Crisi? Il Comune di Bologna continua a costruire chiese
Nel 2013 avevamo denunciato come il Comune di Bologna avesse finanziato la costruzione della chiesa cattolica parrocchiale del Corpus Domini, sottraendo 291.021€ al bilancio dell’esercizio 2011. Oggi, grazie ai dati resi noti in risposta a una interrogazione presentata dal consigliere Umberto Bosco (Lega Nord), si apprendono ulteriori e sconfortanti dettagli.
Innanzitutto la nuova chiesa di via Enriquez beneficiò di complessivi 882.175,05€, che gravarono anche sui bilanci comunali degli anni 2009 e 2010, oltre che su quello 2011. Nonostante i ripetuti appelli del Circolo Uaar di Bologna, il comune insisteva a destinare alla Curia circa il 6% degli oneri di urbanizzazione secondaria — imposte pagate da cittadini e imprese relativamente a costruzione o ristrutturazioni di immobili — portando come scusa un presunto obbligo normativo. Un obbligo mai esistito, come da un recente parere della Regione che ha confermato quanto sostenuto in questi anni dall’Uaar.
L’Arcidiocesi, già proprietaria di oltre 1200 immobili in città, si è così vista finanziare la costruzione di un ulteriore immobile. Ma non è finita. Terminata la costruzione della chiesa del Corpus Domini, il comune di Bologna inizia a pagare la costruzione di un’altra chiesa. A partire del bilancio 2012 e fino a quello 2014 (ultimo dato disponibile) l’Arcidiocesi riceve infatti bonifici da Palazzo D’Accursio per la costruzione della chiesa cattolica parrocchiale SS. Monica e Agostino. Nonostante la crisi dell’edilizia e dell’economia in generale, la somma complessiva che il comune eroga per edificare questa chiesa ammmonta a 531.794,85€. Andando indietro nel tempo, nei 16 anni che vanno dal 1999 al 2014 la cifra complessiva erogata dal comune alla Curia per edilizia di culto è di 6.430.256,45€, con una media superiore ai 400mila euro l’anno.
Sarebbe sufficiente il principio di laicità e di buona amministrazione, ma se consideriamo che alle immense proprietà dell’Arcidiocesi si è aggiunta negli ultimi anni anche la multinazionale FAAC, dal valore stimato di circa 1,7 miliardi di euro, diventa davvero molto semplice capire che tale soggetto privato non abbia bisogno di finanziamento pubblico. Visto che in seguito alle elezioni amministrative 2016 la maggioranza che governa Bologna è rimasta la stessa, come promesso dalla precedente assessora all’urbanistica il consiglio comunale deciderà di dire basta al finanziamento comunale all’edilizia di culto? I fondi così risparmiati potranno finalmente essere utilizzati per le destinazioni di pubblica utilità previste dalla normativa, come l’edilizia scolastica, gli asili nido, i parcheggi, il verde pubblico.