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Archivio per la categoria ‘enti locali’

Rivedere la tassa di religione comunale: mozione Franco Grillini (LibDem) in Regione

29 Novembre 2013
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All’interpellanza in cui si chiedeva di quantificare l’esborso di denaro pubblico in favore del patrimonio immobiliare ecclesiastico la Regione Emilia Romagna, tramite l’assessore regionale Alfredo Peri, ha risposto che «non è possibile indicare l’entità del contributo per chiese ed altri edifici religiosi che annualmente i Comuni destinano agli Enti religiosi». Il lavoro di inchiesta dell’Uaar dimostra oggi di essere ancora una volta determinante, sostituendo la scarsa trasparenza delle istituzioni.

Chiesa Corpus Domini, costruita con finanziamento comunale (fonte Googlemaps)

Chiesa Corpus Domini, costruita con finanziamento comunale (fonte Googlemaps)

I dati raccolti nella campagna Uaar “Oneri” e in particolare quelli dell’inchiesta condotta dal circolo Uaar di Bologna sui comuni della nostra provincia sono infatti alla base della mozione presentata il 27 novembre scorso dall’on. Franco Grillini all’assemblea legislativa dell’Emilia Romagna. Prendendo spunto proprio dai nostri lavori, la mozione sottopone all’assemblea legislativa dell’Emilia Romagna il problema di rimodulare le percentuali di assegnazione degli oneri di urbanizzazione, di informare i comuni e di monitorare il loro utilizzo nel territorio al variare dei cambiamenti sociali e delle necessità pubbliche (vedi comunicato stampa della Regione).

Ai Comuni dell’Emilia Romagna sarà finalmente chiaro che possono rivedere la “tassa di religione” che versano ogni anno alle confessioni religiose, con la Chiesa cattolica che incamera quasi tutti il gettito. Soprattutto in tempo di crisi è inaccettabile regalare soldi pubblici a Curie straricche, sottraendoli alle opere come scuole, asili nido, parchi pubblici. Una “decima” che si può ridurre e addirittura azzerare con una semplice votazione in consiglio comunale, ma che i comuni pensano (o fanno finta di pensare) che sia dovuta per legge.

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Comune di Molinella lascia scuola senza porte, ma per l’edilizia di culto trova ogni anno 15.000€

25 Ottobre 2013
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A Molinella la scuola media è stata lasciata senza porte in quanto “gli enti locali hanno problemi di risorse”. Ne ha dato notizia ieri Repubblica, riportando le proteste dei genitori e descrivendo il nuovo disagio che colpisce studenti e insegnanti già costretti a stare in classi sovraffollate.

Col mancato arrivo di nuove porte che rispettino la normativa sulla sicurezza non c’entrano però i tagli alla scuola: l’edilizia scolastica è infatti di competenza del comune, che tramite gli oneri di urbanizzazione accantona fondi per sostenere spese che, ai sensi della delibera regionale 849/98, servono per:

a) gli asili nido e le scuole materne;
b) le scuole dell’obbligo;
c) i mercati di quartiere;
d) le delegazioni comunali;
e) le chiese e gli altri edifici per servizi religiosi;
f) i centri civici e sociali, le attrezzature culturali e sanitarie;
g) gli spazi pubblici a parco e per lo sport;
h) i parcheggi pubblici.

Fonte: Repubblica

Foto: Repubblica

È proprio come appare dalle voci che abbiamo messo in evidenza: se il comune eroga fondi all’edilizia di culto, ne rimangono meno per l’edilizia scolastica. La suddetta delibera contiene percentuali indicative per le varie voci di spesa: è infatti precisato che «è facoltà dei Comuni […] modificare le percentuali dalla medesima delibera stabilite, con apposito atto di Consiglio».

C’è da chiedersi se il comune di Molinella abbia valutato per tempo i bisogni della cittadinanza, decidendo di azzerare i finanziamenti alla Chiesa (già straricca e già finanziata dai contribuenti per oltre 6 miliardi l’anno) per investirli nella scuola pubblica. La risposta purtroppo è “no”. Il comune di Molinella, che ora non riesce neppure a comprare le porte per la scuola media impedendo di fatto il normale svolgersi dell’attività didattica, dal 2004 al 2011 ha devoluto 124.401,62 € alla Chiesa, oltre 15.000 € l’anno, come risulta dall’inchiesta pubblicata ad aprile dal Circolo Uaar di Bologna. È sicuramente tardi, ma è altrettando sicuramente meglio che mai: in nostro auspicio è che il comune di Molinella sia il primo dell’Emilia Romagna ad azzerare i finziamenti all’edilizia di culto spostandoli sull’edilizia scolastica.

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Interpellanza Grillini (LibDem): quanti soldi pubblici alle Curie per oneri di urbanizzazione?

25 Settembre 2013
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Il nostro Circolo ha documentato in più occasioni gli ingenti trasferimenti di denaro pubblico che dai magri bilanci comunali migrano verso le milionarie casse delle Curie. Le nostre inchieste, anche a livello nazionale, sono servite da stimolo per l’interpellanza che il consigliere Franco Grillini (LibDem) ha presentato oggi in Regione. Riportiamo di seguito il comunicato che ci ha inviato l’on. Grillini, che ringraziamo per l’impegno laico.

Soldi pubblici a chiese ed altri edifici religiosi per gli oneri di urbanizzazione:  quanto ammontano i finanziamenti devoluti dai comuni dell’Emilia-Romagna alle curie locali?

Oggi il Consigliere regionale LibDem Franco Grillini ha depositato un’interpellanza alla Giunta regionale per fare chiarezza sul mare magno degli oneri di urbanizzazione che i Comuni della Regione destinano a chiese e altri edifici religiosi. Come noto l’onere di urbanizzazione è il corrispettivo dovuto al comune territorialmente competente all’atto del permesso di costruire e viene poi ripartito da tale ente per tutta una serie di opere secondo percentuali indicate dalla Regione e che possono essere modificate o abolite dai singoli Comuni.

Franco Grillini al meeting Uaar Liberi di non credere

Franco Grillini al meeting Uaar "Liberi di non credere"

“L’interpellanza –ha affermato Grillini– si propone di fare chiarezza sulla devoluzione degli oneri secondari a favore di chiese ed altri edifici religiosi che nella nostra Regione sarebbe stata indicata, salvo diversa decisione delle varie amministrazioni locali, in una percentuale del 7% di quanto annualmente raccolto dai vari Comuni”.

Ad oggi non sembrano esserci dati ufficiali sulle somme di tali contributi per gli edifici di culto ma studi di associazioni indipendenti fissano l’ammontare nazionale di tale devoluzione per l’anno trascorso in circa 94 Milioni di Euro. Una cifra ingente che va a sommarsi a numerose altre forme di finanziamento ed esenzioni di cui godono la stragrande parte delle istituzioni religiose (otto per mille, cinque per mille, esenzioni Imu e Iva, riduzione Ires e Irap, tariffe postali agevolate, riduzione del canone televisivo per fare solo alcuni esempi) e che potrebbe portare ad un diverso utilizzo di tali soldi in favore di tutta la società che è composta da credenti e non credenti.

“Volendo prendere in considerazione tale dato –continua Grillini– chiedo alla Giunta di volerlo declinare con precisione sul nostro territorio e di voler considerare magari una radicale ridistribuzione di tali somme secondo il principio costituzionale di laicità dello Stato e per i servizi sociali”.

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Dalla Regione anche quest’anno 35.000 euro al Meeting di Cielle, ma per “servizi”

24 Settembre 2013
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Franco Grillini, consigliere regionale Lib Dem, ha presentato ieri una interrogazione sui finanziamenti diretti o indiretti giunti al Meeting 2013 da parte della Regione Emilia Romagna.

Nell’interrogazione viene ricordata l'”inchiesta giudiziaria a carico di alcuni dirigenti della Fondazione ‘Meeting per l’amicizia fra i popoli’ per il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche”, viene documentato che dalla Regione “dal 2002 al 2011 alla Fondazione ‘Meeting’ sono stati erogati, per diverse attività, 545.445,89 euro, con contributi anno per anno ad eccezione del 2006″, viene citato il Circolo Uaar di Bologna quale agenzia che ha denunciato come la “Regione abbia partecipato istituzionalmente, con un proprio stand promozionale (“Emilia – Romagna terra con l’anima e il sorriso”), anche all’edizione 2013 (18 – 24 agosto) del ‘Meeting'” concludendo che ciò “potrebbe prestare il fianco quantomeno a possibili rilievi di opportunità, anche a fronte della dichiarata possibilità che la Regione si costituisca parte civile nell’eventuale giudizio penale avverso i dirigenti della Fondazione”.

Per la Giunta regionale ha risposto oggi il sottosegretario alla presidenza Alfredo Bertelli, precisando che per “l’edizione 2013 del Meeting Amicizia tra i popoli la Regione Emilia-Romagna non ha concesso alcun contributo a titolo oneroso”. Ma subito dopo aggiunge che per affitto di spazi espositivi e spazi pubblicitari l’azienda APT, partecipata dalla Regione, ha pagato al Meeting 35.000 euro iva compresa.

Nonostante le disavventure giudiziare di Cielle e in particolare l’inchiesta per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche a carico di dirigenti del Meeting, la Regione Emilia Romagna ha trovato ancora il modo di fargli arrivare 35.000 euro di soldi pubblici.

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Crisi? Il Comune di Bologna costruisce chiese

12 Giugno 2013

Il Comune di Bologna ha risposto ieri alla richiesta inviata dal nostro circolo il 18 marzo scorso. Avevamo chiesto informazioni sui finanziamenti all’edizia di culto derivanti dagli oneri di urbanizzazione secondaria dell’esercizio 2011. Ci auguravamo che la Giunta Merola, costretta dai tagli al bilancio se non da un barlumi di laicità, avesse interrotto il circolo vizioso-clericale che spinge il Comune di Bologna a finanziare ogni anno il patrimonio immobiliare della Curia Arcivescovile con centinaia di migliaia di euro.

Chiesa Corpus Domini, costruita con finanziamento comunale (fonte Googlemaps)

Chiesa Corpus Domini, costruita con finanziamento comunale (fonte Googlemaps)

Il verbale di Giunta del 12 marzo 2013 mostra invece come 313.968€ abbiamo lasciato le casse comunali per approdare in quelle di tre  confessioni religiose. Al restauro della sinagoga e della chiesa metodista valdese arrivano poche briciole. La Giunta Merola è invece di manica larga con l’Arcidiocesi, finanzialdole con 291.021€ la costruzione della chiesa del Corpus Domini, in via Enriquez 56.

Le scuole pubbliche cadono a pezzi, i tagli al bilancio pesano sulle spalle di contribuenti sempre più provati, ma il Comune di Bologna costruisce chiese. Non è complicato capire che l’Arcidiocesi, che si stima possieda oltre 1200 immobili a Bologna, non ha certo bisogno di finanziamenti pubblici. E non sarebbe complicato nemmeno deliberare quanto previsto dalla normativa di riferimento, la stessa richiamata nel verbale citato poc’anzi: è infatti vero che l’edilizia di culto può essere finanziata con il 7% degli oneri di urbanizzazione secondaria, ma questo vale “salvo diversa percentuale stabilita con deliberazione del Consiglio comunale”.
È davvero giunta l’ora di azzerare la percentuale di oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto. Nel Consiglio Comunale di Bologna c’è qualche forza politica o qualche singolo consigliere che lo propone?

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Imola: vietato banchetto Uaar, ma spunta quello dei Testimoni di Geova

2 Giugno 2013

Un’ordinaria storia di discriminazione su base religiosa è avvenuta nei giorni scorsi a Imola ai danni della nostra associazione. Nonostante tutte le autorizzazioni amministrative già ottenute, un banchetto Uaar è stato spostato dal centro in posizione periferica e un altro è stato addirittura vietato. E al suo posto ne è spuntato uno dei Testimoni di Geova.

La locale delegazione Uaar, rappresentanta da Roberto Vuilleumier, aveva ottenuto dall’Urp del Comune l’autorizzazione scritta per tre banchetti informativi nelle date del 18 maggio, 25 maggio e 1 giugno. Il tema principale era la campagna Occhiopermille, che da anni la nostra associazione promuove in primavera, durante il periodo delle dichiarazione dei redditi, supplendo alla mancanza quasi totale di informazione istituzionale sul meccanismo dell’Otto per Mille. Una telefonata da parte di una dirigente del Comune ha però avvisato che il banchetto del 18 maggio doveva essere spostato in posizione più periferica, previo ottenimento di un nulla osta per attività politica, mentre quello del 25 maggio era soppresso per via del silenzio elettorale. Per il Comune di Imola, abbiamo appreso, l’Uaar è assimilabile a un partito politico e la sua attività deve essere soggetta alle stesse restrizioni dei partiti, in particolare durante i periodi preelettorali (a Imola il 26 e 27 maggio si svolgevano le elezioni amministrative).

fonte: Corriere di Romagna

fonte: Corriere di Romagna

A nulla sono valse le nostre spiegazioni formali e sostanziali, peraltro di semplice comprensione: l’Uaar è per statuto apartitica, non appoggia né ha mai appoggiato forze politiche, non dà indicazioni di voto (anche perché ritiene i proprio soci e simpatizzanti in grado di ragionare e autodeterminarsi). In particolare è una associazione di promozione sociale iscritta nel registro nazionale presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. È una associazione filosofica non confessionale: significa che, pur non essendo ovviamente una religione, sul piano giuridico è omologa ad esse.

Al danno alla propria attività associativa e filosofica derivante da limitazioni e da divieti ingiustificati, si è aggiunta una beffa. Sabato 25 maggio, infatti, nella postazione prenotata dall’Uaar, è comparso un banchetto dei Testimoni di Geova. La questione è tragicomica: l’Uaar si batte tra l’altro affinché siano azzerati i contributi comunali all’edilizia di culto e siano destinati solo alle strutture pubbliche. I Testimoni di Geova, perseguendo i propri scopi statutari (art.3 lettera m), grazie ai partiti di maggioranza attingono cospicui finanziamenti pubblici per il loro patrimonio immobiliare: quasi 100mila euro in dieci anni sono stati infatti prelevati dalle casse del Comune e riversati in quelle dei Testimoni di Geova di Imola. A ben vedere l’Uaar è ben più distante dai partiti di questi altri soggetti, ai quali però il Comune concede soldi pubblici. E ai quali concede diritto di parola nello spazio pubblico che nega invece all’Uaar.

Visto che non c’è stato il ballottaggio, nella giornata di ieri la delegazione Uaar di Imola è riuscita a tenere il primo e unico banchetto informativo dei tre originariamente autorizzati. Della discriminazione subita ha dato notizia il Corriere di Romagna ed è stata informata la prefettura tramite il seguente esposto.

22 maggio 2013, Imola

Gentil.mo Signor Prefetto,

l’UAAR, Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, è un’ associazione di promozione sociale, iscritta al nr. 141 al registro nazionale(legge 7 dicembre 2000 n.383) presso il ministero del Lavoro e delle Politiche socialim al pari di associazioni come Aism (associazione sclerosi multipla), Associazione sclerosi tuberosa,Federazione Italiana superamento Handicap.

Chi Le scrive è il delegato, nominato dal coordinamento di Bologna, di Imola e Castel San Pietro.

All’art.1 comma 3 del nostro statuto è scritto:”L’UAAR è un’organizzazione filosofica non confessionale, democratica e apartitica.”

Quindi, oltre a non essere partiti nè equiparabili ai partiti siamo per statuto “apartitici”.

Siamo invece, e lo rivendichiamo, omologhi sul piano del diritto alle religioni “in virtù dell’uguaglianza di fronte alla legge di religioni e associazioni filosofiche non confessionali” (come da art.3 comma 1b del nostro statuto).

I fatti:

-A fine aprile L’UAAR attraverso il sottoscritto, delegato dall’UAAR di Bologna, ha richiesto all’Urp del comune di Imola , compilando apposito modulo, disponibilità per poter allestire un banchetto il 18, 25 maggio ed il 1 giugno e scegliendo dopo averne verificato la disponibilità gli spazi antistanti il bar Bacchilega sotto al portico.

-Dopo qualche giorno anzichè essere contattati dall’Urp ci ha contattati diverso ufficio che “si occupa di assegnare appositi spazi durante il periodo della campagna elettorale”, tali spazi vengono assegnati normalmente ai partiti politici.
Ho fatto presente che l’UAAR non è un partito politico e mi sono opposto a questa “costrizione” peraltro telefonicamente motivata “da ragioni statutarie”.

All’art 3 dello Statuto UAAR mi è stato detto, essere evidente che l’associazione tratti temi “politici”.
Tale interpretazione sarebbe stata data anche dalla “Prefettura di Bologna” che sarebbe stata interrogata a riguardo.

-Mi è stato offerto per il 18 maggio uno dei posti assegnabili ai partiti che l’UAAR è stato costretto ad accettare pena l’impossibilità di esporre il banchetto, poi è stato negato in assoluto il banchetto per il 25 maggio in quanto “giornata di silenzio elettorale”e per motivi simili non è a noi ancora assegnabile il posto richiesto per il 1 giugno in quanto è incerto se ci sarà o meno il “ballottaggio”

-Sabato 11 maggio, ne siamo stati da poco informati, è stata consegnata direttamente dall’Urp “autorizzazione di occupazione di suolo pubblico” per gli spazi da essa gestiti, ad altre associazioni di promozione sociale a noi equiparate ed iscritte come l’UAAR nell’elenco delle associazioni di promozione sociale (per esempio l’Associazione Sclerosi Tuberosa).

– Sabato 18 maggio, al mattino, nella postazione immediatamente al fianco di quella che doveva essere data all’associazione UAAR secondo originaria richiesta, era presente un “banchetto” presieduto dai Testimoni di Geova.

Questi fatti, in particolare l’ultimo descritto, appaiono all’associazione alquanto discriminatori: a noi viene dato il nulla osta come ai partiti, ai Testimoni di Geova la semplice autorizzazione “urp”. A loro viene concesso il contatto diretto con il pubblico nella zona dei comizi, zona di maggior traffico pedonale, noi veniamo relegati ai confini sulla base di una diversa interpretazione dello statuto.

Per maggiore chiarezza è bene evidenziare quanto recita Art 3 dello statuto Uaar.

L’UAAR si propone i seguenti scopi generali:
Tutelare i diritti civili degli atei e degli agnostici, a livello nazionale e locale, opponendosi a ogni tipo di discriminazione, giuridica e di fatto, nei loro confronti, attraverso iniziative legali e campagne di sensibilizzazione.
Contribuire all’affermazione concreta del supremo principio costituzionale della laicità dello Stato, delle scuole pubbliche e delle istituzioni, e ottenere il riconoscimento della piena uguaglianza di fronte alla legge di tutti i cittadini indipendentemente dalle loro convinzioni filosofiche e religiose. In particolare, pretendere l’abolizione di ogni privilegio accordato, di diritto o di fatto, a qualsiasi religione, in virtù dell’uguaglianza di fronte alla legge di religioni e associazioni filosofiche non confessionali.
Promuovere la valorizzazione sociale e culturale delle concezioni del mondo razionali e non religiose, con particolare riguardo alle filosofie atee e agnostiche.

L’Uaar viene considerato dall’ufficio comunale di Imola diverso dalle altre associazioni di promozione sociale per” ragioni di statuto”, quando invece la legge 7 Dicembre 2000 n.383 proprio per lo statuto associativo la identifica ugualmente alle altre, e nuovamente esso ritiene diverso e politico lo statuto Uaar rispetto a quello dei Testimoni di Geova considerando quindi la “predicazione religiosa” e per esempio, la promozione dell’edilizia di culto, atto “non politico” (art 3 dello Statuto nazionale dei Testimoni di Geova alla lettera m).

Nello specifico l’Uaar nel rispetto dei dettami costituzionali chiede tra l’altro che non siano riconosciuti privilegi particolari da parte dello Stato e degli enti pubblici a favore di religioni ed ideologie.

Secondo il ragionamento imposto all’Uaar dal Comune di Imola, l’associazione che promuove tali privilegi non fa politica, esserne contrari invece, lo è l’UAAR, vuol dire “fare politica”.

Dato che tra le altre cose, ci sono stati chiesti addirittura “i temi che si trattano” nei nostri banchetti, chiarisco a Lei come ho fatto telefonicamente con la dirigente del comune, che i temi che si trattano nel nostro banchetto, peraltro esclusivamente informativo, riguardano: l’omofobia, l’ora alternativa a quella di religione, lo “sbattezzo”(come fare per sbattezzarsi), i costi dell’edilizia di culto per i cittadini, la campagna Occhio per Mille (spiega il meccanismo di funzionamento dell’otto per mille), oltre a ciò vi sarà la brochure dell’associazione e l’indicazione del codice per versare il 5 per mille a favore dell’associazione.

Alla luce di quanto su espresso, per conto dell’Uaar, ritenendo che la nostra associazione venga ancora ingiustamente “diversamente trattata” (solo verbalmente, perchè il comune non ha inviato alcuna comunicazione scritta a parte il nulla osta per il 18 Maggio),

ed Esposto quanto,

Le chiedo di intervenire, chiedendo al Comune di Imola di garantire all’Uaar quella libertà di partecipazione con equivalente diritto e dignità, che viene invece riconosciuto alle altre associazioni e permettendo quindi all’Uaar di allestire regolarmente il nostro Banchetto il 25 Maggio ed il 1 Giugno dalle ore 8:30 e 12:30, nella postazione originariamente concordata con l’Urp.

Comunque rispettosi di ogni Sua decisione a riguardo

Cordiamente
Roberto Vuilleumier
Delegato UAAR Imola e Castel San Pietro Terme
Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti

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Elezioni amministrative 26-27 maggio 2013 Imola. Le questioni laiche.

13 Maggio 2013
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In vista delle Elezioni Amministrative previste per domenica 26 e lunedì 27 maggio, poniamo ai candidati a Sindaco di Imola alcune “questioni laiche”, chiedendo ad ognuno di loro di esprimere pareri e relative motivazioni riguardo a proposte programmatiche.

Invitiamo quindi i candidati a Sindaco della città alla consegna dei propri “pareri” presso il banchetto UAAR che sarà allestito Sabato 18 Aprile dalle Ore 8:30 fino alle 13, all’angolo tra la via 20 Settembre e via Emilia Ovest.

Egregio Candidato Sindaco,

L’UAAR, Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, è una associazione di promozione sociale iscritta nel registro nazionale. Abbiamo come scopi statutari la difesa dei diritti civili dei cittadini atei e agnostici, l’affermazione concreta della laicità, la promozione di concezioni del mondo razionali e non religiose. Siamo completamente indipendenti da forze politiche o da gruppi di pressione di qualsiasi genere.
In qualità di delevato di Imola le chiedo di esprimere un parere riguardo a queste proposte programmatiche:

1) Piano decennale Strutturato finalizzato ad eliminare il contributo pubblico annuale erogato attraverso l’albo beneficiari che viene destinato
attualmente dal comune alle scuole private paritarie.

2) Eliminazione del contributo pari pari al 7% degli oneri di urbanizzazione destinato all’edilizia di culto, attraverso una delibera del comune secondo quanto disposto dalla delibera regionale 848/98 (art 1.4). Indicare in caso di adesione al punto 2) la nuova destinazione del contributo
stesso.

3) Istituzione del registro delle unioni civili ed impegno affinché i benefici riconosciuti da norme comunali alle coppie coniugate siano attribuiti anche agli iscritti nel Registro delle Unioni Civili, per quanto compatibili, previa modifica delle norme comunali stesse.

4) Possibilità per le coppie di unirsi ufficialmente anche fuori dagli edifici pubblici, in luoghi di proprio gradimento.

5) Disponibilità, sul territorio comunale, di luoghi solenni e tempi consoni per la celebrazione di matrimoni e unioni civili, di strutture per la cremazione, di sale del commiato.

6) Uffici Pubblici, Scuole e Nidi: Divieto di svolgervi atti di culto, visite pastorali o altre attività di proselitismo. Monitoraggio e controllo
dell’effettivo svolgimento nelle scuole comunali dell’Ora Alternativa a quella di religione.

7) Sostegno del comune alle manifestazioni per le battaglie sui diritti civili e sulle battaglie laiche, da subito, sostegno alla raccolta di firme per l’eutanasia legale.

8 ) Introduzione di politiche che comincino seriamente a considerare i bambini come individui. Attuazione immediata di politiche che accelerino il raggiungimento dell’indipendenza da parte dei giovani.

Cordialmente
Roberto Vuilleumier
Delegato UAAR Imola e Castel San Pietro

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Scuole dell’infanzia comunali: a Bologna il 40% non fa religione cattolica

5 Maggio 2013
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A livello nazionale sempre meno studenti frequentano l’insegnamento della religione cattolica (IRC). Un insegnamento che, per legge, è «impartito in conformità della dottrina della Chiesa», da docenti scelti dal vescovo ma pagati dai contribuenti. I dati più aggiornati, che incredibilmente non sono forniti al Miur ma dalla CEI, mostrano che la frequenza dell’IRC nelle scuole italiane è scesa sotto il 90% (rimane al 91,5% nelle scuole dell’infanzia). Qual è invece la situazione a Bologna?

Dai dati forniti dall’Amministrazione per l’anno scolastico 2011/12, nelle scuole dell’infanzia comunali di Bologna l’adesione all’IRC è ben inferiore alla media nazionale: circa il 40% delle famiglie sottrae i propri bambini all’IRC. Quasi 5 volte il dato nazionale, che si attesta sull’8,5%.

Sono infatti solo il 61% i bambini che frequentano le ore di Educazione Religiosa Cattolica (il Comune di Bologna ha inventato proprio questa denominazione, con la sigla ERC al posto di IRC). Non mancano differenze significative fra le varie scuole: è la scuola Casaglia ad affermarsi come un esempio concreto di laicità, con solo il 10% di aderenti all’IRC. I numeri si abbassano ancora se spostiamo l’attenzione sugli stranieri: nonostante la loro scelta possa essere principalmente influenzata da contrapposizione religiosa piuttosto che da motivazioni laiche, solo il 52% degli bimbi di famiglie straniere frequenta l’IRC.

Positiva quindi la propensione delle famiglie bolognesi verso le attività alternative e l’educazione laica dei propri figli nelle scuole dell’infanzia comunali. Una scelta che, se imitata a livello nazionale, permetterebbe di trattenere nelle casse dello Stato alcune centinaia di milioni di euro, utilizzabili per affrontare i gravi problemi in cui si trova il nostro paese.

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Castiglione: la Curia sfratta i bambini della scuola media

14 Aprile 2013
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A Lagaro, frazione di Castiglione dei Pepoli, la Curia affittava al Comune per 11mila euro l’anno un edificio adibito a scuola media per cinquanta bambini. Il proprietario, presunto ente benefico senza scopo di lucro, ha voluto però raddoppiare il lucro. Il comune si è rifiutato di pagare 22mila euro l’anno, iniziando a pagarne 13mila come da valutazione tecnica del prezzo di mercato. Ma puntualmente è arrivato lo sfratto, che sarà esecutivo dal 1° luglio 2013.

Ne ha dato notizia Repubblica, riportando la reazione infuriata dei genitori che arrivano contestare pubblicamente il card. Caffarra: “Non possono sbattere per strada così tanti bambini, soprattutto perché l’edificio è stato donato alla Chiesa proprio per costruirci una scuola”. Da parte sua, il sindaco di Castiglione, Daniela Aureli avrebbe dichiarato: “Ci devono dare più tempo, non hanno nessuna urgenza. Noi abbiamo anche detto che siamo disposti a comprare l’edificio, fare i lavori oppure a pagare 16mila euro di affitto rispetto ai 13mila attuali. Ma per ora niente”.

Non ci stupiscono le pretese di una Chiesa che cura i suoi interessi finanziari. A maggior ragione se si pensa che la Chiesa è il più grande proprietario immobiliare del nostro paese, e che controlla o possiede direttamente la maggioranza delle scuole private. Per quale ragione dovrebbe agevolare la scuola della Repubblica, quando vuole invece espandere le proprie scuole rivendicando per esse sempre maggiori sussidi pubblici?

Ci stupiscono semmai le reazioni meravigliate del sindaco o di tanti genitori, i quali per protesta non mandano più i bambini a catechismo a Lagaro ma li mandano a Castiglione (potrebbe essere più efficace una richiesta in massa dell’ora alternativa). La realtà è che dal 1° di luglio cinquanta bambini saranno senza scuola: la Curia potrà “generosamente” salvarli accettando un cospicuo aumento del canone, o potrà legittimamente lasciarli per strada realizzando nell’edificio una scuola privata, un albergo o anche tenendolo sfitto (le risorse finanziarie non le mancano).

C’è da chiedersi fino a che punto si è spinta l’ingenuità del sindaco. Con un affitto di almeno 13mila euro da pagare ogni anno alla Curia, e con il dovere di costruire una scuola di proprietà comunale per non sottostare ai ricatti del proprietario, avrà deciso di non erogare contributi all’edilizia di culto accantonandoli invece per l’edilizia scolastica?
Castiglione appartiene ai comuni meno trasparenti dell’indagine del nostro circolo sugli oneri di urbanizzazione secondaria (OnUS) per edilizia di culto: la nostra richiesta di accesso agli atti è stata inviata 16 dicembre scorso, ma il comune non ci ha mai risposto. Per questo ieri abbiamo inviato il seguente sollecito all’ufficio protocollo, mettendo per conoscenza il sindaco e gli uffici dei servizi scolastici e sociali.

13 aprile 2013

Al Comune di Castiglione dei Pepoli

OGGETTO:
Richiesta accesso atti: Oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto e Albo beneficiari

Il 16 dicembre scorso inviammo la seguente richiesta di accesso ad atti che peraltro dovrebbero essere pubblici.
Oltre la metà dei comuni contattati nella provincia di Bologna ci ha risposto (vedere inchiesta). Castiglione dei Pepoli risulta ad oggi nella lista dei comuni meno trasparenti.
Ipotizzando che la mail possa non esservi giunta per problemi telematici, con la presente rinnoviamo la richiesta.

In relazione alle notizie sullo sfratto della Curia ai danni dei ragazzi che frequentano la scuola media a Lagaro, le informazioni richieste risultano particolarmente importanti per la cittadinanza.
In base alla legge 383/2000, alla nostra associazione, in qualità di associazione di promozione sociale iscritta al registro nazionale presso in ministero della Solidarietà sociale, è riconosciuto il diritto di accesso ai documenti amministrativi in oggetto (art. 22 legge 7 agosto 1990, n. 241).

Certi di un rapido riscontro, porgiamo distinti saluti.

Circolo Uaar di Bologna

16 dicembre 2012

Al Comune di Castiglione dei Pepoli

OGGETTO: Richiesta di accesso agli atti relativi a Oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto e agli Albi dei beneficiari

Si richiede di avere su supporto digitale (in allegato via posta elettronica) copia di tutti gli atti relativi alle erogazioni di oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto a partire dall’anno 2005.

Nel caso tali erogazioni non fossero avvenute, come consentito dalla legge regionale e dall’autonomia finanziaria di entrata e di spesa (art. 119 Cost.), se ne chiede conferma e si chiede copia dell’eventuale delibera del Consiglio comunale che ne ha disposto l’azzeramento.

Se gli atti in questione fossero reperibili online, vi chiediamo cortesemente di fornirci i link o le istruzioni per accedervi.

Infine, dato che il DPR 7 aprile 2000, n. 118 prevede che i Comuni pubblichino un “Albo dei beneficiari di provvidenze di natura economica” e di esso assicurino “la massima facilita’ di accesso e pubblicità”, si chiede l’accesso a tali albi per tutti gli anni per i quali sono stati pubblicati, sempre tramite link in rete oppure tramite allegato via posta elettronica.

Si ricorda che l’UAAR è APS iscritta al nr,. 141 nel Registro Nazionale (DL Min. Solidarietà Sociale nr. 155/2007) e come tale legittimata alla richiesta in oggetto.

Cordiali saluti.
Circolo Uaar di Bologna

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Provincia cattolicista: l’Uaar chiede pari opportunità

19 Marzo 2013
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Dal sito del comune di San Giorgio di Piano: la presidente Draghetti a messa con fascia azzurra della Provincia

La presidente Draghetti a messa con fascia azzurra della Provincia

Domani, mercoledì 20 marzo, a meno di ripensamenti da parte della presidente Beatrice Draghetti, la Provincia di Bologna sarà sotto benedizione: i sacerdoti avranno a disposizione la Sala del Consiglio per atti di culto in orario di lavoro e avranno accesso a tutti gli uffici per i quali un dipendente faccia richiesta di benedizione.

Auspicando che questo malcostume cessi, che le istituzioni della Repubblica si contraddistinguano per un profilo laico e senza connotazioni ideologiche (in particolare quelle religiose personali del presidente di turno), il Circolo Uaar di Bologna ha inviato la seguente comunicazione alla presidente Draghetti, affiché i non cattolici siano trattati come i cattolici.

Bologna, 18 marzo 2013

Alla presidente della Provincia di Bologna, Beatrice Draghetti
e p.c. al vicepresidente, all’assessore alla cultura, ai gruppi consiliari

Oggetto: Benedizioni fuori luogo e pari opportunità per i non cattolici

La presidenza della Provincia di Bologna ha usato anche quest’anno il suo ruolo istituzionale per condizionare in senso cattolicista l’Ente locale che sarebbe tenuta a dirigere in modo laico.
Ci sono infatti giunte nuovamente segnalazioni di una comunicazione inviata a Giunta, Consiglio e a tutte le sedi della Provincia per la partecipazione alla benedizione, organizzata mercoledì 20 marzo in pieno orario di lavoro nelle sedi di via Zamboni e via Benedetto XIV.

Per l’atto di culto verrebbe concessa a un sacerdote la piena disponibilità della Sala del Consiglio oltre alla possibilità di accedere, su richiesta, a tutti gli uffici delle due sedi suddette. La gestione delle richieste per questa attività extralavorativa e strettamente personale sarà a carico della segreteria della presidenza. Non è chiaro se la richiesta dovrà essere sottoscritta da tutti i dipendenti della stanza da sottoporre a benedizione in orario di lavoro, oppure se basterà una sola richiesta per far subire l’atto di culto anche agli altri colleghi.

Rileviamo:

1) La discriminazione verso le altre opzioni filosofiche e spirituali.
Vi sono lavoratori atei, agnostici, di religioni diverse dalla cattolica e ragionevolmente di religione cattolica ma contrari a questi atti di culto fuori luogo, ciascuno con i propri valori, le proprie ricorrenze, le proprie necessità, ma la presidenza privilegia solo l’opzione cattolica.

2) La violazione delle scelte di coscienza, che sono dati sensibili.
Il Tribunale di Strasburgo (sentenza Corte Europea del 21/2/2008) ha ribadito che non si deve mettere un cittadino nella condizione di rivelare il proprio credo o la propria convinzione filosofica non confessionale. Se la partecipazione alla benedizione non è obbligatoria (ci mancherebbe!), è anche vero che si è costretti a rendere manifesta la propria partecipazione o non partecipazione. E il fatto che i comunicati sulla benedizione arrivino dalla presidenza e non ad esempio dal circolo ricreativo aziendale è ulteriore fonte di indebita pressione.

3) Le possibili forme di assenteismo.
Se anche venisse richiesta la “stimbratura”, come è stato fatto per la prima volta l’anno scorso, vi sarebbero lavoratori impiegati nella funzione di accoglienza, controllo, accompagnamento del ministro di culto e suoi assistenti. E nella funzione di prenotazione delle benedizioni nei vari uffici. Una eventuale numerosa adesione alla cerimonia religiosa determinerebbe inoltre il blocco del lavoro delle sedi, e il tutto per interessi personali.

4) La violazione del principio di laicità.
Svolgere cerimonie religiose presso Enti locali, scuole, uffici in cui si svolge un servizio pubblico è una indebita ingerenza in luoghi che non dovrebbero avere alcuna connotazione ideologica.

Certi che la presidenza non intenda discriminare i non cattolici e dunque voglia concedere loro il diritto di essere trattati come i cattolici, se le benedizioni alla Provincia rimanessero confermate chiediamo che la presidenza:

a) analogamente a quanto comunicato per l’attività religiosa cattolica, diffonda un invito per un colloquio laico al tavolo informativo Uaar che si terrà sempre mercoledì 20 marzo, dalle 9:30 alle 14 in Largo Respighi;

b) analogamente a quanto concesso al sacerdote, dia disposizione che tutti i dipendenti possano chiedere alla segreteria un incontro nel proprio ufficio con un responsabile Uaar

Cordiali saluti
Circolo Uaar di Bologna

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