata e posta di fronte alle proprie responsabilità senza timori reverenziali, privata degli enormi finanziamenti pubblici erogati sulla base di intenzioni e di un condizionamento sociale che opera fin dalla più tenera età.»

«Dal partito di maggioranza nella nostra Regione, in particolare dagli esponenti che hanno dato prova di condividere la difesa delle istituzioni dal clericalismo, ci attendiamo considerazioni più equilibrate, pluraliste e non integraliste. A meno che anche il pluralismo non sia ritenuto disdicevole come si vogliono dipingere il laicismo, l’ateismo, l’agnosticismo.»

Si segnala:
Foto di Franco Grillini, socio UAAR, con la bandiera dell’associazione durante la manifestazione
articolo di BolognaTG24.it sulla manifestazione

Roberto Grendene 340 7278317
coordinatore del Circolo UAAR di Bologna
www.uaar.it/bologna

comunicati, manifestazioni , , ,

Domande laiche ai candidati alle regionali

12 Marzo 2010

A tutti i candidati alle prossime elezioni regionali i circoli UAAR dell’Emilia Romagna sottopongono le seguenti tre domande.
Analogamente a quanto fatto per le elezioni comunali del 2009 pubblicheremo sul nostro sito tutte le risposte che riceveremo.
Le stesse domande saranno poste all’incontro VOTA GARANTITO, VOTA LAICO in programma lunedi 15 marzo alle 21.00 presso la Sala Consiliare del Quartiere Porto, via dello Scalo 21 –
http://retelaicabologna.wordpress.com/2010/02/17/emilia-romagna-elezioni-2010-vota-garantito-vota-laico/ – organizzato da Rete Laica Bologna [evento su facebook http://www.facebook.com/event.php?eid=351615966037]

1) Finanziamenti pubblici dell’edilizia di culto
Nel 1977 la legge “Bucalossi” [1] stabisce che una fetta degli oneri di urbanizzazione secondaria sia destinata all’edilizia di culto [2].
Alle regioni spetta il compito di dare indicazioni ai comuni, che a loro volta possono deliberare diversamente. La Regione Emilia Romagna, con Delibera di Consiglio 849/1998, fissa nel 7% la fetta di oneri di urbanizzazione secondaria da destinare all’edilizia di culto.
Stessa percentuale che e’ destinata alla voce “i centri civici e sociali, le attrezzature culturali e sanitarie”, mentre il 10% tocca alla voce “gli asili nido e le scuole materne”.  Il risultato è che la Chiesa Cattolica Romana, che secondo una recente indagine di Repubblica possiede a Bologna una “città nella città”, è finanziata con fondi pubblici, mentre scuole, asili, attrezzature culturali e sanitarie, parcheggi, spazi pubblici a parco e per lo sport (le altre voci finanziate con gli oneri di urbanizzazione secondaria) necessitano di importanti investimenti.
Vorrà interrompere il finanziamento pubblico al più grande immobiliarista in circolazione determinato dagli oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto?

2) Tutelare la salute e l’autodeterminazione delle donne
L’obiezione di coscienza in materia di interruzione volontaria di gravidanza doveva essere un diritto temporaneo a tutela di chi aveva intrapreso la carriera di medico ginecologo prima della legalizzazione dell’aborto. A più di 30 anni di distanza essa permane ancora, trasformata da diritto per i medici a strumento che lede la salute delle donne.
Ci sono comuni e ASL che, per “migliorare” il percorso dell’IVG, stilano protocolli [3] che prevedono che associazioni del “privato sociale” (in pratica cattoliche) abbiano ruolo sostitutivo di quello della struttura pubblica, con collaborazioni da parte di assistenti sociali e strutture ospedaliere con questo “privato sociale”.
Non abbiamo invece notizie di campagne informative efficaci sulla contraccezione nelle scuole e sulla contraccezione di emergenza (“pillola del giorno dopo”); non abbiamo nemmeno notizie sull’impegno della Regione Emilia Romagna per garantire la possibilità di ricorrere all’IVG per via non chirurgica.
Terrà lontano da consultori e ospedali quanto viene spacciato per “sussidiarietà”? Sosterrà campagne informative sulla contraccezione nelle scuole? Renderà rispettoso della donna il ricorso all’IVG, adoperandosi per il rapido accesso alla contraccezione post-coitale (pillola del giorno dopo) e prevedendo la possibilità di ricorrere  volontariamente alla RU-486, allontanando il tintinnio dei ferri (del chirurgo, ma anche, nel terzo millennio, di quelli dal calza)?

3) Privilegi clericali nelle politiche delle nuove generazioni
La legge regionale 28 luglio 2008, n.14 [4], prevede all’art. 14 c.3 di riconoscere e incentivare “la funzione educativa e sociale svolta, mediante le attività di oratorio o similari, dalle parrocchie e dagli enti ecclesiastici della Chiesa cattolica, nonché dalle altre confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato un’intesa ai sensi dell’articolo 8, terzo comma, della Costituzione”.
Specifici riconoscimenti e incentivi per qualcuno (Chiesa Cattolica, guarda caso) sono ovviamente discriminatori per altri soggetti pubblici e privati che volessero partecipare all’oggetto dell’art. 14 della citata legge, ossia all'”offerta territoriale per il tempo libero e opportunità educative”.
Rimuoverà ogni privilegio riservato a oratori e parrocchie nel campo dei servizi educativi? Farà in modo che siano privilegiate invece le associazioni democratiche e che siano escluse da riconoscimenti e incentivi organizzazioni che ritengono “disordinati” gli orientamenti non eterosessuali? Farà in modo che siano tassativamente escluse da riconoscimenti e incentivi organizzazioni che hanno dimostrato di essere collegate a occultamenti di casi di pedofilia?

NOTE

  1. Legge n. 10/1977, Norme per la edificabilità dei suoli. La materia è oggi regolata dal decreto legislativo 6 giugno 2001, n. 380, contenente il testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia.
  2. Ai sensi e per gli effetti dell’art. 3, 2 comma lett. b) del decreto del Ministro dei Lavori Pubblici 2 aprile 1968, sono attrezzature di interesse comune di tipo religioso: a) gli immobili destinati al culto anche se articolati in più edifici; b) gli immobili destinati all’abitazione dei Ministri di Culto; c) gli immobili adibiti, nell’esercizio del ministero pastorale, ad attività educative, culturali, sociali e ricreative, che non abbiano fini di lucro.
  3. “PROTOCOLLO OPERATIVO PER IL MIGLIORAMENTO DEL PERCORSO IVG” a cura di: AUSL di Forlì, Comune di Forlì, Assessorato alle Politiche Sociali, Consulta delle Famiglie del Comune di Forlì – http://uaarbologna.altervista.org/doc/protocollo_IVG_Forli.doc
  4. NORME IN MATERIA DI POLITICHE PER LE GIOVANI GENERAZIONI” – http://demetra.regione.emilia-romagna.it/al/monitor.php?vi=nor&dl=leggiV/2008/lr-er-2008-14&dl_t=text/xml&dl_a=y&dl_id=leggiV&pr=idx,0;artic,1;articparziale,0

comunicati, dibattiti , , , ,

Bologna dica basta al finanziamento pubblico del patrimonio della Curia

23 Febbraio 2010

COMUNICATO STAMPA
Circolo Uaar di Bologna – 22/02/2010

Bologna dica basta al finanziamento pubblico del patrimonio della Curia.

Le ricchezze del più grande proprietario immobiliare d’Italia sostenute ogni anno con le nostre tasse: anche quest’anno agli enti religiosi andranno 350mila euro di oneri di urbanizzazione.
http://bologna.repubblica.it/dettaglio/agli-enti-religiosi-350mila-euro-di-oneri-di-urbanizzazione/1867577

Il Comune di Bologna non si sottrae a questa logica nazionale: non ha mai mancato di erogare una fetta importante degli oneri di urbanizzazione secondaria alla Curia Arcivescovile, proprietaria in base all’indagine pubblicata ieri da Repubblica di “una città nella città”.  Si veda http://bologna.repubblica.it/dettaglio/articolo/1867574

E questo per scelta visto che, con una semplice delibera del consiglio comunale, Bologna avrebbe potuto dire basta e fermare il finanziamento alla ricca Curia e sostenere invece l’edilizia scolastica, gli asili nido, il verde  pubblico, i parcheggi e tanti altri spazi per tutti i cittadini.

La denuncia era stata fatta dal circolo bolognese dell’Uaar, Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, nel giugno scorso, raccogliendo più di 1300 firme di cittadini esterrefatti di fronte alla notizia che 3 milioni di euro negli ultimi 6 anni, per volontà dei nostri amministratori, erano finiti dalle casse comunali a quelle della Curia Arcivescovile.

Il sindaco Delbono l’aveva peraltro annunciato in campagna elettorale, trovandosi, caso singolare, d’accordo con Cazzola: “credo che sia giusto”, disse, “il culto deve essere promosso in senso attivo”. E così ha fatto, facendo in modo di elargire, poco prima di dimettersi, l’ultima tranche dei nostri soldi ai rappresentanti locali della Chiesa Cattolica e di altre confessioni religiose, scelte non si sa bene con quali criteri.

Peccato che così facendo le altre opere finanziate dagli oneri di urbanizzazione secondaria, asili nido ed edilizia scolastica per fare  due esempi, siano penalizzati. E senza contare la discriminazione su base religiosa operata dal Comune: se non verrà azzerato il  finanziamento all’edilizia di culto, per il principio di non discriminazione l’Uaar chiederà alla prossima amministrazione di ricevere la fetta spettante ai cittadini atei, agnostici e laici di fatto (oltre il 70%, se si considerano le scelte in età adulta fatte da chi si sposa con rito civile nella nostra città), impegnandosi a utilizzare tutte le somme per opere di edilizia scolastica (statale, cioè di tutti, credenti e non).

Riferimenti:
Petizione Uaar al Comune di Bologna
Campagna Oneri UAAR
Esempio di delibera di distribuzione degli Oneri di urbanizzazione secondaria a Bologna

Roberto Grendene 340 7278317
Coordinatore del  Circolo Uaar di Bologna

comunicati , , ,

Sbattezzo del 25 ottobre, com’è andata?

9 Gennaio 2010
Commenti disabilitati su Sbattezzo del 25 ottobre, com’è andata?

Hai aderito alla Giornata dello Sbattezzo dello scorso 25 ottobre, inviando direttamente la raccomandata alla parrocchia, o dandone incarico al circolo UAAR di Bologna?

Ti chiediamo di informarci sullo stato della pratica: vogliamo fare un bilancio statistico sul buon fine o meno raggiunto dalle domande presentate con riferimento a quella data.

Per favore scrivi all’indirizzo ennepenne@tin.it

Hai  ricevuto una risposta positiva e definitiva dal parroco o dalla curia? E’ stata allegata la fotocopia dell’avvenuta annotazione (non obbligatoria) ?
Hai solamente ricevuto una risposta interlocutoria di invito al ripensamento?
Se non hai ricevuto alcuna risposta o un chiaro rifiuto l’UAAR cercherà di consigliarti e sostenerti per ottenere la doverosa annotazione che hai richiesto sino ad assisterti in un ricorso al Garante della privacy.

Le tue informazioni ci servono statisticamente, ma anche in parole meno burocratiche, a capire che aria tira nelle curie.  Se ci hai già comunicato l’esito del tuo sbattezzo, ti chiediamo per favore di ripeterlo, grazie.

Grazie, cari saluti, circolo UAAR di Bologna

comunicati ,

Auguri di un (più) laico 2010

29 Dicembre 2009

Il circolo UAAR di Bologna augura a tutti buon anno nuovo!

Per  ricordare il 2009 che volge ormai al termine segnaliamo il Report 2009 sulla laicità creato dalla Rete Laica di Bologna, di cui il nostro circolo fa parte.

http://retelaicabologna.files.wordpress.com/2009/12/bianche-feste-rete-laica-bologna2.pdf

Potrete trovare un riassunto delle <<vicende più importanti che hanno riguardato le nostre città e l’Italia, con uno sguardo attento anche al resto del mondo. Sono fatti, azioni, opinioni, dichiarazioni, movimenti che per ogni mese abbiamo ritenuto i più significativi per leggere la storia dei nostri giorni dal punto di vista della laicità.>>

Buona lettura e buon anno!

comunicati ,

Isteria pro-crocifisso

10 Novembre 2009

9/11/2009 – COMUNICATO STAMPA
Dilaga l’isteria pro-crocifisso

Non si va certo leggeri, in Italia, nel criticare la sentenza della Corte Europea dei diritti dell’Uomo, e con essa coloro che l’hanno apprezzata e l’Uaar, Unione degli atei e degli agnostici razionalisti, che ha promosso, sostenuto e curato tecnicamente tutto l’iter giuridico, che era già passato da Tar del Veneto, Corte Costituzionale e Consiglio di Stato.
Ci sono sindaci che vogliono multare chi toglie il crocifisso, fanatici che promuovono gruppi Facebook dall’evangelico nome di Tu stacchi il crocefisso dal muro? Io ti stacco le mani! , ministri come Ignazio La Russa che si permette di dire sulla TV pubblica «possono morire, non lo leveremo il crocifisso, possono morire loro e quei finti organismi internazionali che non contano nulla».

Alle reazioni scomposte di diversi rappresentati istituzionali bolognesi si è aggiunta ora la voce della Curia.
Il cardinale Caffarra lancia un appello per non lasciarsi ingannare dalla retorica della giustizia e dei diritti, in quanto orpelli.

Ci rivolgiamo a tutte le istituzioni bolognesi, affinché prendano le distanze da simili affermazioni, contrarie ai principi liberali della nostra democrazia, che già calpesta i diritti civili dei cittadini atei e agnostici riservando privilegi e immunità anacronistici ad una confessione religiosa (e alla sua gerarchia in particolare).
Allo Stato che regala un miliardo di euro l’anno alla Chiesa Cattolica con l’8×1000, si aggiunge il comune di Bologna, che nel terzo millennio finanzia l’edilizia di culto con circa 600.000 euro l’anno e l’educazione in scuole confessionali con più di un milione di euro l’anno.

Le dichiarazioni di Caffarra gettano fango sulla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali, alla quale la nostra Repubblica aderisce.
Si vantano diritti di non bene identificate “comunità”, marchiando come “orpelli” le libertà individuali che tali comunità vogliono calpestare anche in chi ad esse non appartiene.

Non è questione di retorica, sono in ballo diritti fondamentali: è ora di finirla con leggi liberticide che impongono a tutti come vivere, di agonizzare invece che morire con dignità, di dover pagare con le nostre tasse una casta religiosa sempre più ricca, di indottrinare i bambini nella scuola pubblica. A questi danni si vuole anche aggiungere la beffa di avere sopra la nostra testa, negli uffici pubblici e nelle scuole in particolare, il simbolo religioso dei privilegiati. Non ci sentiamo offesi, ci sentiamo discriminati. Lavori scolastici di alunni liberi di sviluppare pensiero critico, questo e’ quello che vorremmo appeso alle pareti della scuola pubblica.

comunicati ,

A Bologna il crocifisso imposto nella scuola pubblica?

10 Novembre 2009
Commenti disabilitati su A Bologna il crocifisso imposto nella scuola pubblica?

5/11/2009 – COMUNICATO STAMPA

Crocifisso imposto nella scuola pubblica? La parola ai promotori del ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo

La Corte Europea dei diritti dell’uomo ha detto «no» ai crocifissi in classe, pronunciandosi sul ricorso di una cittadina italiana, socia Uaar.

L’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti ha infatti promosso, sostenuto e curato tecnicamente tutto l’iter giuridico, che era già passato da Tar del Veneto, Corte Costituzionale e Consiglio di Stato. Quest’ultimo aveva stabilito la legittimità della presenza del crocifisso in classe, adottando per di più la formula del «crocifisso quale simbolo della laicità dello Stato»: una linea a nostro avviso lontana dalla realtà, e chiaramente sconfessata da Strasburgo.

L’Italia aveva sottoscritto, nel 1950, la Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali.
Ancor più della palese violazione di tale patto internazionale con l’imposizione nella scuola pubblica di un simbolo ideologico di una specifica religione sugli altri (che ha origine nel ventennio fascista), suscitano sgomento le reazioni scomposte dei nostri rappresentati istituzionali.
Se a livello nazionale un ministro della Repubblica, Ignazio La Russa, si permette di dire sulla TV pubblica «possono morire, non lo leveremo il crocifisso, possono morire loro e quei finti organismi internazionali che non contano nulla», a livello bolognese assistiamo ad una sorta di gara per imporre in tutte le scuole il crocifisso. E per imporre nella scuola pubblica un simbolo religioso (e solo quello!) ai bambini dai tre anni di età, lo Stato presunto laico e praticamente tutti gli esponenti delle forze politiche bolognesi si pongono al di fuori della Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali.

L’UAAR saluta invece la sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo come un grande passo per la laicità italiana.
Laicità ancora ben lontana: non dimentichiamo, e non lo dimenticano centinaia di migliaia di famiglie, come nella scuola pubblica vengano discriminati coloro che non intendono sottoporre i propri figli, dai tre anni di età, all’insegnamento della religione cattolica per due ore la settimana, con insegnanti pagati dallo stato ma scelti dal vescovo.

Al danno si aggiunge la beffa, quando parcheggiati in altre classi, messi nel corridoio, accompagnati in aule senza attività didattiche che spetterebbero loro di diritto, vedono sopra le loro teste il simbolo religioso che in quel contesto viene a rappresentare l’origine della loro discriminazione.

Roberto Grendene
Coordinatore del Circolo UAAR di Bologna

comunicati ,

Giornata dello sbattezzo a Bologna: chi vuole limitare da libertà di espressione?

29 Ottobre 2009

Domenica 25 ottobre 2009, in via Altabella, era presente per il secondo anno e per la seconda volta nello stesso mese, un tavolo informativo UAAR sullo sbattezzo.

Lo sbattezzo è l’espressione dell’elementare diritto, sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e riconosciuto in Italia da un provvedimento del Garante per la privacy, di poter abbandonare una confessione religiosa. Nel caso specifico, di non essere più considerati dallo Stato come “sudditi” della Chiesa, “obbedienti” e “sottomessi” alle gerarchie ecclesiastiche, come recita il Catechismo.

Sono stati 49 i cittadini bolognesi che il 25 ottobre, in occasione della seconda giornata dello sbattezzo e grazie all’assistenza della UAAR, hanno potuto spedire la raccomandata di cancellazione degli effetti civili del battesimo. E sempre grazie alla nostra presenza, sono state raccolte centinaia di firme per la delibera di iniziativa popolare sull’istituzione del registro dei testamenti biologici presso il Comune di Bologna promossa dalla Rete Laica Bologna, a cui l’UAAR aderisce e partecipa. Tra queste anche quella di una signora che, ci ha dichiarato, “vado a messa tutte le domeniche, ma non voglio finire come Eluana Englaro”.

Qualcuno però non voleva permettere che questi servizi fossero forniti ai cittadini. Servizi, lo sottolineiamo, che discendono da norme e principi costituzionali a salvaguardia di diritti fondamentali: la libertà di religione e dalla religione, il diritto di partecipare al processo democratico, la libertà di espressione.
La mattina di domenica scorsa è infatti intervenuta prima la Digos, verso le 10:30, ad identificare i nostri volontari e a chiedendoci di sgomberare. Esibito loro il regolare permesso del Comune di Bologna, la Digos ha ceduto il posto ad una pattuglia della Polizia Municipale. Di nuovo c’è stata l’identificazione dei nostri volontari, e la richiesta di sgombero. E di nuovo abbiamo esibito il permesso concesso dell’autorità competente, rimanendo sul posto in attesa di un verbale o una qualsiasi motivazione che rendesse tale permesso illegittimo.

Per capire come e perché nella nostra città si voglia limitare la libertà di espressione, e in modo specifico alla nostra associazione, oggi abbiamo richiesto all’urp del Comune la copia della relazione d’intervento della Polizia Municipale. Ci chiediamo soprattutto chi ha chiesto l’intervento delle forze dell’ordine: la nostra sensazione è che gli agenti non avessero affatto chiaro perché dovesse essere sgomberato un semplice e conosciuto tavolo informativo dotato di tutti i permessi (sono anni che l’UAAR, associazione di promozione sociale riconosciuta dal Ministero, si confronta a Bologna e in tutta Italia con i cittadini sulle proprie campagne).

Conoscevamo, e conoscevano gli uffici competenti, l’esistenza di un provvedimento del Prefetto di Bologna che, in accordo con il sindaco, stabiliva il divieto di cortei e manifestazioni nelle principali piazze e vie della città, ogni sabato dalle 14 e ogni domenica. Divieto che, calpestando i diritti di cittadini atei e agnostici, delle loro associazioni ed anche delle confessioni di minoranza, non vale per le manifestazioni religiose “tradizionali“. Questa discriminazione, a nostro avviso anticostituzionale e indegna di un paese civile, dovrebbe essere rimossa. Di certo non può e non deve essere estesa a semplici tavoli informativi e di raccolta firme, svolti ai sensi e per l’applicazione di norme dello Stato.

banchetti, comunicati, petizioni , ,

La voce della Bologna laica sui finanziamenti alle scuole private

3 Ottobre 2009
Commenti disabilitati su La voce della Bologna laica sui finanziamenti alle scuole private

Il Circolo UAAR di Bologna ha sottoscritto, come aderente alla Rete Laica Bologna, il seguente comunicato.

FINANZIAMENTI ALLE SCUOLE PRIVATE.
RETE LAICA BOLOGNA: “L’ULTIMA PAROLA SPETTA ALLA COSTITUZIONE”

Di fronte alla pretesa della Curia di Bologna di ricevere “il 30% della torta” per le scuole private e in gran parte cattoliche, ovvero il 30% del bilancio comunale destinato all’istruzione, riteniamo necessario far sentire la voce della Bologna laica.

In primo luogo ricordiamo che l’art. 33 comma 2 della Costituzione recita che “la Repubblica istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi”, imponendo alle istituzioni di offrire a tutti la scuola pubblica statale, laica, pluralista.

Tale impostazione riflette l’idea riassunta nelle parole di Piero Calamandrei, padre costituente della Repubblica: “La scuola di Stato, la scuola democratica, è una scuola che ha un carattere unitario, è la scuola di tutti, crea cittadini, non crea né cattolici, né protestanti, né marxisti. La scuola è l’espressione di un altro articolo della Costituzione: dell’art. 3: ‘Tutti i cittadini hanno parità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione politica, di condizioni personali e sociali'”.

Sempre l’art. 33 comma 3 della Costituzione afferma con chiarezza che “enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”.

La Costituzione prevede pertanto due sistemi scolastici profondamente diversi proprio nelle loro finalità: da una parte un sistema pubblico aperto a tutti, per sua natura caratterizzato dalla libertà di insegnamento e quindi pluralista; dall’altro un sistema di scuole private che garantisce la libertà del cittadino italiano di educare i figli secondo le proprie tendenze ideologiche o religiose.

Il secondo sistema – o per motivi ideologici o per motivi commerciali – limita la libertà di insegnamento e la libertà di accesso dei cittadini. Infatti la legge 62/2000 prevede espressamente che le scuole paritarie accolgono chiunque ne “accetti il progetto educativo. Il progetto educativo indica l’eventuale ispirazione di carattere culturale o religioso”. Quindi, anche se svolgono un servizio rivolto a una specifica fascia d’utenza, non possono ricevere finanziamenti dallo Stato.

Va altresì ribadito non si può applicare il principio di sussidiarietà alla scuola. La scuola statale non è un servizio ma un’istituzione che tutela la libertà di coscienza e la libertà di educazione dei genitori di cui all’art. 30 della Costituzione.

L’istituzione locale non può in nome di problemi di bilancio costringere genitori che hanno scelto la scuola pluralista ad accedere a scuole che fanno legittimamente della loro identità religiosa l’impostazione culturale della loro azione didattica.

La nostra opposizione al finanziamento alle scuole private deriva prima di tutto dalla preoccupazione che le istituzioni pubbliche possano comprimere la libertà di religione e dalla religione (art. 19 della Costituzione), posta a fondamento del nostro Stato laico.

Sulla base dei principi richiamati chiediamo al Comune di Bologna di aprire al più presto un dibattito trasparente sul futuro della scuola pubblica al quale partecipi l’intera città. La questione attiene sia all’utilizzo dei soldi pubblici per il bene comune sia alla tutela del diritto all’istruzione laica e pluralista.

RETE LAICA BOLOGNA

La Rete Laica di Bologna è un tavolo informale d’incontro, di discussione, di proposta e di mobilitazione per difendere ed estendere la laicità delle istituzioni bolognesi e italiane. Vi partecipano associazioni e singoli/e.
Attualmente partecipano (in ordine alfabetico):
Associazione Amici Eremo di Ronzano
Associazione Bologna Città Libera
Associazione Libera Uscita
Associazione Per la Sinistra Bologna
Cellula Luca Coscioni Bologna
Chiesa Evangelica Metodista di Bologna
Comitato bolognese Scuola e Costituzione
Libera Uscita
Noi siamo Chiesa Emilia-Romagna
Rivista Lucidamente
UAAR – Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, Bologna

E-Mail: rete.laica.bologna@gmail.com
Blog: http://retelaicabologna.wordpress.com/
Facebook: http://www.facebook.com/pages/Rete-Laica-Bologna/142504218675
Twitter: http://twitter.com/relabo

comunicati , ,