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Darwin Day 2014

26 Gennaio 2014
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Il Circolo Uaar di Bologna, con il patrocinio del Comune di Casalecchio di Reno e dell’Istituzione Casalecchio delle Culture presenta:

Darwin Day 2014
L’evoluzione dell’Homo sapiens
fra genetica e ambiente, fra natura e cultura
con Bruna Tadolini

Ciò che ha fatto acquisire all’Homo sapiens le funzioni che lo caratterizzano come specie (camminare in modo bipede, parlare, pensare, essere autocosciente) è stato un processo evolutivo durato milioni di anni. Lo sviluppo delle strutture anatomiche che permettono lo svolgimento di queste funzioni si basa sull’azione di molteplici geni.
Questo ci fa senz’altro dire che è la genetica che ci fa uomini. Ma quanta influenza esercita l’ambiente sulla espressione delle potenzialità genetiche di ognuno di noi? Quanto ha contribuito la cultura all’evoluzione genetica dell’Homo sapiens?

La trattazione divulgativa è adatta a un pubblico di tutte le età, in particolare a studenti della scuola media e superiore.
La prof.ssa Bruna Tadolini, già docente di Biologia molecolare all’Università di Bologna e di Biochimica all’Università di Sassari, collabora con il progetto Linfa – Luogo per l’Infanzia, le Famiglie, l’Adolescenza, del Comune di Casalecchio.

Giovedì 20 febbraio 2014, ore 18:30
Piazza delle Culture – Casa della Conoscenza, via Porrettana 360, Casalecchio di Reno
Ingresso libero.

Scarica il volantino

Vedi elenco Darwin Day Uaar 2014 italiani.

conferenze, cultura, varie ,

Due interrogazioni in Regione sugli assistenti religiosi pagati dalle Ausl

22 Gennaio 2014
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Il nostro circolo e alcuni giornali locali hanno portato alla luce il problema dei privilegi e dei costi pubblici dell’assistenza religiosa cattolica negli ospedali. Per le sole province di Bologna, Modena, Ferrara Ravenna e Parma bisogna pagare alle diocesi un  milione e 229mila euro annui di soldi pubblici affinché mandino sacerdoti — o altre figure scelte a discrezione del vescovo — per dare conforto religioso cattolico ai pazienti cattolici. E a Bologna manca ancora all’appello il dato dell’ospedale Rizzoli.

Cominciano ad arrivare segnali dalla politica. Sono state infatti presentate due interrogazioni in Regione. La prima, nr.1700 del 16 gennaio 2014,  da Stefano Cavalli (Lega Nord). La seconda, nr.1885 del 20 gennaio 2013, da Franco Grillini (LibDem),

interrogazionecavalli20140126A sopresa, nella sua interrogazione a risposta scritta la Lega Nord chiede, «viste le recenti e continue strette sulla spesa sanitaria e visto il deteriorarsi delle condizioni di lavoro del personale sanitario»,  di «rivedere i termini, soprattutto finanziari, della convenzione che oggi lega le aziende sanitarie e ospedaliere con la Curia». Inoltre fa presente che «esistono confessioni religiose, come, ad esempio, le Chiese rappresentate dalla Tavola valdese, che si assumono il costo dell’assistenza religiosa elargita ad i propri fedeli».

interrogazionegrillini20140120L’interrogazione presentata da Franco Grillini (Gruppo Misto – LibDem) è invece a risposta immediata in aula, e sarà di conseguenza dibattuta pubblicamente durante l’Assemblea Regionale. Dopo aver delineato in dettaglio il quadro normativo, viene interrogata la Giunta «per sapere a quanto ammonti la spesa complessiva sostenuta dalle Aziende del Ssr nell’arco temporale 2010-2013 per finanziare il servizio di assistenza religiosa, ciò al fine di valutare quali azioni istituzionali e provvedimenti siano necessari al fine di far fronte alle prospettate esigenze di eliminare — o quantomeno razionalizzare — gli oneri e i costi a carico del Ssr derivanti dal servizio di assistenza religiosa». Ringraziamo inoltre l’on. Franco Grillini di aver citato nella sua interrogazione il lavoro di inchiesta del Circolo Uaar di Bologna.

Nel nostro primo articolo di denuncia chiedevamo: «Ci sarà qualche consigliere regionale che rimedierà a questa ennesima ingerenza clericale con relativa e inevitabile sottrazione di soldi pubblici?». Siamo lieti che siano arrivate le prime reazioni.

enti locali, ospedali ,

Assistenti religiosi: le onerose convenzioni a Ravenna e Parma

19 Gennaio 2014

I costi a carico del Sistema Sanitario Nazionale per gli assistenti religiosi cattolici stanno facendo notizia anche in altre città della nostra regione. Il Carlino denuncia che per i «sacerdoti in ospedale stipendiati dall’Usl» si pagano 200mila euro a Modena e 137mila euro a Ferrara. In questo articolo illustriamo le spese che invece vengono sostenute a Ravenna e Parma, rendendo come sempre dispinibili gli atti in nostro possesso.

Ravenna: 136mila euro ogni anno per i sacerdoti in ospedale

Come rivela anche Ravenna&Dintorni, il circolo Uaar di Ravenna ha “spulciato negli archivi rendendo note le cifre complessive con i dettagli dei singoli presidi ospedalieri”. Sono quattro le convenzioni stupulate e riguardano i presidi ospedalieri di Cervia, Faenza, Lugo e Ravenna. Sono 136mila gli euro pagati ogni anno perché sette sacerdoti amministrino il culto cattolico, in base a convenzioni quinquennali che scadranno nel 2016 e potranno essere rinnovate per altri tre anni. Come al solito l’Ausl fornisce anche locali e alloggi, prendendosi a carico anche le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria, delle pulizie, delle utenze e degli arredi. Maggiori dettagli nell’articolo di Ravenna&Dintorni. Di seguito i testi delle convenzioni e della deliberazione che le rende operative.

Parma: 250mila euro ogni anno per i sacerdoti in ospedale

A Parma l’unica documentazione di cui siamo entrati in possesso è la convenzione tra l’AUSL di Parma e il “competente ordinario diocesano” risalente al 25 maggio 1990. In tale data, con deliberazione 1417, AUSL e Diocesi concordavano il passaggio del personale religioso, che prima era inquadrato tra i dipendenti dell’ospedale, al regime convenzionato ai sensi della normativa regionale da poco approvata (L.R. n.12/1989). La spesa per le casse pubbliche non veniva certo messa in discussione, ma i soldi approdavano nelle casse della Diocesi (esentasse) invece che nella busta paga dei sacerdoti prescelti. In questo modo non c’è più traccia delle tasse sulle retribuzioni che prima ritornavano all’erario. La spesa per assicurare l’assistenza religiosa cattolica veniva stabilita in 125 milioni di lire per otto assistenti religiosi, e imputata al capitolo di bilancio  “spese per il personale religioso convenzionato, compresi gli oneri riflessi”. In assenza di ulteriori dati e sottoponendo la spesa fissata nel 1990 ad un calcolo di interessi legali dal 1991 al 2013 (senza anatocismo), la cifra che stimiamo possa essere erogata oggi è di circa 134mila euro ogni anno.

ar-bilancio-aouparma-screenshotNon è finita qui. A Parma c’è anche l’Azienda Ospedaliero-Universitaria. Non essendo riusciti ad acquisire la convenzione, abbiamo controllato il relativo bilancio pubblicato sul sito della Regione Emilia Romagna. Ad oggi il più recente è quello dell’esercizio 2012, da quale emerge che tra le consulenze non sanitarie quella più salata è per il “personale religioso”, che pesa per 142.030 euro.

Riducendo prudenzialmente la cifra stimata per l’AUSL del 20% e sommandola a quella documentata per l’Azienda Ospedaliero Universitaria dell’esercizio 2012, l’esborso totale per l’assistenza religiosa cattolica a carico del Sistema Sanitario Nazionale a Parma risulta essere 250mila euro l’anno. Di seguito i link per consultare la tutta la documentazione.

notizie, ospedali ,

Sabato 25 gennaio: Sbattezzo Point al Der Standard

10 Gennaio 2014
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Sbattezzo Point al Der StandardNon tolleri più l’ingerenza del Vaticano nella tua vita?
Stanco di essere giuridicamente “suddito del vescovo”?
Sei indignata per l’invasione dei ginecologi obiettori?
Ritieni che il pedobattesimo sia lesivo della libertà di scelta?
Sei contrario a regalare alla Chiesa 6 miliardi l’anno di soldi pubblici?

Il Circolo Uaar di Bologna ti invita allo Sbattezzo Point che sarà ospitato al Der Standard, via Santa Croce 16c, il 25 gennaio 2014 dalle 21 fino all’ora di chiusura del locale.
Per informazioni, moduli, sbattezzi e chiacchiere!

Evento su facebook
Evento su google+


notizie, varie ,

Assistenti religiosi: le onerose convenzioni dell’AUSL Bologna

10 Gennaio 2014

Seconda puntata dell’inchiesta del Circolo Uaar di Bologna sull’assistenza religiosa cattolica nelle strutture sanitarie. Dopo aver analizzato le onerose convenzioni del Sant’Orsola, è ora la volta dell’AUSL Bologna. La Direzione Generale dell’Azienda USL Bologna dichiara che l’unico atto in suo possesso riferito all’assistenza religiosa è la convenzione contenuta nella deliberazione 269 del 22/11/2005 la quale, sottilinea la Direzione Generale, “prevede il rinnovo tacito di anno in anno”. Andiamola dunque a esaminare.

Come prevedibile, l’assistenza religiosa cattolica è profumatamente pagata dai contribuenti anche all’ospedale Maggiore e nelle altre strutture sanitarie dell’AUSL Bologna. Per nove assistenti religiosi (AR) l’AUSL versa, dal 2006, 268.000 euro l’anno direttamente nella casse della Curia. Sono circa 30.000 euro per assistente religioso scelto a insindacabile giudizio dell’ordinario diocesano.

E già i conti non tornano: perchè un AR al Sant’Orsola costa 25.585,20 euro l’anno (dato 2013, dove cinque AR costano 127.926 euro) mentre al Maggiore o al Bellaria ne costava già nel 2006 ben 29.777,77? Eppure la legge regionale di riferimento è la stessa, e per gli assistenti religiosi parla di “trattamento economico del settimo livello” (ora categoria “D”). Il cui lordo ricavato dalle tabelle contrattuali è più basso di entrambe le cifre. Che i compensi siano stati arrotondati in eccesso di qualche migliaio di euro?

Altro aspetto controverso è il passaggio dal regime di pianta organica a quello di convenzione. Fino al 2005 infatti al Maggiore erano presenti quattro AR stipendiati direttamente dall’ospedale. Dal 2006 anche questi sono confluiti nel regime di convenzione. La differenza è che nel primo caso i soldi pubblici venivano dati agli AR dall’ufficio stipendi dell’ospedale, mentre in regime di convenzione vengono dati alla Curia. In altre parole prima erano sicuramente assoggettati a tassazione e dunque una parte ritornava nelle casse pubbliche, dopo spariscono nelle casse di via Altabella, che non ci risultano essere sottoposte ai controlli ordinari dell’Agenzia delle Entrate.

Non è finita. L’erogazione annua di 268.000 euro è relativa a un numero di nove assistenti religiosi fissato nel 2006. La normativa prevede che il numero di AR dipenda dai posti letto. Visti i tagli che questi hanno subito negli ultimi anni c’è da chiedersi se anche il numero di AR non dovesse venire conseguentemente rivisto al ribasso. Non ci risulta che sia stato fatto.

Altre caratteristiche della convenzione dell’AUSL Bologna per gli assistenti religiosi sono simili a quelle già esaminate per il Sant’Orsola. Il “servizio di assistenza religiosa gode di “piena autonomia operativa con dipendenza esclusiva dal Vescovo” e prevede “amministrazione dei sacramenti, cura delle anime, catechesi e esercizio del culto”. Per quanto assurdo, queste attività religiose vengono pagate dall’ospedale e di conseguenza preziose risorse sono sottratte ai servizi medici e infermieristici. Agli assistenti religiosi “sono garantiti l’uso di una cappella e di un ufficio con relativi arredi, attrezzature e accessori”, nonché alloggio e servizi a un canone irrisorio (su richiesta). In ogni caso “le usuali spese di culto, nonché quelle della conservazione degli arredi, suppellettili e attrezzature occorrenti per il funzionamento del servizio, la manutenzione ordinaria e straordinaria, le pulizie, nonché le spese di illuminazione e riscaldamento di tutti i locali adibiti al servizio di assistenza religiosa, sono a carico dell’Azienda“.

Può suonare beffardo: nella convenzione è scritto che “il servizio di assistenza religiosa è gratuito”. Tanti purtroppo pensano che lo sia, ma come abbiamo mostrato è pagato dai contribuenti a benificio della Curia e dei soli e sempre meno numerosi pazienti cattolici.
Rinnovando l’auspicio che il consiglio regionale abolisca le norme che obbligano gli ospedali a versare fondi pubblici alla Curia, riportiamo di seguito  il link per scaricare il testo della convenzione che abbiamo commentato.

Convenzione tra l’Azienda USL di Bologna e l’Ordinario diocesano di Bologna per la disciplina del servizio di assistenza religiosa cattolica presso gli stabilimenti dell’Azienda USL di Bologna. Periodo 2005-2006

notizie, ospedali ,

Imola, risposta Uaar all’omelia omofoba

2 Gennaio 2014

Il Resto del Carlino riportava che nell’omelia di domenica scorsa, proprio in occasione della festa cattolica della famiglia, il parroco della chiesa del Piratello avrebbe attaccato pesantemente gli omosessuali. Gli stessi fedeli si sarebbero indignati, raccontando che il parroco avrebbe apostofato i gay quali «‘questi’, ‘tenebrosi’ o cattiverie simili, ricordando anche il Vecchio Testamento che puniva gli uomini che andavano con altri uomini con la lapidazione».

Sul Carlino di oggi viene dato spazio alla risposta dell’Uaar, a cura del delegato imolese Roberto Vuilleumier, che osservando come sarebbe stato opportuno citare «i periodi in cui il cristianesimo i sodomiti li bruciava vivi», rivendica quanto «una legge anti-omofobia servirebbe a questo Paese».
Il testo dell’articolo è consultabile sul sito del Carlino.

Di seguito riportiamo il testo dell’intera lettera indirizzata al giornale dall’Uaar di Imola.

Grazie al fenomeno della secolarizzazione, quindi grazie all’istruzione e quindi alla diminuzione della diffusa ignoranza che allontana finalmente l’uomo dal comportamento sacrale ed al dogmatismo senza senso, il potere politico della Chiesa pur se lentamente, diminuisce inesorabilmente.

Fuori tempo più che fuori luogo sono quindi le dichiarazioni del “parroco ignorante del Piratello” che avrebbe fatto quasi meglio, visti i 30 anni ormai passati dalla presa di posizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (non l’Onu!) che ha tolto l’omosessualità dall’elenco dei disturbi comportamentali, a citare semmai i periodi in cui il cristianesimo i sodomiti li bruciava vivi. Come il razzismo, l’omofobia si può manifestare con atteggiamenti negativi, insultanti e discriminatori che possono arrivare o incitare alla violenza.

Il nostro paese al riguardo è rimasto indietro non per dimenticanza, ma proprio per via della forza politica della Chiesa e pur introducendo con la legge Mancino misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa, si è “dimenticata”, per così dire, delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale.

Una legge anti omofobia servirebbe a questo paese, per “curare” invece i gravi comportamenti discriminatori anche degli esponenti della Chiesa, che non si limitano a raccontare “storie” fantastiche ma che tentano di farle passare per vere ad ogni costo, “pur calpestando la dignità umana”.

La vera vergogna, al di là delle fantasie di questi “parroci”, sta nell’insegnamento all’omofobia ai bambini, che avviene durante l’ora di religione e durante il catechismo anche da loro preposti  «appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, poiché la Tradizione ha sempre dichiarato che “gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati”», e sono dunque contrari «alla legge naturale» (benché l’omosessualità sia riscontrabile in natura anche in centinaia di specie animali diverse).
Mentre come al solito chissà perché la politica latita.

Roberto Vuilleumier
Delegato Uaar per Imola e Castel San Pietro

comunicati, giornali ,

Buon 2014!

1 Gennaio 2014
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Auguri di un laico e civile 2014 da parte del Circolo Uaar di Bologna.

buon2014

varie

Assemblea annuale del Circolo Uaar di Bologna

11 Dicembre 2013
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Domani, giovedì 12 dicembre, si svolgerà l’assemblea annuale del circolo Uaar di Bologna. Tutti i soci in regola con l’iscrizione all’anno 2013 o che hanno fatto la pre-iscrizione all’anno 2014 hanno già ricevuto la convocazione, che è stata fissata per le ore 21 presso il Centro Socio Culturale “La Villa di Meridiana”, a Casalecchio di Reno [vedi mappa].

Logo del Circolo Uaar di BolognaTra gli argomenti all’ordine del giorno vi sono l’elezione del nuovo gruppo dirigente del circolo, l’analisi delle attività svolte nel 2013 e la programmazione di quelle future. Saranno disponibili i calendari Uaar 2014, i libri della nostro casa editrice Nessun Dogma, oltre a magliette, spille e materiale informativo.

È possibile arrivare dalle ore 20, in modo da rinnovare l’iscrizione all’associazione e partecipare quindi all’assemblea. Arrivando alle 20 è inoltre possibile mangiare una pizza in compagnia (necessario prenotarsi scrivendo a bologna@uaar.it o telefonando al nr 340 72 78 317).

riunioni

Rivedere la tassa di religione comunale: mozione Franco Grillini (LibDem) in Regione

29 Novembre 2013
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All’interpellanza in cui si chiedeva di quantificare l’esborso di denaro pubblico in favore del patrimonio immobiliare ecclesiastico la Regione Emilia Romagna, tramite l’assessore regionale Alfredo Peri, ha risposto che «non è possibile indicare l’entità del contributo per chiese ed altri edifici religiosi che annualmente i Comuni destinano agli Enti religiosi». Il lavoro di inchiesta dell’Uaar dimostra oggi di essere ancora una volta determinante, sostituendo la scarsa trasparenza delle istituzioni.

Chiesa Corpus Domini, costruita con finanziamento comunale (fonte Googlemaps)

Chiesa Corpus Domini, costruita con finanziamento comunale (fonte Googlemaps)

I dati raccolti nella campagna Uaar “Oneri” e in particolare quelli dell’inchiesta condotta dal circolo Uaar di Bologna sui comuni della nostra provincia sono infatti alla base della mozione presentata il 27 novembre scorso dall’on. Franco Grillini all’assemblea legislativa dell’Emilia Romagna. Prendendo spunto proprio dai nostri lavori, la mozione sottopone all’assemblea legislativa dell’Emilia Romagna il problema di rimodulare le percentuali di assegnazione degli oneri di urbanizzazione, di informare i comuni e di monitorare il loro utilizzo nel territorio al variare dei cambiamenti sociali e delle necessità pubbliche (vedi comunicato stampa della Regione).

Ai Comuni dell’Emilia Romagna sarà finalmente chiaro che possono rivedere la “tassa di religione” che versano ogni anno alle confessioni religiose, con la Chiesa cattolica che incamera quasi tutti il gettito. Soprattutto in tempo di crisi è inaccettabile regalare soldi pubblici a Curie straricche, sottraendoli alle opere come scuole, asili nido, parchi pubblici. Una “decima” che si può ridurre e addirittura azzerare con una semplice votazione in consiglio comunale, ma che i comuni pensano (o fanno finta di pensare) che sia dovuta per legge.

comunicati, enti locali ,

Ambigue feste patronali: Martino, il bellicoso evangelizzatore

11 Novembre 2013
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Oggi, 11 novembre, le scuole del comune di Casalecchio di Reno sono chiuse per il santo patrono, Martino di Tours. Una grana per chi ha figli che le frequentano se, come spesso capita nel territorio provinciale, il proprio datore di lavoro chiude invece i battenti il 4 ottobre per Petronio, patrono di Bologna. Per una curiosa tradizione diventata legge un giorno delle nostre ferie viene infatti deciso da altri, causando problemi familiari.

Per non parlare del danno economico al Paese intero: ogni comune fa scelte diverse, per cui capita che i fornitori siano chiusi un giorno, le filiali siano chiuse un altro, gli uffici centrali un altro ancora. Anche nella stessa azienda!

A Casalecchio l’associazionismo e il volontariato riescono (obtorto collo?) ad animare la giornata, trasformandola in un momento di solidarietà e di socialità. Di religioso, nella giornata del santo patrono, rimane ormai solo il nome. A Casalecchio è toccato San Martino. Di lui la leggenda dice che, da non cristiano, donò metà del suo mantello ad un povero. Ma che fece poi da cristiano, per guadagnarsi la santità e per obbligare anche i non cattolici a  festeggiarlo?

Ai cittadini di Casalecchio di Reno forniamo una risposta un po’ meno leggendaria e più disincantata, che anche le istituzioni, scuola in primis, potrebbero e dovrebbero dare.

Martino di Tours, di Marta Gianni (*)

Legionario, figlio di ufficiale (il nome stesso implica una dedicazione a Marte), applicò modi bellici anche nell’evangelizzazione. Infatti, contrariamente alla politica insinuante e mite che sarà suggerita due secoli dopo da Gregorio Magno (porre un simbolo cristiano accanto a pietre, alberi e fonti sacri senza vietare le antiche devozioni) e che avrebbe dato ottimi risultati in Anglia, quella di Martino fu un’azione missionaria dura e spesso violenta: un’ininterrotta foga persecutoria, un continuo abbattimento di templi, idoli, alberi (talvolta costringendo gli stessi Celti ad abbattere personalmente i propri veneratissimi recinti arborei). Il risultato, apparentemente, fu veloce e strepitoso tanto da far sì che il legionario ungherese, morto nel 397, divenisse, con veloce canonizzazione, il primo santo non martire a ricevere l’ onore dell’altare; in realtà la veloce diffusione del culto fu molto favorita non solo dalla chiesa che aveva bisogno di espandersi e cercava testimoni più calati nella contemporaneità per sostituire le ormai già un po’ desuete figure dei martiri ma anche dall’appropriazione della figura del santo che la dinastia merovingia operò per legittimare la propria sacralità, conservando nella chiesa palatina la presunta reliquia della famosa cappa di Martino, ormai divenuto defensor regni.

Il sepolcro del neosanto e il monastero di Marmoutier, vicino a Tours, beneficato dai Merovingi, acquisteranno subito, guarda caso, fama di potenza taumaturgica e nell’arco di un secolo dalla morte avremo già un culto estremamente consolidato: papa Simmaco titolerà all’ex legionario una basilica romana (S.Martino ai Monti) e S.Benedetto gli dedicherà uno degli oratori di Cassino. Per giustificare tale immediata popolarità devozionale certa etnografia vorrebbe che la figura di Martino si sia innestata, a livello popolare, su quella del dio Lugh, l’amatissimo dio cavaliere della luce e dell’oltretomba, alcune caratteristiche del quale sarebbero state applicate a Martino: il dies festus, l’11 novembre, è la data che segnava la fine del Samhain; l’arcobaleno (in Irlanda “l’arco di Lugh”) diventa in Francia “l’arco di s. Martino”; sempre in Francia (ma anche nelle Fiandre francofone) Martino, con collegamento alle luci dell’inverno, porta doni ai bambini come il nordico santa Claus o l’italica santa Lucia; l’oca, presente spesso nelle agiografie di Martino e sulle tavole francesi l’11 novembre, era per i Celti un animale psicopompo connesso alle divinità, ecc. (v.F.Cardini «Abstracta» 16 (1987) 6-53). Altri etnostorici invece propendono per una connessione anche con Mitra (la clamide, la luce ecc.) il cui culto, importato dalle legioni, s’era molto diffuso in Gallia.

Siamo in realtà di fronte a notazioni che non hanno alcun certo riscontro storico e che possono, tutt’al più, testimoniare eventuali sopravvivenze di devozioni locali e la nascita di un sincretismo religioso. Quel che è storicamente rilevabile, invece, è che se, da un lato, Martino ha aperto la strada per l’espansione europea del cristianesimo (e da qui la sua importanza per la chiesa), dall’altro la durezza e la rapidità della sua azione missionaria han fatto sì che, a differenza del mondo anglosassone, nel mondo celto-gallico il ricordo dell’antica religione, troppo brutalmente e troppo velocemente apparentemente distrutta, si sarebbe mantenuto per secoli, sopravvivendo nel folklore e costituendo una delle peggiori spine nel fianco del cristianesimo che, improntato com’è su di un creazionismo antropologico, non riuscirà mai a comprendere appieno lo spirito celtico condizionato dalla variazione dei cicli stagionali, da una continua compresenza del mondo larvale, da una paritetica compenetrazione con la natura e con i suoi eventi.

Per la bibliografia su Martino e per la prima agiografia, quella di Sulpicio Severo, si veda l’importante lavoro di J. Fontaine, Sulpice Sevère. Vie de Saint Martin…, Paris 1967-69; buona è la traduzione di L.Canali nell’edizione con testo latino a fronte a cura di J.W.Smit, in Vite dei santi, a cura di Ch. Mohrmann, Fondazione Valla, Milano Mondadori 1975, pp. 1-67; l’agiografia di Gregorio di Tours si trova nella Patrologia Latina del Migne, vol. 71 e, a cura di Krusch, nei Monumenta Germaniae Historica, Scriptores rerum Merovingicarum, I/2 (1885); per Martino i testi di riferimento sono assai numerosi, dagli Acta Sanctorum alla Bibliotheca Agiographica Latina dei Bollandisti, dall’Histoire dell’Église di Fliche e Martin alle molte enciclopedie; ancor più numerose le monografie, pur se spesso d’impostazione omiletica; in generale possiamo rimandare all’interessante voce della Bibliotheca sanctorum, VIII, Roma 1966, coll.1250-1291 e ai contributi contenuti in San Martino di Tours. Storia, culto, tradizioni locali, Mirandola 1999.

(*) Marta Gianni ha diretto gli Uffici, l’Archivio Storico e la Biblioteca dell’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo; è stata allieva di Raffaello Morghen e Raoul Manselli, a fianco dei quali ha lavorato per molti anni nell’ambito del Repertorium fontium historiae medii aevi, opera enciclopedica attuata con la gratuita e entusiasta collaborazione di tutti i principali istituti scientifici europei.

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