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Il culto può attendere, i terremotati no

8 Dicembre 2012
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“Garantire l’esercizio del culto”. Con questa motivazione il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, nelle vesti di commissario alla ricostruzione a seguito del sisma del maggio scorso, ha destinato 15 milioni di euro per il ripristino delle chiese. I fondi fanno parte di quelli definiti dall’art. 2 del decreto legge 6 giugno 2012, n. 74, ossia le risorse pubbliche per “interventi urgenti a favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici”.

Al commissario Errani diciamo che non consideriamo degno di un paese civile il fatto che l’esercizio del culto in zone colpite da calamità naturali venga trattato come una priorità a carico dello stato, e che venga messo sullo stesso piano della ricostruzione di attrezzature scolastiche o dell’assegnazione di case per le famiglie la cui abitazione è ancora inagibile.

Non consideriamo degno di un paese civile il fatto che il commissario Errani non abbia chiesto alla Cei di intervenire per coprire interamente le spese per la ricostruzione delle chiese, visti gli oltre 6 miliardi di finanziamento pubblico che la Chiesa cattolica riceve ogni anno.

Non consideriamo degno di un paese civile il fatto che un commissario alla ricostruzione non abbia percorso la strada che avevamo già indicato il 24 maggio scorso: ottenere dal Governo l’utilizzo dell’Otto per Mille statale, che è una risorsa che la legge prevede possa essere spesa per “interventi straordinari per le calamità naturali”.

Anche di fronte alle tragedie l’Italia clericale resta fedele a se stessa: vengono utilizzati i soldi pubblici destinati alle emergenze per ricostruire chiese e non vengono investiti fondi pubblici espressamente utilizzabili per far fronte alle calamità naturali per non rischiare che la Chiesa abbia un introito più basso dall’Otto per mille.

Al commissario Errani chiediamo di pretendere dal governo l’utilizzo dell’Otto per Mille statale 2012 e 2013 per la ricostruzione in Emilia, e successivamente di promuoverne la scelta tra i contribuenti in vista della prossima dichiarazione del redditi. Se per non scontentare la Chiesa preferisce procurare un danno oggettivo alle popolazioni colpite dal sisma, allora è meglio che si dimetta.

Il coordinamento regionale Uaar dell’Emilia Romagna

[Comunicato inviato al Commissario alla ricostruzione Vasco Errani]

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Otto per Mille statale per San Petronio?

24 Novembre 2012
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Mancherebbero ancora 4 milioni di euro per terminare il restauro della basilica di San Petronio. Per trovare i soldi, qualcuno ha avuto l’idea di attingere per almeno 800.000 euro all’Otto per Mille statale. Non è chiaro se sia stato il comune oppure la Curia: Repubblica e Il Carlino riportano solo che “è già partita la richiesta alla Presidenza del consiglio”.

San Petronio fu di proprietà del libero comune di Bologna fino al 1929.  Solo nel 1929, grazie ai Patti Lateranensi firmati da Mussolini, divenne proprietà della Curia. Pur considerando il valore artistico dell’edificio della diocesi, è davvero incivile e irrispettoso nei confronti dei cittadini che vivono nelle zone colpite dal sisma pensare di erodere i fondi dell’Otto per Mille statale, che ha tra le sue finalità gli “interventi straordinari per le calamità naturali”.

Il Comune di Bologna ha sempre scelto di erogare gli oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto, donando circa 5 milioni di euro in dieci anni per le acquisizioni e il consolidamento del patrimonio immobiliare della Curia arcivescovile. Stupisce che nessuno dei consiglieri comunali che hanno ascoltato il primicerio della basilica don Oreste Leonardi glielo abbia ricordato, o gli abbia fatto notare come vendendo solo pochi dei propri immobili la Curia troverebbe immediatamente tutti i 4 milioni di euro mancanti, senza gravare ulteriormente sulle spalle dei contribuenti. Per non parlare del fatto che il finanziamento per il restauro della basilica potrebbe arrivare benissimo dal miliardo di euro che ogni anno, tramite l’Otto per Mille, arriva alla CEI.

La posizione del circolo Uaar di Bologna rimane quella espressa a maggio di quest’anno: usare l’Otto per Mille statale per la ricostruzione e per prevenire i danni da calamità naturali, pensando alle scuole, agli ospedali, agli asili nido e a tutti gli altri edifici di proprietà statale o delle amministrazioni locali.

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Imola, oltre 750.000 euro dal Comune agli enti religiosi nel 2009-2010

2 Novembre 2012
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Il circolo Uaar di Bologna ha esaminato l’Albo dei beneficiari del comune di Imola e pubblica i resoconti delle erogazioni 2009 e delle erogazioni 2010 a favore di enti a carattere religioso, rispettivamente € 472.246,29 (23,71% del totale) e € 280.638,28 (23,51% del totale).

Le seguenti dichiarazioni del delegato del circolo per Imola e Castel San Pietro, Roberto Vuilleumier, sono state riprese nell’articolo Quei fondi dal Comune alla Chiesa, pubblicato ieri sul Corriere di Romagna.

Lungi da me condannare il pensiero altrui solo perché diverso, abitudine spiacevole e consolidata di alcune alte cariche ecclesiastiche quando vanno a sentenziare sul pensiero e sull’essere atei o agnostici.

Da “libero di non credere”, invece, condanno fortemente quella che è da sempre una “prassi” assai sconsiderata, quanto mai inopportuna ed attuata puntualmente dalle amministrazioni pubbliche a favore di enti religiosi per nulla escluso il Comune di Imola.

Tale prassi è sempre la stessa: l’erogazione di benefici di natura economica (con denaro pubblico) al “culto” o meglio per lo più alla “Chiesa” ed alle sue rappresentanti e “collegate” Scuole, Associazioni, Parrocchie.

Da osservatori attenti questa primavera siamo andati a sottolineare la curiosa prassi in uso nel comune di Imola, dalle cui casse, per esempio, sono usciti in 12 anni, dal 1999 al 2010, € 1.639.166,69 per edilizia di culto.

Ora rileggendo con attenzione l’albo beneficiari 2009 e 2010 disponibile sul sito del Comune di Imola abbiamo potuto constatare che in questi soli due anni viene elargita ad associazioni, scuole cattoliche, parrocchie e altri enti riconducibili in qualche modo sempre alla “Chiesa” ed al “culto della Chiesa”, la somma di € 752.884,57 (€ 472.246,29 per il 2009 e € 280.638,28 per il 2010). Una cifra che sfiora il 25% del totale complessivo del settore “persone giuridiche”.

La maggior parte di queste somme vengono elargite attraverso una delibera di giunta in favore della “gestione di scuole” private o parificate gestite “dall’universo Chiesa”.

Anche solo per il rispetto nei confronti delle famiglie che sostengono con contributi spontanei propri, di varia natura, oltre che col pagamento di rette, la “gestione delle scuole” comunali e pubbliche, tali Finanziamenti andrebbero abrogati.

Il proselitismo religioso di qualsiasi culto,  non andrebbe finanziato, sostenuto e sponsorizzato utilizzando soldi pubblici.

Anche solo per una questione di decenza questa assurda prassi andrebbe quanto meno sospesa, soprattutto in momenti economicamente difficili come questi.

Ricordiamo come sempre che la “Chiesa” e tutte le sue variegate diramazioni è straordinariamente ricca e nello stesso modo in cui sostiene autonomamente giornali, televisioni, radio, potrebbe benissimo sostenere anche le proprie scuole.

Roberto Vuilleumier
Delegato di Imola e Castel San Pietro – Circolo Uaar di Bologna

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Raggiunte e superate le firme richieste, il referendum sulle scuole paritarie si farà

31 Ottobre 2012
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Il referendum sui finanziamenti comunali alle scuole private paritarie bolognesi si farà. Lo ha annunciato ieri in conferenza stampa il Nuovo comitato articolo 33, che vede tra i promotori l’Uaar assieme alla Chiesa Metodista, ad associazioni di genitori e insegnanti, a sindacati della scuola e ad altre realtà della società civile. Per raggiungere e superare la quota delle 9.000 firme per indire il referendum consultivo comunale è occorsa soltanto la metà del tempo previsto. L’aperta ostilità della Curia e del principale partito della maggioranza (Pd) – allineato per l’occasione con l’opposizione (Udc, Pdl e Lega Nord) – non hanno dunque costituito un handicap. Anzi, forse hanno rappresentato addirittura un propellente dell’entusiasmo mostrato da molti cittadini.

Ricordiamo che il Comune di Bologna destina ogni anno oltre un milione di euro a scuole dell’infanzia private paritarie, che si va a sommare ai contributi che già elargiscono stato e regione. Delle 74 sezioni finanziate, 73 sono federate FISM. Propongono cioè un “progetto educativo” cattolico, che deve essere obbligatoriamente accettato dalle famiglie. Mancando posti nelle scuole statali o comunali, tanti genitori si trovano così costretti a iscrivere il proprio figlio a una scuola di ispirazione religiosa. Una palese violazione di diritti costituzionali, dato che la Repubblica è obbligata a istituire “scuole statali per tutti gli ordini e gradi”, a prescindere che si tratti di scuola dell’obbligo o meno.

Il Nuovo comitato articolo 33 è nato per correggere queste storture attraverso lo strumento del referendum consultivo comunale: i cittadini, esprimendosi sul quesito, avranno ora la possibilità di dire se preferiscono che il comune utilizzi le risorse economiche per le scuole statali e comunali oppure per le scuole private paritarie. Una battaglia iniziata a Bologna che potrà essere esportata in altri comuni.

Un argomento che portano i sostenitori del sussidiarismo della scuola privata è che essa fa risparmiare soldi pubblici. La veridicità di questa affermazione è tutta da dimostare, mentre ampiamente dimostrata è la minor qualità educativa di questi ghetti identitari spesso travestiti da diplomifici. E tuttavia, perché la scuola privata cattolicamente orientata non dovrebbe far risparmiare ancora più soldi pubblici? Basterebbe abolire il finanziamento comunale alle scuole private paritarie. E utilizzarlo per la scuola di tutti, laica e civile, come chiedono i referendari.

Le scuole private potrebbero invece cercarsi sponsor privati: primo tra tutti la Curia Arcovescovile. A Bologna, come ha mostrato Repubblica nel febbraio 2010, possiede una “città nella città”. E i muri di molte scuole private: sui quali l’Imu, al momento, par di capire che non viene pagata. Privilegi e contributi a raffica, nessun controllo. I cittadini hanno ora la possibilità di cominciare a dire “basta”.

La redazione delle Ultimissime Uaar

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Forza Nuova attacca i gay e si appella alle autorità ecclesiastiche

29 Ottobre 2012
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Il 29 ottobre di sei anni fa il circolo Uaar di Bologna trovava finalmente una sede. Al Cassero, che da allora ci ospita e che ringraziamo, va oggi la nostra solidarietà per il vile striscione affisso tre notti fa all’esterno della loro struttura, recante la scritta “le perversioni vanno curate” e firmato da Forza Nuova.

Il gesto da balordi e “da ladri di galline”, come lo descrive lo stesso Cassero, è stato condannato da tutte le forze politiche bolognesi. Si è distinta in peggio la devota consigliera regionale Udc Silvia Noé, che ha tenuto a precisare che anche “il mondo Lgbt si è reso protagonista di attacchi che non aiutano un sano confronto”.

Il ruolo della Chiesa in questa e in altre manifestazioni di omofobia è sottaciuto dai mezzi di informazione e dalla politica.
La posizione di Silvia Noé ricorda quella ancora peggiore del vescovo ausiliare di Bologna Ernesto Vecchi, quando nel 2006 commentò il pestaggio di due giovani gay avvenuto vicino al Cassero con le parole “la trasgressione è cugina della violenza”.
D’altra parte Forza Nuova sostiene nel proprio programma la “difesa della identità cattolica, vera anima viva della nostra cultura, trincea di difesa contro tutte le tendenze disgregatrici dello spirito”. Non solo: Forza Nuova, rivendicando l’affissione dello striscione al Cassero sulla propria pagina facebook, conclude con un invito specifico alle autorità ecclesiastiche, affinché trovino “risposte interessanti” su presunte trame ordite dai sostenitori di Gender Bender, manifestazione organizzata dal Cassero che “offende il sentimento religioso e rappresenta una vera e propria provocazione al mondo cattolico”.

Forza Nuova ha ragioni per fare questo invito diretto alla Chiesa? Una risposta si può trovare nel Catechismo, nel quale si legge che secondo la Sacra Scrittura le relazioni omosessuali sono “gravi depravazioni”, che secondo la Tradizione sono”intrinsecamente disordinate” e che dunque sono “contrarie alla legge naturale” e “in nessun caso possono essere approvate”.
Difficile non trovare in questi insegnamenti negativi una ispirazione morale per azioni come quella di Forza Nuova.

La realtà è che l’Italia si sta sempre più isolando a livello internazionale sui temi del rispetto dei diritti delle persone Lgbt. E si andrà certamente poco avanti con una classe politica che da un lato stigmatizza le affermazioni omofobiche di Forza Nuova e dall’altro tace su quelle ufficiali della Chiesa, da cui Forza Nuova prende ispirazione. Sembraquasi che si consideri più grave l’affissione di uno striscione e non la violenza del messaggio che esso riporta, messaggio del tutto analogo a quello trasmesso dai passi del Catechismo poc’anzi riportati.
La necessità di interventi legislativi contro l’omofobia è sempre più evidente, e lo è altrettanto il ricambio di una classe dirigente che su questo ed altri fronti laici non agisce per non disturbare i privilegi della Chiesa.

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Contributi regionali 2011 agli enti religiosi

2 Ottobre 2012
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Dopo l’analisi dei dati relativi al 2010, il Circolo Uaar di Bologna ha esaminato l’Albo dei beneficiari delle regione Emilia Romagna dell’anno 2011. Il resoconto dell’indagine mostra che il totale erogato a favore di enti a carattere religioso ammonta a 1.896.573,58 euro.

In prima posizione spiccano gli oltre 416.000 euro devoluti alla Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla. Assieme a quelle di Rimini, Cesena e Piacenza-Bobbio alle diocesi arrivano 639.772,54 euro di fondi regionali. Numerose anche le parrocchie e le confraternite che ricevono erogazioni a svatiato titolo, spesso per attività di oratorio.

Immancabile il contributo che la nostra regione devolve alla kermesse ciellina: nel 2011 sono stati 30.000 gli euro devoluti al “Meeting” di Comunione e Liberazione.

Alcuni contributi sembrano più meritevoli, come quelli a favore di enti assistenziali. Vi sono ad esempio 231.000 euro devoluti al Charitas APS di Modena, che si sostiene con rette pagate da ASL e Comuni. È il sistema sussidiaristico, dove i soldi sono pubblici, ma i membri del CdA sono storicamente nominati “su proposta Arcivescovile“.

Resta inteso che i contributi regionali agli enti a carattere religioso non si fermano certo qui. Oltre al finanziamento alle scuole private paritarie cattolicamente orientate, ricordiamo che la regione Emilia Romagna paga, con oltre due milioni di euro l’anno, l’assistenza religiosa cattolica negli ospedali, che molti cittadini pensano ingenuamente sia svolta a titolo di volontariato da preti e frati che transitano tra le corsie.

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Contributi regionali 2010 agli enti religiosi

2 Settembre 2012
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Oltre ai costi pubblici per l’assistenza religiosa negli ospedali e per le scuole private paritarie cattolicamente orientate, la regione Emilia Romagna usa i fondi di tutti per finanziare direttamente enti religiosi.

Nei mesi scorsi il circolo Uaar di Bologna ha esaminato l’Albo dei beneficiari regionale relativo all’anno 2010.
Pubblichiamo ora il resoconto dell’indagine, da cui emerge che il totale erogato a favore di enti a carattere religioso ammonta a 2.333.340,17 euro. Non è escluso che la somma possa essere superiore: erogazioni a beneficiari con scopi confessionali non evidenti potrebbero essere sfuggite.

Oltre ai prevedibili sussidi alle parrocchie per campi estivi e oratori (“attività educative e di aggregazione a favore di adolescenti e giovani”), spicca il finanziamento di oltre 486.000 euro alla Provincia di Cristo Re e dei Frati Minori per la “realizzazione di interventi di edilizia sovvenzionata” e per “organizzazione di convegni”. Si succedono poi finanziamenti a fondazioni, enti ecclesiastici, case di riposo e associazioni tutte caratterizzate dalla connotazione religiosa delle loro attività: tra questi citiamo i 50.000 euro di sussidio pubblico per il Meeting di CL.

Particolarmente scandaloso il fatto che, con la crisi all’orizzonte, la Regione Emilia Romagna si sia preoccupata di finanziare enti miliardari e già ampiamente sussidiati dallo Stato: come se ne avessero bisogno, la Conferenza Episcopale Italiana (che ha sede a Roma) ha ricevuto 1.500 euro e le sole arcidiocesi di Bologna e Modena 74.884,05 euro.

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Otto per mille statale per il terremoto

23 Maggio 2012
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Al Governo, alla Giunta regionale dell’Emilia Romagna, ai sindaci dei comuni emiliani colpiti dal terremoto, chiediamo di impiegare l’intero gettito dell’Otto per mille di competenza statale per l’emergenza e la ricostruzione e di promuovere tale iniziativa solidale tra i contribuenti, che proprio in questo periodo sono alle prese con la dichiarazione dei redditi.

L’Otto per mille a gestione statale prevede già di essere speso per interventi straordinari per calamità naturali: utilizzare questi fondi, stimabili in 200 milioni di euro, è quindi un vostro dovere, che vi chiediamo di svolgere avviando anche una campagna di sensibilizzazione che permetta ai cittadini di dare un aiuto concreto a chi è in difficoltà e alle istituzioni di trovare fondi preziosi in un momento di crisi. Il tutto semplicemente scegliendo “Stato” sul modulo dell’Otto per mille.

Vi chiediamo infine di coinvolgere la Chiesa: siamo certi che non esiterebbe qualora le venisse richiesto di provvedere con le proprie ingenti risorse alla ricostruzione degli edifici religiosi danneggiati.

Circolo UAAR di Bologna
Circolo UAAR di Modena
Referente UAAR di Ferrara

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Imola: in 12 anni, un milione e mezzo di euro dal Comune alla Curia

25 Aprile 2012
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Accedendo agli atti del Comune di Imola, il circolo UAAR di Bologna ha scoperto che in 12 anni, dal 1999 al 2010, dalle casse comunali imolesi sono usciti € 1.639.166,69 per edilizia di culto.
Più precisamente il Comune di Imola ha versato € 1.551.884,81 alla Curia Vescovile e € 87.281,88 ai Testimoni di Geova.

Per il Comune di Imola dal 7/07/1982 vale un accordo tra gli “Enti Religiosi istituzionalmente competenti”, in base al quale Curia Vescovile e Associazione Cristiana dei Testimoni di Geova si spartiscono annualmente il 7% degli oneri di urbanizzazione secondaria, con la Curia che prende il 94% della torta lasciando il 6% ai Testimoni di Geova.
Gli atti mostrano come il Comune rimborsi alla Curia spese per imprese di costruzioni, elettricisti e idraulici, finanziando con soldi pubblici l’immenso patrimonio immobiliare della Chiesa.

Ricordiamo che è sufficiente una semplice delibera del Consiglio Comunale per azzerare i contributi comunali all’edilizia di culto e per utilizzare tali somme per edilizia scolastica, verde pubblico, parcheggi, impianti sportivi e altre opere di tutti e per tutti.

Maggiori informazioni sugli oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto sono disponibili alla pagina della Campagna oneri UAAR.

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Ferrara: il Comune vuol fa passare i sussidi all’edilizia di culto come “obbligatori per legge”

20 Aprile 2012
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[Pubblichiamo il seguente comunicato Uaar nazionale, che vede il Circolo UAAR di Bologna impegnato domani a Ferrara a dar man forte ai soci della provincia vicina]

La notizia che anche quest’anno il Comune di Ferrara ha “sussidiato” con oltre 100.000 euro il patrimonio edilizio delle chiese ha scatenato proteste da parte dei lettori di estense.com. Al punto che il Comune, tramite la portavoce del sindaco Anna Rosa Fava, è dovuto intervenire con una lettera al direttore della redazione giustificando l’elargizione alla Chiesa in quanto il «provvedimento non è discrezionale ma obbligatorio, pertanto l’amministrazione non può sottrarsi».

Stupisce la disinformazione operata da parte della portavoce del sindaco. Le cose stanno infatti diversamente: il Consiglio comunale è legittimato a variare in qualsiasi momento la percentuale di oneri di urbanizzazione secondaria da destinare all’edilizia di culto, e può quindi azzerarla con semplice deliberazione del Consiglio. La delibera 849/1998 del Consiglio Regionale Emilia Romagna, a cui fa riferimento la portavoce del sindaco, non impone obbligatoriamente che il 7% degli oneri di urbanizzazione secondaria siano destinati alle chiese. Il circolo UAAR di Bologna già nel 2005 acquisì in merito il parere del Servizio Valutazione Compatibilità Urbanistica e Normativa Edilizia della Regione Emilia-Romagna, che confermò che «è facoltà dei Comuni, come indicato al punto 1.4 della citata delibera regionale, modificare le percentuali dalla medesima delibera stabilite, con apposito atto di Consiglio».

È quindi sufficiente una semplice delibera per portare a zero questi sussidi pubblici ad una Chiesa Cattolica super-miliardaria, impiegando tali risorse per le altre destinazioni previste dalla legge, tra cui gli asili nido e l’edilizia scolastica comunali o statali. Per l’amministrazione comunale di Ferrara potrebbe essere illuminante leggere la sentenza del TAR Toscana n° 4082 del 4/10/2004, disponibile alla pagina della campagna Oneri. Il Comune di Civitavella Val di Chiana (AR) decise di azzerare gli oneri per l’edilizia di culto e vinse il ricorso presentato dalla Diocesi. E la legislazione regionale toscana è analoga a quella dell’Emilia Romagna.

Rispetto all’ineluttabile “obbligatorietà per legge” prospettata dal Comune di Ferrara i fatti sono altri: chi governa Ferrara fa la precisa scelta politica di “sussidiare” la Chiesa Cattolica, il più grande immobiliarista del mercato, togliendo risorse all’edilizia scolastica e ai nidi, e per far fronte alle proteste dei cittadini tenta di far ricadere la colpa su altri.

Per per sensibilizzare cittadini ed elettori, per portare l’amministrazione comunale a operare scelte laiche e civili, l’UAAR organizza domani, sabato 21 aprile, dalle 10:30 alle 18, un tavolo informativo in piazza Trento e Trieste, a Ferrara. I soci ferraresi, in collaborazione con il circolo UAAR di Bologna, metteranno a disposizione la documentazione sugli oneri di urbanizzazione secondaria per l’edilizia di culto, oltre a volantini e altro materiale informativo della campagna OcchioPerMille.

Roberto Grendene, responsabile campagne Uaar

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