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Lettera di Carlo Flamigni al rettore sul “Cortile dei Gentili”

15 Febbraio 2011
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[Pubblichiamo la lettera aperta inviata da Carlo Flamigni, presidente onorario UAAR, al rettore dell’Università di Bologna. La lettera è stata pubblicata in prima pagina nell’edizione locale odierna di Repubblica – sulla vicenda si vedano anche http://www.uaar.it/news/2011/02/13/commento-uaar-cortile-dei-gentili/ e http://www.uaar.it/news/2011/02/13/presentazione-del-cortile-dei-gentili/ ]

Caro Rettore
Se ricordo bene, in passato abbiamo avuto quasi sempre la stessa opinione sui tanti problemi relativi  alla politica e all’Università dei quali abbiamo discusso, anche se, lo ammetto, non abbiamo mai affrontato l’argomento “religione”. Oggi, però, leggo su Repubblica che hai concluso il tuo intervento alla riunione della “Corte dei Gentili”, annunciato come un inizio di dialogo tra credenti e non credenti, dicendo che “ mai come adesso c’è stato bisogno di credenti e di atei credibili” e non mi trovo per niente d’accordo. Anzi, mi viene spontaneo rovesciare la frase, senza guastare il simpatico gioco di parole, e affermare che sentiamo tutti un forte bisogno di credenti credibili e di atei (non credenti, agnostici razionalisti, agnostici tout court, e così via).
Che la Chiesa cattolica sia assai lontana dai credenti e altrettanto meno credibile di un tempo (e di uno standard di credibilità accettabile) lo dicono i fatti: sul mio tavolo ci sono libri, che vantano autori prestigiosi, dedicati alla pedofilia, al commercio illecito di immobili, alla mancata condanna dei bordelli privati, e tutti chiamano in causa la stessa religione. Non mi dilungherò su questi temi:  mi voglio invece dedicare al convegno che si è appena svolto alla “Corte dei Gentili” incontro che, se non sbaglio, tu hai molto appoggiato.
Mi dicono i rappresentanti dell’’UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) di aver atteso a lungo dal Cardinale Ravasi un invito all’incontro, che essi avevano ingenuamente immaginato come un primo esempio di “isola per stranieri morali”; in realtà l’invito non è mai giunto in quanto in Cardinale ha definito l’associazione “folkloristica” e “pittoresca”, aggiungendo altri epiteti assai poco gentili. Poiché sono presidente onorario di questa associazione (insieme a Laura Balbo, a Margherita Hack e ad altre brave persone) mi permetto di esporti il mio personale punto di vista. Si tratta certamente di una frase infelice e scortese, oltretutto inutilmente scortese visto che il diniego avrebbe potuto essere altrimenti motivato.
E’ anche un insulto un po’ buffo, una sorta di autorete: se ci ragioni su per un attimo, arriverai certamente alle mie stesse conclusioni. Sono generalmente sospettoso nei confronti delle persone scortesi, in genere celano difetti ben più gravi: in questo caso, non conoscendo il prefato Cardinale, debbo concedergli il beneficio del dubbio, potrebbe essere stato interpretato male o potrebbe avere scelto una parola sbagliata nella confusione dell’incontro con i giornalisti, chissà. Resta il fatto, e qui non si tratta più di inezie, che la scelta che ha fatto per coinvolgere il mondo non credente è stata, a dir poco, disastrosa: nessuno di noi si è sentito minimamente rappresentato, nessuno di noi apprezza le categorie degli atei devoti, umili, ossequiosi, rispettosi, che hanno venduto l’anima a un Dio in cui non credono, e sai bene che vendere una cosa che non hai a una persona che non c’è configura una serie di reati, incluso, alla fine, l’incauto acquisto. Se posso concludere, mi sembra che il Cardinale Ravasi abbia fallito il suo scopo (sempre che il suo scopo sia veramente  quello di iniziare un dialogo tra credenti e non credenti) prima ancora di cominciare, e questo è molto più grave e importante di un gesto scortese.
Ora mi suggeriscono di organizzare un incontro simile, considerato però dalla parte dei non credenti. Il mio parere è di farlo in un’altra città, Bologna non mi sembra più la città laica che ho conosciuto da giovane; mi dicono però che qui sarebbe forse possibile avere l’appoggio dell’Università e del suo Rettore, considerato da tutti un “cattolico laico”. Naturalmente inviterò solo, tra i credenti, quanti siano disponibili a dichiarare l’intrinseca e indiscussa superiorità del pensiero ateo su tutte le religioni, qualsiasi setta le rappresenti. Chi la pensa diversamente, no, sempre per ragioni di folklore. Verrai?
Con affetto
Carlo Flamigni

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Conferenza stampa con Raffale Carcano sul “Cortile dei Gentili”

11 Febbraio 2011
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Il circolo UAAR di Bologna invita alla  CONFERENZA STAMPA che si terrà  sabato 12 febbraio 2011, ore 13, al Caffé La Linea, primo piano, piazza Re Enzo 1/4, Bologna.

Sarà presente il segretario nazionale, Raffaele Carcano, per commentare il debutto all’Università di Bologna del “Cortile dei Gentili”, in programma la mattina stessa presso l’Aula Magna di Santa Lucia.

In particolare sarà data risposta alle parole di mons. Ravasi, che con il “Cortile dei Gentili” vuole «avviare contatti con organizzazioni atee» escludendo l’UAAR in quanto «folkloristica», e saranno commentate le posizioni del rettore dell’Università di Bologna Ivano Dionigi in merito alla presentazione presso l’ateneo della nuova struttura vaticana.

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Debutta a Bologna il “Cortile dei Gentili”: un “dialogo” con interlocutori accondiscendenti

6 Febbraio 2011
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5/2/2011 – COMUNICATO STAMPA del Circolo UAAR di Bologna

Debutta a Bologna il “Cortile dei Gentili”: un “dialogo” con interlocutori accondiscendenti

Debutta a Bologna il “Cortile dei Gentili”, la fondazione con cui Benedetto XVI intende dialogare con alcuni selezionati atei e agnostici: il  cardinale Gianfranco Ravasi lo presenterà a Bologna sabato 12 febbraio,  guarda caso in occasione del Darwin Day. La parte dei “Gentili” sarà  affidata a due atei devoti del centrosinistra: Augusto Barbera e  Massimo Cacciari.

«Come previsto, il Vaticano si è scelto interlocutori accondiscendenti», afferma Roberto Grendene, portavoce del circolo bolognese dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti. Barbera e Cacciari si sono più volte dichiarati convinti della necessità di assicurare una posizione di  privilegio alla Chiesa Cattolica: per esempio in merito  all’esposizione del crocifisso nei luoghi istituzionali, su cui si pronuncerà a giorni la Corte di Strasburgo. «Ateismo e agnosticismo sono in forte crescita, basti pensare che da anni a Bologna più di due matrimoni su tre avvengono con rito civile. Non potendo fermarne la crescita, il Vaticano dipinge ora gli atei e gli agnostici come deferenti verso il cattolicesimo», continua Grendene: «difficile pensare che questa rappresentazione caricaturale sarà accettata dalla maggioranza dei dieci milioni di italiani che non credono in Dio».

Il card. Ravasi ha descritto esplicitamente la nostra associazione come “folcloristica”, e ha parlato in maniera allusiva di  ateismo nazional-popolare che sarebbe rappresentato da “associazioni e personaggi pittoreschi, intellettuali da salotto televisivo”.

A queste parole di scherno, che mettono in luce l’intenzione di dare patenti di ateismo da parte di chi già prova con imperizia a dare patenti di laicità, gli atei e agnostici rappresentati dall’uaar rispondono mostrando come non solo dialogano, ma concretamente operano con i credenti: a Bologna da anni è in atto una collaborazione con la Rete Laica, dove sono presenti organizzazioni di cattolici e di protestanti. Raccogliendo insieme le firme dei bolognesi abbiamo reso possibile l’approvazione in Consiglio Comunale del registro dei Testamenti Biologici, e insieme continuiamo a impegnarci per rendere questo paese più laico e più civile.

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