Sequestro di 22 milioni dal conto in Svizzera dell’Arcidiocesi

24 Aprile 2013
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Nella lite giudiziaria per la miliardaria eredità FAAC, l’Arcidiocesi di Bologna era stata costretta dal giudice a mettere a disposizione 36,5 milioni di euro che mancavano all’appello. Viene ora alla luce un altro altarino: ben 22 milioni di euro di queste “risorse mancanti”, messe adesso sotto sequestro, erano stati depositati in un conto svizzero. Non solo: l’organizzazione del card. Caffarra aveva provveduto a cambiare — chissà perché — l’intestazione del conto.

Stiamo parlando della stessa organizzazione che pretende dal Comune il 30% della torta per le scuole materne cattoliche, che riceve sempre dal Comune mezzo milione di euro l’anno per il proprio patrimonio immobiliare, che riceve dallo Stato “mance” da 330mila euro e che, su scala nazionale, beneficia di oltre 6 miliardi di finanziamenti pubblici all’anno.

Sarebbe il caso che il sindaco di Bologna commentasse questa fitta e inarrestabile pioggia di denaro pubblico nelle casse di un ente stra-ricco che sfugge a controlli patrimoniali e finanziari. I fatti mostrano da un lato un bilancio comunale sempre più magro e una lista d’attesa per la scuola pubblica e laica. Dall’altro una Arcidiocesi che continua a battere cassa per le proprie scuole private, nonostante abbia conti in Svizzera a cui cambia ‘provvidenzialmente’ l’intestazione.
Con quali motivazioni (e con che coraggio) il sindaco di Bologna continuerà sostenere la scelta sussidiarista di stampo ciellino al referendum del 26 maggio?

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Castiglione: la Curia sfratta i bambini della scuola media

14 Aprile 2013
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A Lagaro, frazione di Castiglione dei Pepoli, la Curia affittava al Comune per 11mila euro l’anno un edificio adibito a scuola media per cinquanta bambini. Il proprietario, presunto ente benefico senza scopo di lucro, ha voluto però raddoppiare il lucro. Il comune si è rifiutato di pagare 22mila euro l’anno, iniziando a pagarne 13mila come da valutazione tecnica del prezzo di mercato. Ma puntualmente è arrivato lo sfratto, che sarà esecutivo dal 1° luglio 2013.

Ne ha dato notizia Repubblica, riportando la reazione infuriata dei genitori che arrivano contestare pubblicamente il card. Caffarra: “Non possono sbattere per strada così tanti bambini, soprattutto perché l’edificio è stato donato alla Chiesa proprio per costruirci una scuola”. Da parte sua, il sindaco di Castiglione, Daniela Aureli avrebbe dichiarato: “Ci devono dare più tempo, non hanno nessuna urgenza. Noi abbiamo anche detto che siamo disposti a comprare l’edificio, fare i lavori oppure a pagare 16mila euro di affitto rispetto ai 13mila attuali. Ma per ora niente”.

Non ci stupiscono le pretese di una Chiesa che cura i suoi interessi finanziari. A maggior ragione se si pensa che la Chiesa è il più grande proprietario immobiliare del nostro paese, e che controlla o possiede direttamente la maggioranza delle scuole private. Per quale ragione dovrebbe agevolare la scuola della Repubblica, quando vuole invece espandere le proprie scuole rivendicando per esse sempre maggiori sussidi pubblici?

Ci stupiscono semmai le reazioni meravigliate del sindaco o di tanti genitori, i quali per protesta non mandano più i bambini a catechismo a Lagaro ma li mandano a Castiglione (potrebbe essere più efficace una richiesta in massa dell’ora alternativa). La realtà è che dal 1° di luglio cinquanta bambini saranno senza scuola: la Curia potrà “generosamente” salvarli accettando un cospicuo aumento del canone, o potrà legittimamente lasciarli per strada realizzando nell’edificio una scuola privata, un albergo o anche tenendolo sfitto (le risorse finanziarie non le mancano).

C’è da chiedersi fino a che punto si è spinta l’ingenuità del sindaco. Con un affitto di almeno 13mila euro da pagare ogni anno alla Curia, e con il dovere di costruire una scuola di proprietà comunale per non sottostare ai ricatti del proprietario, avrà deciso di non erogare contributi all’edilizia di culto accantonandoli invece per l’edilizia scolastica?
Castiglione appartiene ai comuni meno trasparenti dell’indagine del nostro circolo sugli oneri di urbanizzazione secondaria (OnUS) per edilizia di culto: la nostra richiesta di accesso agli atti è stata inviata 16 dicembre scorso, ma il comune non ci ha mai risposto. Per questo ieri abbiamo inviato il seguente sollecito all’ufficio protocollo, mettendo per conoscenza il sindaco e gli uffici dei servizi scolastici e sociali.

13 aprile 2013

Al Comune di Castiglione dei Pepoli

OGGETTO:
Richiesta accesso atti: Oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto e Albo beneficiari

Il 16 dicembre scorso inviammo la seguente richiesta di accesso ad atti che peraltro dovrebbero essere pubblici.
Oltre la metà dei comuni contattati nella provincia di Bologna ci ha risposto (vedere inchiesta). Castiglione dei Pepoli risulta ad oggi nella lista dei comuni meno trasparenti.
Ipotizzando che la mail possa non esservi giunta per problemi telematici, con la presente rinnoviamo la richiesta.

In relazione alle notizie sullo sfratto della Curia ai danni dei ragazzi che frequentano la scuola media a Lagaro, le informazioni richieste risultano particolarmente importanti per la cittadinanza.
In base alla legge 383/2000, alla nostra associazione, in qualità di associazione di promozione sociale iscritta al registro nazionale presso in ministero della Solidarietà sociale, è riconosciuto il diritto di accesso ai documenti amministrativi in oggetto (art. 22 legge 7 agosto 1990, n. 241).

Certi di un rapido riscontro, porgiamo distinti saluti.

Circolo Uaar di Bologna

16 dicembre 2012

Al Comune di Castiglione dei Pepoli

OGGETTO: Richiesta di accesso agli atti relativi a Oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto e agli Albi dei beneficiari

Si richiede di avere su supporto digitale (in allegato via posta elettronica) copia di tutti gli atti relativi alle erogazioni di oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto a partire dall’anno 2005.

Nel caso tali erogazioni non fossero avvenute, come consentito dalla legge regionale e dall’autonomia finanziaria di entrata e di spesa (art. 119 Cost.), se ne chiede conferma e si chiede copia dell’eventuale delibera del Consiglio comunale che ne ha disposto l’azzeramento.

Se gli atti in questione fossero reperibili online, vi chiediamo cortesemente di fornirci i link o le istruzioni per accedervi.

Infine, dato che il DPR 7 aprile 2000, n. 118 prevede che i Comuni pubblichino un “Albo dei beneficiari di provvidenze di natura economica” e di esso assicurino “la massima facilita’ di accesso e pubblicità”, si chiede l’accesso a tali albi per tutti gli anni per i quali sono stati pubblicati, sempre tramite link in rete oppure tramite allegato via posta elettronica.

Si ricorda che l’UAAR è APS iscritta al nr,. 141 nel Registro Nazionale (DL Min. Solidarietà Sociale nr. 155/2007) e come tale legittimata alla richiesta in oggetto.

Cordiali saluti.
Circolo Uaar di Bologna

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12 milioni di fondi pubblici all’edilizia di culto: ricerca su 53 comuni della provincia di Bologna

12 Aprile 2013
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Pur lamentandosi con sempre maggiore insistenza della carenza di risorse, i Comuni perseverano nella distribuzione di fondi pubblici per l’edilizia di culto. È questo il risultato di una inchiesta condotta dal circolo Uaar di Bologna, che ha visto la collaborazione di Marco Antonioli nell’ambito di un tirocinio universitario.

Potrà stupire chi non ne ha mai sentito parlare, ma la delibera 849/1998 del Consiglio Regionale Emilia Romagna indica nel 7% degli Oneri di Urbanizzazione Secondaria (OnUS) la somma che annualmente i comuni possono destinare alle religioni per “chiese e altri edifici per servizi religiosi”. Si badi, la stessa delibera specifica che l’esborso vale “salvo diversa percentuale stabilita con deliberazione del Consiglio comunale”: dietro al finanziamento pubblico del patrimonio immobiliare della Chiesa c’è quindi solo una precisa volontà politica.

Inchiesta OnUS per edilizia di culto in provincia di BolognaMa veniamo ai risultati dell’inchiesta. Sono stati contattati 53 comuni della provincia di Bologna, escludendo quelli già analizzati in precedenza — Bologna, Casalecchio di Reno, Imola, San Lazzaro, Zola Predosa — e quelli non raggiungibili per problemi sul loro sito istituzionale. È stato chiesto di fornire, per semplice via telematica, copia di tutti gli atti relativi alle erogazioni di OnUS per edilizia di culto a partire dall’anno 2005.
Nonostante la risposta alla richiesta di accesso agli atti fosse dovuta per motivi di trasparenza nell’amministrazione del denaro pubblico e per motivi giuridici — l’Uaar ne ha diritto in quanto associazione di promozione sociale iscritta al registro nazionale — ben 26 comuni (il 49%) non hanno risposto nemmeno risposto. Tra chi ha risposto, alcune volte è stato necessario rinnovare la richiesta o superare ostacoli, come nel caso del comune di Granarolo, che ha preteso il pagamento di 54 € (per l’invio di una mail con dati che in un paese civile dovrebbero essere liberamente disponibili). In altri casi, come per il comune di Dozza, ci è stato risposto che la richiesta non “era accoglibile” ai sensi dell’art. 22 della Legge 241/90; è stato quindi fatto notare che la stessa legge all’art.26 specifica che “alle associazioni di promozione sociale è riconosciuto il diritto di accesso ai documenti amministrativi”: dopo aver dimostrato che la legge era stata citata a sproposito per negare invece un diritto conclamato, dal comune di Dozza non è più arrivato alcun segnale.

Se dal punto di vista della trasparenza amministrativa i comuni della provincia di Bologna lasciano a desiderare, una volta che si riesce a mettere le mani sugli atti va anche peggio. Non una delle 21 amministrazioni comunali che ci ha inviato la documentazione ha deliberato l’azzeramento del finanziamento pubblico all’edizilia di culto: crisi o non crisi, in tutti casi è stata fatta la scelta ideologica di continuare a sussidiare il più grande immobiliarista sul mercato, la Curia Arcivescovile.

Nella seguente tabella riportiamo i dati riassuntivi dell’inchiesta, che si vanno ad aggiungere alle indagini già svolte in passato dal circolo Uaar di Bologna. Il totale dei finanziamenti pubblici all’edilizia di culto finora documentati arriva alla cifra record di 12.470.771,57 € per la sola provincia bolognese. Ulteriori informazione e in particolare la banca nazionale sugli OnUS è disponibile alla pagina della Campagna Oneri Uaar.

COMUNE ANNO OnUS PER EDILIZIA DI CULTO
Anzola dell’Emilia 2004 14.667,96
Anzola dell’Emilia 2005 11.803,89
Anzola dell’Emilia 2006 9.540,56
Anzola dell’Emilia 2007 9.811,08
Anzola dell’Emilia 2008 19.965,76
Anzola dell’Emilia 2009 22.418,19
Anzola dell’Emilia 2010 30.724,89
Anzola dell’Emilia 2011 19.681,30
Argelato 2005 19.987,77
Argelato 2006 15.549,83
Argelato 2007 19.652,64
Argelato 2008 12.123,70
Argelato 2009 10.000,00
Argelato 2010 12.000,00
Argelato 2011 10.000,00
Bazzano 2005 6.926,61
Bazzano 2006 7.460,57
Bazzano 2007 10.067,07
Bazzano 2008 7.914,67
Bazzano 2009 2.563,86
Bazzano 2010 2.850,52
Bazzano 2011 4.382,20
Bologna 2000 522.137,93
Bologna 2001 600.122,92
Bologna 2002 679.242,00
Bologna 2003 736.790,00
Bologna 2004 798.970,00
Bologna 2005 786.652,00
Bologna 2006 567.431,00
Bologna 2007 539.731,00
Bologna 2008 366.603,00
Bologna 2009 344.154,00
Bologna 2010 379.731,00
Budrio 2004 32.339,52
Budrio 2005 64.165,77
Budrio 2006 87.308,00
Budrio 2007 67.416,00
Budrio 2008 34.094,00
Budrio 2009 26.263,52
Budrio 2010 21.648,40
Budrio 2011 34.566,36
Casalecchio di Reno 2001 23.672,30
Casalecchio di Reno 2002 51.245,36
Casalecchio di Reno 2003 22.786,00
Casalecchio di Reno 2004 41.977,00
Casalecchio di Reno 2005 31.415,00
Castel Guelfo di Bologna 2005 17.893,74
Castel Guelfo di Bologna 2006 10.819,74
Castel Guelfo di Bologna 2007 17.053,24
Castel Guelfo di Bologna 2008 13.129,51
Castel Guelfo di Bologna 2009 4.569,07
Castel Guelfo di Bologna 2010 3.532,91
Castel Guelfo di Bologna 2011 2.804,92
Castello di Serravalle 2005 7.134,23
Castello di Serravalle 2006 10.601,28
Castello di Serravalle 2007 5.515,88
Castello di Serravalle 2008 3.276,62
Castello di Serravalle 2009 5.415,59
Castello di Serravalle 2010 1.646,26
Crevalcore 1998 14.259,86
Crevalcore 1999 21.367,56
Crevalcore 2000 18.452,33
Crevalcore 2001 25.722,85
Crevalcore 2002 26.224,49
Crevalcore 2003 26.625,58
Crevalcore 2004 31.298,13
Crevalcore 2005 32.977,44
Crevalcore 2006 28.133,67
Crevalcore 2007 18.395,00
Crevalcore 2008 16.586,47
Crevalcore 2009 26.733,86
Crevalcore 2010 12.587,10
Imola 1999 149.303,54
Imola 2000 116.696,72
Imola 2001 90.993,13
Imola 2002 111.666,54
Imola 2003 159.025,41
Imola 2004 148.167,64
Imola 2005 196.351,74
Imola 2006 184.468,52
Imola 2007 145.231,80
Imola 2008 133.636,92
Imola 2009 112.051,83
Imola 2010 91.572,90
Loiano 2004 3.940,38
Loiano 2005 6.924,29
Loiano 2006 6.351,36
Loiano 2007 5.715,23
Loiano 2008 8.156,98
Loiano 2009 6.243,61
Loiano 2010 5.903,22
Loiano 2011 1.490,24
Loiano 2012 235,91
Marzabotto 2004 2.911,00
Marzabotto 2005 4.753,55
Marzabotto 2006 4.817,53
Marzabotto 2007 5.484,63
Marzabotto 2008 6.467,58
Marzabotto 2009 1.341,97
Marzabotto 2010 222,36
Marzabotto 2011 638,00
Medicina 2000 34.104,38
Medicina 2001 28.519,81
Medicina 2002 26.990,09
Medicina 2003 30.252,71
Medicina 2004 33.165,11
Medicina 2005 30.730,22
Medicina 2006 35.079,78
Medicina 2007 45.116,83
Medicina 2008 27.404,23
Medicina 2009 17.147,45
Medicina 2010 13.651,11
Medicina 2011 9.686,71
Molinella 2004 23.772,28
Molinella 2005 23.521,87
Molinella 2006 18.331,95
Molinella 2007 13.074,50
Molinella 2008 15.375,10
Molinella 2009 15.687,31
Molinella 2010 7.959,53
Molinella 2011 6.679,08
Monteveglio 2007 3.597,57
Monteveglio 2008 5.115,23
Monteveglio 2010 1.346,00
Mordano 2003 3.231,17
Mordano 2004 3.298,69
Mordano 2005 3.230,33
Mordano 2006 2.140,84
Mordano 2007 3.094,34
Mordano 2008 1.556,51
Mordano 2009 754,05
Ozzano dell’Emilia 2000 15.412,76
Ozzano dell’Emilia 2001 51.749,72
Ozzano dell’Emilia 2002 13.600,00
Ozzano dell’Emilia 2003 30.429,91
Ozzano dell’Emilia 2004 61.650,00
Ozzano dell’Emilia 2005 47.533,22
Ozzano dell’Emilia 2006 50.000,00
Ozzano dell’Emilia 2007 36.642,64
Ozzano dell’Emilia 2008 64.000,00
Ozzano dell’Emilia 2009 34.392,88
Pianoro 2004 43.177,37
Pianoro 2006 23.735,85
San Benedetto Val di Sambro 2003 3.653,88
San Benedetto Val di Sambro 2004 2.596,76
San Benedetto Val di Sambro 2005 4.357,20
San Benedetto Val di Sambro 2006 4.375,42
San Benedetto Val di Sambro 2007 4.295,98
San Benedetto Val di Sambro 2008 3.336,38
San Benedetto Val di Sambro 2009 3.523,82
San Benedetto Val di Sambro 2010 2.633,98
San Benedetto Val di Sambro 2011 1.843,92
San Giorgio di Piano 1994 16.705,83
San Giorgio di Piano 1995 11.840,80
San Giorgio di Piano 1996 8.746,10
San Giorgio di Piano 1997 12.205,87
San Giorgio di Piano 1998 12.079,99
San Giorgio di Piano 1999 12.080,00
San Giorgio di Piano 2000 12.080,00
San Giorgio di Piano 2001 16.249,28
San Giorgio di Piano 2002 19.245,80
San Giorgio di Piano 2003 40.444,41
San Giorgio di Piano 2004 41.868,64
San Giorgio di Piano 2005 34.042,10
San Giorgio di Piano 2006 30.998,51
San Giorgio di Piano 2007 15.700,70
San Giorgio di Piano 2008 10.244,53
San Giorgio di Piano 2009 15.041,99
San Giorgio di Piano 2010 16.889,86
San Giorgio di Piano 2011 9.454,36
San Lazzaro di Savena 1997 78.955,98
San Lazzaro di Savena 1998 65.759,99
San Lazzaro di Savena 1999 84.571,18
San Lazzaro di Savena 2000 91.429,61
San Lazzaro di Savena 2001 75.751,20
San Lazzaro di Savena 2002 97.238,12
San Lazzaro di Savena 2003 111.217,82
San Lazzaro di Savena 2004 72.802,03
San Lazzaro di Savena 2005 80.486,22
San Lazzaro di Savena 2006 60.343,56
San Lazzaro di Savena 2007 55.986,36
San Lazzaro di Savena 2008 71.197,67
San Lazzaro di Savena 2009 50.877,18
San Lazzaro di Savena 2010 46.786,88
San Pietro in Casale 2005 32.500,00
San Pietro in Casale 2007 19.965,87
San Pietro in Casale 2008 12.585,20
San Pietro in Casale 2009 11.815,00
San Pietro in Casale 2010 7.007,70
Sant’Agata Bolognese 1994 6.911,32
Sant’Agata Bolognese 1995 6.911,32
Sant’Agata Bolognese 1996 6.911,33
Sant’Agata Bolognese 1997 13.659,86
Sant’Agata Bolognese 1998 13.659,87
Sant’Agata Bolognese 1999 21.831,12
Sant’Agata Bolognese 2000 8.171,26
Sant’Agata Bolognese 2001 8.882,44
Sant’Agata Bolognese 2002 11.839,91
Sant’Agata Bolognese 2003 21.602,25
Sant’Agata Bolognese 2004 15.677,21
Sant’Agata Bolognese 2005 17.768,90
Sant’Agata Bolognese 2006 9.619,42
Sant’Agata Bolognese 2007 12.200,18
Sant’Agata Bolognese 2008 6.461,59
Sant’Agata Bolognese 2009 9.482,80
Sant’Agata Bolognese 2010 3.363,49
Sant’Agata Bolognese 2011 5.833,91
Zola Predosa 2000 43.060,26
Zola Predosa 2001 33.168,15
Zola Predosa 2002 51.303,52
Zola Predosa 2003 67.315,19
Zola Predosa 2004 64.239,37
Zola Predosa 2005 71.245,26
Zola Predosa 2006 75.071,46
Zola Predosa 2007 88.776,54
Zola Predosa 2008 26.804,47
Zola Predosa 2009 24.464,20
Zola Predosa 2010 20.705,15
TOTALI 12.470.771,57

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Aggiungi la tua firma, per la vera scuola pubblica: laica, inclusiva, plurale

4 Aprile 2013
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Il Comitato Articolo 33, di cui il Circolo Uaar di Bologna è promotore, ha pubblicato oggi un appello per la vera scuola pubblica. Primo firmatario Stefano Rodotà, e a seguire tante personalità della cultura e dell’impegno civile, tra cui quattro presidenti onorari Uaar: Margherita Hack, Carlo Flamigni, Danilo Mainardi, Valerio Pocar.

Per un paese laico e civile, nel quale nessuna famiglia sia costretta a iscrivere i propri figli a scuole private religiosamente orientate, aggiungi la tua firma e diffondi l’appello!

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Sant’Orsola: assistenti religiosi al posto di infermieri

29 Marzo 2013

Repubblica informa che anche per il 2013 “il policlinico Sant’Orsola ha rinnovato la convenzione annuale di quasi 128mila euro con la diocesi di Bologna“. Soldi pubblici usati per retribuire cinque “assistenti religiosi” scelti dal card. Caffarra, il quale ha firmato per la Curia l’ennesima convenzione tipica del malcostume clericale italiano.

Card Caffarra al Sant'Orsola (archivio Regione)

Card Caffarra al Sant'Orsola (archivio Regione)

Può stupire la cittadinanza venire a sapere che nella Sanità pubblica, anche in periodo di crisi, si assumano preti al posto di infermieri. Ma di certo non soprende l’Uaar. Nell’ambito dell’inchiesta icostidellachiesa la nostra associazione denuncia questo assurdo esborso di denaro pubblico, stimando in 25.000 euro il costo medio di ogni “assistente religioso”. Stima prudenziale, puntualmente confermata dalle cifre pagate dal Sant’Orsola alla Curia per il 2013. Sempre l’Uaar, su L’Ateo 6/2011 (78), pubblicava una panoramica sui costi dell’assistenza religiosa cattolica negli ospedali italiani, regione per regione, nell’articolo di Marco Accorti “I casti costi”.

Tornando al nostro territorio, grazie anche alla documentazione disponibile su Marzaforum sappiamo che nel 2010 le aziende sanitarie dell’Emilia Romagna hanno speso almeno 2.297.049,52 euro per gli “assistenti religiosi” scelti dalla Curia.
È la legge regionale 12/1989 che prevede l’assunzione di questo anacronistico personale nelle aziende sanitarie attraverso intese con autorità religiose (cattoliche). Preti, frati, diaconi o altri religiosi a scelta esclusiva del vescovo vengono così retribuiti come infermieri di 7° livello. La loro presenza tra le corsie, da sempre più cittadini ritenuta fuori luogo (quando non sgradita o invadente), viene comunemente immaginata come svolta per puro volontariato. Ma la realtà è ben diversa: paga il contribuente.

É previsto un “assistente religioso” ogni 200 posti letto. E a loro beneficio si aggiungono ulteriori spese per uffici, luoghi di culto, appartamenti, buoni pasto, parcheggi riservati, servizi di pulizie. Il tutto grava sul bilancio della già dissestata Sanità pubblica.
In un paese civile il denaro pubblico dovrebbe essere usato per l’assistenza psicologica, a beneficio di tutti i pazienti, cattolici e non cattolici, credenti e non credenti. Alle necessità religiose dei ricoverati dovrebbero provvedere le confessioni religiose, con risorse proprie a senza privilegi. Chiediamo alla Regione di rivedere al più presto la legge 12/1989 e di assumere infermieri, medici, psicologi al posto dei religiosi scelti dal card. Caffarra.

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Provincia cattolicista: l’Uaar chiede pari opportunità

19 Marzo 2013
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Dal sito del comune di San Giorgio di Piano: la presidente Draghetti a messa con fascia azzurra della Provincia

La presidente Draghetti a messa con fascia azzurra della Provincia

Domani, mercoledì 20 marzo, a meno di ripensamenti da parte della presidente Beatrice Draghetti, la Provincia di Bologna sarà sotto benedizione: i sacerdoti avranno a disposizione la Sala del Consiglio per atti di culto in orario di lavoro e avranno accesso a tutti gli uffici per i quali un dipendente faccia richiesta di benedizione.

Auspicando che questo malcostume cessi, che le istituzioni della Repubblica si contraddistinguano per un profilo laico e senza connotazioni ideologiche (in particolare quelle religiose personali del presidente di turno), il Circolo Uaar di Bologna ha inviato la seguente comunicazione alla presidente Draghetti, affiché i non cattolici siano trattati come i cattolici.

Bologna, 18 marzo 2013

Alla presidente della Provincia di Bologna, Beatrice Draghetti
e p.c. al vicepresidente, all’assessore alla cultura, ai gruppi consiliari

Oggetto: Benedizioni fuori luogo e pari opportunità per i non cattolici

La presidenza della Provincia di Bologna ha usato anche quest’anno il suo ruolo istituzionale per condizionare in senso cattolicista l’Ente locale che sarebbe tenuta a dirigere in modo laico.
Ci sono infatti giunte nuovamente segnalazioni di una comunicazione inviata a Giunta, Consiglio e a tutte le sedi della Provincia per la partecipazione alla benedizione, organizzata mercoledì 20 marzo in pieno orario di lavoro nelle sedi di via Zamboni e via Benedetto XIV.

Per l’atto di culto verrebbe concessa a un sacerdote la piena disponibilità della Sala del Consiglio oltre alla possibilità di accedere, su richiesta, a tutti gli uffici delle due sedi suddette. La gestione delle richieste per questa attività extralavorativa e strettamente personale sarà a carico della segreteria della presidenza. Non è chiaro se la richiesta dovrà essere sottoscritta da tutti i dipendenti della stanza da sottoporre a benedizione in orario di lavoro, oppure se basterà una sola richiesta per far subire l’atto di culto anche agli altri colleghi.

Rileviamo:

1) La discriminazione verso le altre opzioni filosofiche e spirituali.
Vi sono lavoratori atei, agnostici, di religioni diverse dalla cattolica e ragionevolmente di religione cattolica ma contrari a questi atti di culto fuori luogo, ciascuno con i propri valori, le proprie ricorrenze, le proprie necessità, ma la presidenza privilegia solo l’opzione cattolica.

2) La violazione delle scelte di coscienza, che sono dati sensibili.
Il Tribunale di Strasburgo (sentenza Corte Europea del 21/2/2008) ha ribadito che non si deve mettere un cittadino nella condizione di rivelare il proprio credo o la propria convinzione filosofica non confessionale. Se la partecipazione alla benedizione non è obbligatoria (ci mancherebbe!), è anche vero che si è costretti a rendere manifesta la propria partecipazione o non partecipazione. E il fatto che i comunicati sulla benedizione arrivino dalla presidenza e non ad esempio dal circolo ricreativo aziendale è ulteriore fonte di indebita pressione.

3) Le possibili forme di assenteismo.
Se anche venisse richiesta la “stimbratura”, come è stato fatto per la prima volta l’anno scorso, vi sarebbero lavoratori impiegati nella funzione di accoglienza, controllo, accompagnamento del ministro di culto e suoi assistenti. E nella funzione di prenotazione delle benedizioni nei vari uffici. Una eventuale numerosa adesione alla cerimonia religiosa determinerebbe inoltre il blocco del lavoro delle sedi, e il tutto per interessi personali.

4) La violazione del principio di laicità.
Svolgere cerimonie religiose presso Enti locali, scuole, uffici in cui si svolge un servizio pubblico è una indebita ingerenza in luoghi che non dovrebbero avere alcuna connotazione ideologica.

Certi che la presidenza non intenda discriminare i non cattolici e dunque voglia concedere loro il diritto di essere trattati come i cattolici, se le benedizioni alla Provincia rimanessero confermate chiediamo che la presidenza:

a) analogamente a quanto comunicato per l’attività religiosa cattolica, diffonda un invito per un colloquio laico al tavolo informativo Uaar che si terrà sempre mercoledì 20 marzo, dalle 9:30 alle 14 in Largo Respighi;

b) analogamente a quanto concesso al sacerdote, dia disposizione che tutti i dipendenti possano chiedere alla segreteria un incontro nel proprio ufficio con un responsabile Uaar

Cordiali saluti
Circolo Uaar di Bologna

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Provincia sotto benedizione? l’Uaar offre un rifugio laico!

16 Marzo 2013

Nel solco del malcostume clericale, la presidente della Provincia di Bologna, Beatrice Draghetti, continua a usare il suo ruolo istituzionale per condizionare in senso cattolicista l’Ente locale che sarebbe tenuta a dirigere in modo laico.
Come gli anni scorsi, la fervente cattolica del PD ha infatti inviato a tutti i dipendenti della Provincia la “convocazione” per la benedizione, che si terrà mercoledì 20 marzo in pieno orario di lavoro (dalle ore 9:30) nelle sedi di via Zamboni e via Benedetto XIV.

draghetti

Dal sito del comune di San Giorgio di Piano: la presidente Draghetti con fascia azzurra della Provincia in processione col card. Caffarra

Il parroco (Draghetti scrive “Parroco”, con una ossequiosa maiuscola) avrà a disposizione niente meno che la Sala del Consiglio. Non solo. Potrà fare irruzione in tutti gli uffici: basta che un dipendente invii una mail di richiesta alla segreteria della Provincia, per l’occasione trasformata in call center per l’evangelizzazione, ed ecco che tutti i colleghi dell’ufficio dovranno interrompere il lavoro per subire preghiere e benedizioni in compagnia di un monsignore. Nell’imporre all’istituzione e ai dipendenti la sua personale fede religiosa, la presidente Draghetti arriva a scrivere che mons. Stefano Ottani “impartirà la benedizione pasquale nelle due sedi che sono nel territorio della parrocchia“. Sì, ha proprio scritto che le sedi della Provincia appartengono al territorio di una parrocchia.

Ma il Circolo Uaar di Bologna offre un rifugio laico a tutti i dipendenti della Provincia!
In contemporanea, nella giornata di mercoledì 20 marzo, in Largo Respighi, a due passi dalle sedi sotto benedizione, sarà presente un tavolo informativo Uaar.
Con le stesse modalità che l’ufficio personale avrà nel frattempo previsto per partecipare all’atto di culto (immaginiamo e auspichiamo che sia imposto almeno di “stimbrare”), passate a trovarci! Saremo presenti dalle 9:30 alle 14.
Riceverete confortanti parole laiche e tanti volantini con le istruzioni per iniziare a trasformare l’Italia in un paese civile. E per chi desidera fare un atto di coerenza in materia religiosa, moduli e istruzioni per sbattezzarsi: con una semplice raccomandata si uscirà formalmente dalla Chiesa cattolica. Oltre alla cancellazione degli effetti civili del battesimo, nel giro di un mese si riceverà gratuitamente una scomunica latae sententiae.
La presidente Draghetti, ne siamo certi, garantirà stessi diritti che riserva ai dipendenti cattolicisti anche a quelli laici, che siano atei, agnostici o credenti. Se garantisce ai primi di praticare atti di culto in orario di lavoro e sul luogo di lavoro, deve garantire a tutti gli altri di agire per rivolgere il proprio pensiero verso ideali laici e civili.

Evento facebook per il tavolo Uaar in Largo Respighi del 20/3, ore 9:30-14

banchetti, enti locali ,

Notiziario 137

14 Marzo 2013
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Notiziario del Circolo UAAR di Bologna
n.137, 14 marzo 2013

1) Sabato 16 marzo, al Baraccano: divertissement “Ma che diavolo è?”
2) 19 e 20 marzo, zona universitaria: la risposta laica all’Università cattolicista
3) Nuovo papa, nuova immagine: ma è tutto oro quello che luccica?
4) Radio Città Fujiko intervista il portavoce del Circolo Uaar di Bologna
5) 20 marzo, Provincia sotto benedizione: l’Uaar offre rifugio in Largo Respighi!

1) Sabato 16 marzo, al Baraccano: divertissement “Ma che diavolo è?”
Il Circolo Uaar di Bologna presenta:
MA CHE DIAVOLO E’? IL DIAVOLO FA LE PENTOLE.  AI COPERCHI CI PENSA PADRE AMORTH!
Divertissement di e con Stefano Marullo
A metà strada tra una lectio semiseria e una pièce teatrale
Sabato 16 marzo 2013, ore 18 – Sala Marco Biagi, Baraccano
Sede del Quartiere Santo Stefano, via Santo Stefano, 119 Bologna
Ingresso libero
Autobus 13, 90, 96, fermata Baraccano

2) 19 e 20 marzo, zona universitaria: la risposta laica all’Università cattolicista

A Ingegneria, al Dams, a Lettere, un po’ ovunque all’interno dell’Università di Bologna gruppi di evangelizzatori inviati dal cardinal Caffarra hanno bloccato gli studenti tentando di convincerli a parlare di religione e invitandoli a incontri spirituali e in chiesa. Il preside di Ingegneria Pier Paolo Diotallevi si è aggiudicato la clericalata della settimana per aver “concesso l’autorizzazione a diversi religiosi di svolgere attività di proselitismo, senza rendere conto o consultare qualche organo della facoltà”. Ci sono persino giunte segnalazioni di lezioni interrotte per dar spazio a prediche.
Per contrastare l’evidente proposito di trasformare l’Alma Mater in università cattolicista, scimmiottando le scuole coraniche, il Circolo UAAR di Bologna organizza in Zona Universitaria due tavoli informativi con distribuzione dei moduli per lo Sbattezzo:
Martedì 19 marzo, via Belle Arti angolo via Castagnoli, ore 9:30-14
Mercoledì 20 marzo, Largo Respighi, ore 9:30-14
Aspettiamo studentesse e studenti, docenti, cittadinanza.
Portare fotocopia del documento d’identità per l’immediato sbattezzo.

3) Nuovo papa, nuova immagine: ma è tutto oro quello che luccica?
[Comunicato stampa Uaar nazionale, 13 marzo 2013]
L’elezione a sorpresa del cardinale Bergoglio, e la scelta del nome di Francesco, hanno senz’altro suscitato sorpresa nel mondo. Due decisioni apparentemente dirompenti, l’espressione di una notevole volontà di rottura. Proprio per questo motivo, è la presa d’atto esplicita della gravità della crisi in cui versa la Chiesa. Saprà il nuovo pontefice invertire la direzione?

Bergoglio è noto per la sua frugalità, ma ciò non significa che sia particolarmente aperto al mondo del terzo millennio. Già l’abbondanza di preghiere che hanno avuto luogo nella sua prima uscita ne è una testimonianza. Forse è ciò che si aspettavano i cattolici più zelanti, o forse è la convinzione che solo l’intervento di Dio può far superare le grandi difficoltà in cui si dibatte la Santa Sede.

Ma il mondo è assai cambiato. E Bergoglio, che si è opposto con forza ai matrimoni omosessuali (definiti “progetto del demonio”), e che è intervenuto nelle competizioni elettorali argentine invitando a dire “no all’ateismo”, al di là della scelta ad effetto del nome non sembra avere le credenziali per comprenderlo meglio di Ratzinger. Senza dimenticare che sul neo-pontefice continuano a calare le ombre di un atteggiamento controverso mantenuto all’epoca della dittatura militare. Speriamo che tanto zelo e tanta devozione non celino un nuovo ma altrettanto intransigente Pio V (a cui lo accomunano anche le origini piemontesi).

L’Uaar ricorda che gli ultimi due pontefici si sono segnalati per una costante demonizzazione degli atei, considerati “privi di umanità”, “senza dignità”, “senza orientamento”. Difficilmente il nuovo papa agirà diversamente. Anche se farebbe piacere: un mondo cattolico più rispettoso del prossimo dovrebbe essere negli auspici di tutti.

Leggi anche l’articolo Uaar di oggi: “Il papa che viene dalla fine del mondo”

4) Radio Città Fujiko intervista il portavoce del Circolo Uaar di Bologna
Radio Città Fujiko ha intervistato oggi Roberto Grendene, portavoce del Circolo Uaar di Bologna, in merito all’elezione del nuovo papa Francesco I.

L’Unione Atei e Agnostici Razionalisti commenta l’elezione del cardinal Bergoglio a papa ponendo l’accento sulla sua posizione contro i matrimoni gay e guardando il passato conservatore, se non reazionario del nuovo pontefice. Attesa invece per il Parlamento che si insedierà domani, “il più laico degli ultimi tempi”.
Continua a leggere su Radio Città Fujiko

5) 20 marzo, Provincia sotto benedizione: l’Uaar offre rifugio in Largo Respighi!
Nel solco della continuità e del malcostume clericale, la presidente della Provincia di Bologna, Beatrice Draghetti, usa il suo ruolo istituzionale per condizionare in senso cattolicista l’Ente Locale che sarebbe tenuta a dirigere in modo laico.

Come gli anni scorsi, la fervente cattolica del PD ha infatti inviato a tutti i dipendenti della Provincia la “convocazione” per la benedizione, che si terrà in pieno orario di lavoro (dalle 9:30) nelle sedi di via Zamboni e via Benedetto XIV. Il parroco (Draghetti scrive “Parroco”, con una ossequiosa maiuscola) avrà a disposizione niente meno che la Sala del Consiglio. Ma se non bastasse, potrà fare irruzione in tutti gli uffici: basta che un dipendente invii una mail di richiesta alla segreteria della Provincia, per l’occasione facente funzioni di call center della parrocchia, ed ecco che tutto l’ufficio subirà preghiere e benedizioni. D’altra parte le due sedi della Provincia, questo scrive la presidente Draghetti, “sono nel territorio della parrocchia”.

Il Circolo Uaar di Bologna offre un rifugio laico a tutti i dipendenti della Provincia!
In contemporanea, nella stessa giornata di mercoledì 20 marzo, in Largo Respighi, a due passi dalle sedi sotto benedizione, sarà presente un tavolo informativo Uaar. Con le stesse modalità che l’ufficio personale avrà previsto per partecipare all’atto di culto (immaginiamo e auspichiamo che occorra almeno “stimbrare”), passate a trovarci! Saremo presenti dalle 9:30 alle 14.

Riceverete confortanti parole laiche e tanti volantini con le istruzioni per iniziare a trasformare l’Italia in un paese civile. E per chi desidera fare un atto di coerenza in materia religiosa, moduli e istruzioni per sbattezzarsi: con una semplice raccomandata si uscirà formalmente dalla Chiesa cattolica e si riceverà gratuitamente una scomunica latae sententiae.
La presidente Draghetti, ne siamo certi, garantirà stessi diritti che riserva ai dipendenti cattolicisti anche a quelli laici, che siano atei, agnostici o religiosi. Se garantisce ai primi di praticare atti di culto in orario di lavoro e sul luogo di lavoro, deve garantire a tutti gli altri di rivolgere il proprio pensiero a ideali laici e civili.

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Risposta laica alla Università Cattolicista

9 Marzo 2013
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Per contrastare l’evidente proposito di trasformare la nostra Università in scuola cattolicista, scimmiottando le scuole coraniche, in atto nell’Ateneo bolognese, il Circolo UAAR di Bologna organizza in Zona Universitaria 2 tavoli informativi con la distribuzione dei moduli per lo Sbattezzo.
Smettere di battezzare i bambini è metodo il più semplice ed efficace per diminuire il potere e l’invadenza clericale. Sbattezzarsi in massa è comunque un buon rimedio. E’ un atto politico che potrà venir sbeffeggiato ma non ignorato.
Aspettiamo tante ragazze e ragazzi, anche disponibili ad aiutarci sul momento e sul posto.
Martedì 19 Via Belle Arti angolo Via Castagnoli; mercoledì 20 Largo Respighi, sempre dalle 9,30 alle 14,00.
Possibilmente portare fotocopia del documento per l’immediato sbattezzo.

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16 marzo – Serata “Ma che diavolo è?”

4 Marzo 2013
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Il Circolo Uaar di Bologna presenta:diavolo1

MA CHE DIAVOLO E’?
IL DIAVOLO FA LE PENTOLE.  AI COPERCHI CI PENSA PADRE AMORTH!

Divertissement di e con Stefano Marullo
A metà strada tra una lectio semiseria e una pièce teatrale

Sabato 16 marzo 2013, ore 18 – Sala Marco Biagi Baraccano

Sede del Quartiere Santo Stefano
Via Santo Stefano, 119 Bologna
Ingresso libero

Scarica il volantino in pdf

Come arrivarci:

Autobus 13, 90, 96
Fermata Baraccano

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