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Archivio per la categoria ‘enti locali’

Provincia sotto benedizione, ma quest’anno si “stimbra”

20 Marzo 2012
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Sapevamo che la presidente della Provincia di Bologna, Beatrice Draghetti, usa il suo ruolo istituzionale per promuovere la religione cattolica tra i dipendenti.
Nel 2007 avevamo avuto una corrispondenza via mail dopo che aveva inviato a tutto il personale il programma della XX Decennale Eucaristica fornitole dalla parrocchia.
Nel 2008 avevamo protestato nuovamente, questa volta per il suo invito alla benedizione pasquale inviato a tutti gli uffici e a tutti i dipendenti, nel quale la presidente Draghetti consentiva di praticare e partecipare ad atti di culto cattolici in tutti gli uffici e in orario di lavoro.
Nessuna meraviglia che questo malcostume sia continuato negli anni.
Lo stesso copione si è ripetuto infatti il 6 marzo scorso, quando la presidente Draghetti che ha comunicato a tutto il personale che la giornata di domani, 21 marzo, vedrà mons. Ottani pregare e benedire assieme ai dipendenti iniziando dalla Sala del Consiglio di via Zamboni, proseguendo nella sala riunioni di via Benedetto XIV e in tutti gli uffici di entrambe le sedi ove sia chiamato.

La nostra lettera del 2008 si concludeva con la richiesta di «conferma del fatto che la presenza al rito religioso in oggetto avvenga in regime di permesso non retribuito». Non avevamo mai avuto risposta, ma quest’anno è intervenuta la direzione della Provincia specificando ciò su cui la presidente Draghetti glissava sempre, ossia che prima di mettersi a praticare atti di culto sul luogo di lavoro occorre almeno prendere un permesso non retribuito.
È ancora lunga la strada per arrivare ad essere liberi dalla religione cattolica per i dipendenti della Provincia di Bologna, ma un primo passo è stato compiuto.

AGGIORNAMENTI. Altri articoli online su:
22 marzo
Il Resto del Carlino (che riprende in modo esaustivo il comunicato del circolo UAAR di Bologna)
Repubblica Bologna (che cita l’Uaar e il suo plauso per il primo passo verso la libertà dalla religione)
Il Corriere Bologna
23 marzo
Ultimissime Uaar

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Rinnovo della convenzione comunale con il Cassero

11 Febbraio 2012
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Giovedì 9 febbraio si è svolta un’audizione della Commissione Cultura con l’Arcigay e le altre Associazioni ospitate nell’edificio storico “La Salara”, tra le quali anche il Circolo UAAR di Bologna rappresentato dal coordinatore Paolo Marani.

La convenzione, che assegna l’uso dei locali senza chiedere l’affitto, era stata messa in discussione dal Pdl, all’opposizione a Bologna. La motivazione ufficiale stava nella constatazione di un utile nell’ultimo bilancio dell’ Arcigay “Cassero” che gli permetterebbe di pagare l’affitto, ma durante il dibattito si è palesata la reale motivazione basata su di una ideologia omofoba, espressa mediante un ridanciano moralismo col paraocchi.

Legare la diretta o indiretta concessione di denaro pubblico alla moralità dell’utilizzatore è faccenda da teocrazia, da tribunale del popolo. Comporta un giudizio personale che, ad esempio da parte nostra, inviterebbe a controllare come si comportano i maggiori beneficiari del sostegno pubblico comunale, ovvero le varie realtà cattoliche. Nonchè, tornando ai soldi, a capire perchè annualmente il Comune devolva centinaia di migliaia di euro al maggior immobiliarista italiano tramite gli Oneri di Urbanizzazione secondaria, pur non essendovi obbligato.
Non solo, il Comune prima di elargire soldi pubblici alla Curia non le chiede nemmeno il bilancio e lo stato patrimoniale.

Il Cassero ha evidenziato il valore sociale della sua realtà che nel quotidiano è un punto di riferimento per l’affermazione identitaria di tante persone, spesso anche con vite difficili, cacciate di casa o con alle spalle umiliazioni e maltrattamenti. Realtà che inoltre si concretizza nella continua opera gratuita di prevenzione contro l’ AIDS, che altrimenti graverebbe sulle casse comunali ben più dell’affitto non percepito.

Il nostro Circolo testimonia che non ha mai pagato un centesimo per l’ospitalità ricevuta dall’Arcigay.

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San Lazzaro di Savena: più di un milione di euro per l’edilizia di culto

29 Dicembre 2011
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Abbiamo effettuato l’accesso agli atti al Comune di San Lazzaro di Savena alla ricerca di finanziamenti pubblici all’edilizia di culto.

In base ai dati raccolti è emerso che, dal 1997 al 2010, dalle casse comunali sono usciti 1.043.403,80 euro, consegnati a don Domenico Nucci in quanto “incaricato a rappresentare gli Enti Religiosi operanti nel Comune di San Lazzaro di Savena, in virtù di comunicazione dell’Ordinario Diocesano prot. n. 3176 del 23 marzo 1979”.

Una fetta di questa torta milionaria don Nucci l’ha consegnata ai Testimoni di Geova, fetta che secondo i nostri calcoli vale 169.308,88 euro (per gli anni 1998, 2009, 2010 abbiamo ipotizzato una ripartizione del 18%, come documentato per tutti gli anni dal 1999 al 2008)

Ricordiamo che è sufficiente una semplice delibera del Consiglio Comunale per azzerare gli arcaici contributi comunali all’edilizia di culto, scelta che permetterebbe di utilizzare tali somme per edilizia scolastica, verde pubblico, parcheggi, impianti sportivi e altre opere di tutti e per tutti.

Sul sito del Comune di San Lazzaro di Savena sono visionabili le delibere di finanziamento dell’edilizia di culto a partire dall’anno di competenza 2005.

Maggiori informazioni sugli oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto sono disponibili alla pagina della Campagna oneri UAAR.

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L’assessore alla casa non implori la Curia: tagli subito i finanziamenti comunali all’edilizia di culto

12 Dicembre 2011
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12/12/2011 COMUNICATO STAMPA del Circolo UAAR di Bologna

L’assessore alla casa non implori la Curia: tagli subito i finanziamenti comunali all’edilizia di culto

Il Circolo UAAR di Bologna commenta le dichiarazioni dell’assessore Malagoli e dell’economo dell’Arcidiocesi monsignor Gian Luigi Nuvoli in merito ai fondi pubblici e alle esenzioni di cui gode la Chiesa

L’assessore Malagoli ha rivolto un appello quasi supplichevole all’Arcidiocesi affinché faccia la sua parte per fronteggiare la crisi.
La risposta di monsignor Nuvoli, economo della Curia, è stato uno stizzito rifiuto, sostenendo che vincono sempre loro perché sono dalla parte di Dio.

«Il Comune di Bologna chiede la carità al più grande immobiliarista sul mercato, ma finanzia spontaneamente il patrimonio dell’Arcidiocesi con circa mezzo milione di euro l’anno» afferma Roberto Grendene, portavoce del Circolo UAAR di Bologna. «Come ha fatto mons. Nuvoli, anche noi invitiamo l’assessore Malagoli a lavorare invece di implorare: cominci con l’azzerare la quota di oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto». Per farlo, basta una delibera, come specificato nella petizione che l’UAAR ha depositato da tempo all’ufficio protocollo del Comune e che forse l’assessore Malagoli non ha ancora visionato. Il Circolo UAAR di Bologna è disponibile ad incontrare l’assessore per illustrargliela.

Lascia esterrefatti l’affermazione di monsignor Nuvoli riguardo ai duemila anni di storia durante i quali il Signore avrebbe dato sempre ragione alla Chiesa e torto a chi la pensa diversamente.
«La rievocazione dei duemila anni di  ‘ragione’ imposta con la violenza e giustificata dall’essere dalla parte di Dio dovrebbe far riflettere la nostra Giunta sulla strategia della malsana sussidiarietà che ha intrapreso: quali messaggi diseducativi vengono trasmessi nelle scuole private controllate dalla Curia e ‘sussidiate’ da Comune, Regione, Stato?».

«Nessuno ha mai proposto di tassare le mense dei poveri: è di dubbio gusto farsi scudo della carità fatta con i soldi pubblici per avere un lasciapassare su mille altre attività».
I costi pubblici della Chiesa non si limitano all’ICI non pagata sugli edifici adibiti anche se non interamente ad attività commerciali o sulle abitazioni dei sacerdoti (considerate pertinenze degli edifici di culto pur essendo abitazioni a tutti gli effetti).
L’UAAR ha lanciato da pochi giorni la prima inchiesta online sull’impatto che i contributi erogati e i privilegi di cui dispone la Chiesa cattolica hanno sulle casse pubbliche: in via prudenziale è di 6.086.565.703 euro l’anno.
Tutti i dettagli nel sito icostidellachiesa.it

Il Circolo UAAR di Bologna

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La “campagna oneri” è una indagine nazionale UAAR sugli oneri di urbanizzazione secondaria che i comuni italiani utilizzano per l’edilizia di culto. Dettagli e banca dati reperibili su:
http://www.uaar.it/uaar/campagne/oneri/
Per Bologna essa mostra come la Curia e in misura marginale altre confessioni religiose abbiano ricevuto circa 6 milioni di euro di fondi pubblici comunali in dieci anni, dal 2000 al 2009.

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Zola Predosa: oltre mezzo milione di euro per l’edilizia di culto

7 Novembre 2011
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L’UAAR ha chiesto al Comune di Zola Predosa di accedere agli atti relativi alle erogazioni di oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto.

Dall’esame della documentazione ottenuta è emerso che dal 2000 al 2010 sono stati distribuiti 566.153,57 euro, di cui 514.020,87 euro all’abate Don Gino Stazzari “nella sua qualità di rappresentante degli Enti Religiosi Cattolici del Comune di Zola Predosa” e 52.132,70 euro alla Congregazione dei Testimoni di Geova.

Ricordiamo che è sufficiente una semplice delibera del Consiglio Comunale per azzerare gli arcaici contributi comunali all’edilizia di culto, scelta che permetterebbe di utilizzare tali somme per edilizia scolastica, verde pubblico, parcheggi, impianti sportivi e altre opere di tutti e per tutti.

Sul sito del Comune di Zola Predosa sono visionabili le delibere di finanziamento dell’edilizia di culto fino all’anno di competenza 2004.
Sono le delibere di Giunta 104/2001, 108/2002, 128/2003, 35/2004, 62/2005.
Dopo il 2004 il comune ha finanziato il patrimonio immobiliare della Chiesa Cattolica e della Congregazione dei Testimoni di Geova con determinazioni dirigenziali, documenti non consultabili in rete ma solo su esplicita richiesta di accesso agli atti.

Maggiori informazioni sugli oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto sono disponibili alla pagina della Campagna oneri UAAR.

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CRAL Regione Emilia Romagna: una messa per ricordare i dipendenti scomparsi

3 Novembre 2011
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Il CRAL (Circolo Dipendenti della Regione Emilia-Romagna) ha organizzato per oggi, giovedì 3 novembre, una Giornata del Ricordo in memoria dei dipendenti dell’amministrazione scomparsi. La commemorazione avverrà con una messa presso la Chiesa di San Vincenzo de Paoli. La notizia si ritrova anche nella prima pagina del periodico del CRAL (vedi pdf).

Cinzia Scarpellini, dipendente della Regione Emilia Romagna, ha scelto di scrivere al CRAL per esprimere il suo dissenso a essere ricordata, in caso di decesso, in un simile cerimoniale di una religione che non le appartiene. L’UAAR è stato incluso nello scambio di email che è seguito, e ve lo riassumiamo.

Il presidente del CRAL ha risposto a Cinzia rassicurandola sul fatto che non verrà inserita nella lista dei nominativi, ma ha anche aggiunto, caustico, la proposta di mettere nella sede dell’Associazione un cartello con l’indicazione “da non ricordare in caso di morte”, nel quale poter lasciare il proprio nominativo.

Cinzia ha osservato che il cartello sarebbe inopportuno in quanto pubblicizzerebbe informazioni relative alla sfera religiosa, alle quali la legge sulla privacy dedica una speciale tutela in quanto dati sensibili.

Il sindacato UIL, incluso anch’esso nello scambio di email, ha argomentato che l’inserimento in un’iniziativa di commemorazione dovrebbe essere subordinato a un precedente assenso, del deceduto o dei suoi cari, così che anche un non cattolico sia rispettato nella sua privacy, e i suoi familiari lo siano nel loro lutto.

Ma a parte questo, perché il CRAL non ha pensato a una commemorazione laica? Non voler essere ricordati in una cerimonia cattolica non equivale a non voler essere ricordati affatto, ha giustamente osservato Cinzia.

La risposta del presidente su questo punto è stata che la Regione, interpellata a proposito, si era mostrata disinteressata a un evento che commemorasse i dipendenti scomparsi, e a quel punto il CRAL aveva ritenuto che una messa in ricordo fosse la cosa “più giusta” da fare. Ha poi aggiunto che “noi Laici” dovremmo essere esempi di tolleranza.

Come Circolo di Bologna abbiamo risposto al presidente che, comunque la si giri, una messa non è laica.

Le opinioni di Cinzia Scarpellini sono da noi condivise: “noi laici” vogliamo dare e vogliamo ricevere rispetto, e proprio per questo chiediamo cerimonie civili. Cerimonie che, non prendendo parte alcuna, includano tutti. Una scelta doverosa per il Circolo Dipendenti della Regione Emilia Romagna, che da statuto dichiara di ispirarsi ai principi di democrazia e uguaglianza dei diritti.

Cinzia Scarpellini ha esposto la sua opinione sull’evento anche in un post su Cronache Laiche.

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Domani si inaugura il Filonido: con una benedizione

23 Settembre 2011
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È prevista per domani alle 10:30 l’inaugurazione del Filonido, il nuovo nido del quartiere San Donato: sono previsti diversi interventi, una visita guidata, e laboratori per i i bimbi.. ma prima di tutto, taglio del nastro e benedizione.

Una coppia di nostri soci ha scritto al nido e alle istituzioni coinvolte, per osservare come tale presenza religiosa fosse fuori luogo in una simile circostanza. Ecco la loro lettera:

Gentili signori,

leggo con piacere che il 24 settembre p.v. verrà inaugurato il Filonido.
Desidero però segnalare un refuso nel volantino: si parla di benedizione.

Il Filonido è aperto a tutti i bambini di tutte le culture e religioni, immagino, visto che, pur essendo privato è gestito in collaborazione col comune di Bologna e con l’ausilio del quartiere, e tra i proprietari vi è la Regione Emilia Romagna, istituzione pubblica e laica quindi sarebbe rispettoso nei confronti di tutti fare un’inaugurazione laica e festosa.

Evitate pertanto benedizioni di qualsivoglia religione e personaggio religioso. Sono sicura poi che la buona riuscita delle attività didattiche del nido non dipenderà da benedizione alcuna ma dalle capacità di insegnanti, genitori ed amministrazione.

Confidando nella celere correzione del volantino invio cordiali saluti

lettera firmata

Nella risposta ricevuta, è stato sottolineato che la gestione del nido è privata, nonostante la collaborazione con soggetti pubblici. Inoltre si argomenta che la benedizione costituirebbe tradizione e non atto di culto, ed è da considerarsi evento extra-scolastico. Qualunque altro evento di tipo confessionale nel servizio educativo sarà concordato coi genitori.

La posizione non ci convince. Dal volantino la benedizione risulta addirittura il primo punto del programma di inaugurazione.

L’evento si svolge in quella che sarà la sede della scuola, i bambini sono stati invitati e saranno presenti: a renderlo extra-scolastico è solo il fatto che non è compreso nell’orario di apertura formale del nido, o dell’orario di lavoro dei suoi dipendenti?

Inoltre, se è vero che il Filonido non è un nido pubblico, non è neanche esattamente privato. Il Comune stesso lo definisce un nido pubblico di infanzia interaziendale. Le regole per l’accesso al nido sono le stesse delle graduatorie dei nidi comunali, le graduatorie sono gestite dal Comune, i posti riservati al Comune sono assegnati ai cittadini con le stesse identiche politiche dei nidi comunali, e gli standard qualitativi ed educativi sono definiti dal Comune sulla base degli standard dei nidi comunali.

La struttura è stata costruita da un consorzio di enti pubblici e privati: Regione Emilia-Romagna, Unipol, Legacoop e Hera. Lo stesso consorzio, insieme al Comune di Bologna, ne paga la gestione, la quale è stata appaltata a Karabaknove, un consorzio composto di associazioni solo private (Società Dolce, Cadiai, Camst e Cipea). Al Comune restano una quantità di quote, e non indifferenti spese di gestione. All’inaugurazione saranno presenti rappresentanti della Regione, del Comune e del Quartiere, ad applaudire il frutto dell’accordo tra la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Bologna, come si legge dall’invito all’inaugurazione.

Ci sembra un po’ forzato liquidarlo come “nido privato”.

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Testamento biologico: parte il registro a Casalecchio di Reno

31 Agosto 2011
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A partire da domani, 1 settembre 2011, il Comune di Casalecchio di Reno mette a disposizione dei propri cittadini la possibilità di registrare la propria volontà anticipata per i trattamenti sanitari (il cosiddetto ‘testamento biologico’).

Questo servizio laico per l’autodeterminazione dei cittadini nasce a seguito di un ordine del giorno del consigliere Andrea Graffi, già socio UAAR, sottoscritto da PD, IDV e VERDI, alla presentazione del quale hanno contribuito le rivendicazioni del Circolo UAAR di Bologna [vedi campagna UAAR Liberi di scegliere].

Sul sito del Comune di Casalecchio di Reno sono disponibili informazioni dettagliate e la modulistica necessaria per la registrazione della propria DAT. Vi si può leggere inoltre che il servizio attribuisce “certezza giuridica alla provenienza del documento, la data certa, i dati identificativi della persona e del suo fiduciario”: una chiara presa di posizione a favore dei diritti sanciti dall’art. 32 della Costituzione e di opposizione all’accanimento con cui il Governo e le gerarchie ecclesiastiche stanno ostacolando queste iniziative.

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