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Convegno “Le parole chiave per il futuro della nostra Scuola”

14 Marzo 2014
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Abbiamo aderito a questo convegno nazionale di formazione sulla funzione costituzionale della scuola.

Sarà l’occasione per conoscere lo stato dell’arte delle mobilitazioni a difesa della scuola pubblica e per ritrovare molti compagni di viaggio del Comitato Articolo 33.

Di particolare interesse il confronto fra Osvaldo Roman e Corrado Mauceri sull’interpretazione della legge di parità (62/2000) e sul rapporto fra scuola pubblica e privata.

Il convegno intende anche analizzare la piena attualità della Legge di iniziativa popolare per una buona scuola, che ha raccolto 100.000 firme del 2006, e verificare la possibilità di ripresentazione in Parlamento.

Di seguito l’invito degli organizzatori.

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Un importante convegno per rilanciare la funzione fondamentale della scuola della Costituzione

Costituzione, democrazia, uguaglianza, merito, scuola pubblica, legge popolare, queste le parole chiave del convegno nazionale che si terrà a Bologna il prossimo 15 marzo presso il Liceo Copernico con decine di importanti adesioni e  il cui programma è reperibile su www.scuolaecostituzione.it/parolechiave

Il Convegno è organizzato dall’Associazione nazionale “Per la scuola della Repubblica” Ente accreditato dal Miur come formatore ed ha pertanto valore formativo per il personale della scuola.

Lo scopo principale del Convegno è rilanciare il dibattito sulla funzione costituzionale della nostra scuola come Istituzione in grado di rendere esigibile il diritto all’uguaglianza delle opportunità sancito dall’art. 3, soprattutto in questo momento in cui si amplia la discriminazione sociale ed economica verso i ceti più deboli.

Di questo vogliamo che studenti, genitori e operatori scolastici discutano con la Professoressa Lorenza Carlassare, professore emerito di diritto costituzionale nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Padova e prima donna italiana ordinaria nel settore e con il Prof. Andrea Morrone, ordinario di Diritto costituzionale presso l’Università di Bologna.

Può il merito essere la soluzione dei problemi della nostra società bloccata? Ci può essere giusto merito senza uguaglianza di opportunità?  Questo il tema del confronto fra la Prof. ssa Nadia Urbinati, docente di Teoria politica presso il Dipartimento di scienze politiche della Columbia University e il Prof. Andrea Ichino, docente di economia politica presso l’università di Bologna.

Di piena attualità, dopo le esternazioni del nuovo Ministro, Il confronto sulla legge di parità (L. n. 62/2000) fra l’Avv.to Corrado Mauceri membro dell’associazione nazionale Per la Scuola della Repubblica da sempre impegnato nella difesa della funzione costituzionale della scuola statale e il Prof. Osvaldo Roman membro dell’Ufficio legislativo del gruppo PD della Camera e parte attiva nella emanazione della Legge n. 62/2000, che ha appena pubblicato un libro dal titolo “La scuola privata non è scuola pubblica”.

La legge popolare per una buona scuola per la Repubblica fu depositata presso la Camera dei deputati il 4 agosto 2006 sostenuta da 100.000 firme e da 120 comitati di base locali. Fu incardinata con il n. 1600 nella XV legislatura. La VII commissione ne iniziò la discussione ad aprile 2007. La crisi di governo del gennaio 2008 e l’opposizione di PD e PDL al provvedimento ne interruppero l’iter. Nella XVI legislatura prese il n. 1, ma non fu mai discussa né considerata ai fini dell’emanazione della Legge Gelmini. Dopo due legislature le leggi popolari decadono.
Il Convegno intende verificare la sua piena attualità e la possibilità di ripresentazione in Parlamento.

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Apericena Art.33 Annulla il debito!

5 Dicembre 2013
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apericena sabato 14 dicembre

apericena sabato 14 dicembre

“ANNULLA IL DEBITO” DEL REFERENDUM

SABATO 14 DICEMBRE

IL COMITATO ART. 33 INVITA

a L’ APERICENA incontro conviviale
per non disperdere il risultato referendario,
per non disperdersi e proseguire le azioni
in difesa della scuola pubblica.
Durante la serata, asta di scritti, manufatti e
immagini donate da artisti e artigiani della città;
e le storiche maglie referendarie firmate dagli
artisti che hanno sostenuto il referendum.

Scegli di fare un regalo originale a sostegno dell’ evento più glamour dell’ anno

“la Vittoria del referendum”

attivate il passaparola per ritrovarci numerosi

vi aspettiamo  al SENZAFILTRO via Stalingrado n° 59

dalle 19:30, ingresso offerta minima 7,00€  bambini 3,00€

ampio parcheggio e accesso senza barriere

Evento Facebook

Comitato articolo 33

FB

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Comune di Molinella lascia scuola senza porte, ma per l’edilizia di culto trova ogni anno 15.000€

25 Ottobre 2013
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A Molinella la scuola media è stata lasciata senza porte in quanto “gli enti locali hanno problemi di risorse”. Ne ha dato notizia ieri Repubblica, riportando le proteste dei genitori e descrivendo il nuovo disagio che colpisce studenti e insegnanti già costretti a stare in classi sovraffollate.

Col mancato arrivo di nuove porte che rispettino la normativa sulla sicurezza non c’entrano però i tagli alla scuola: l’edilizia scolastica è infatti di competenza del comune, che tramite gli oneri di urbanizzazione accantona fondi per sostenere spese che, ai sensi della delibera regionale 849/98, servono per:

a) gli asili nido e le scuole materne;
b) le scuole dell’obbligo;
c) i mercati di quartiere;
d) le delegazioni comunali;
e) le chiese e gli altri edifici per servizi religiosi;
f) i centri civici e sociali, le attrezzature culturali e sanitarie;
g) gli spazi pubblici a parco e per lo sport;
h) i parcheggi pubblici.

Fonte: Repubblica

Foto: Repubblica

È proprio come appare dalle voci che abbiamo messo in evidenza: se il comune eroga fondi all’edilizia di culto, ne rimangono meno per l’edilizia scolastica. La suddetta delibera contiene percentuali indicative per le varie voci di spesa: è infatti precisato che «è facoltà dei Comuni […] modificare le percentuali dalla medesima delibera stabilite, con apposito atto di Consiglio».

C’è da chiedersi se il comune di Molinella abbia valutato per tempo i bisogni della cittadinanza, decidendo di azzerare i finanziamenti alla Chiesa (già straricca e già finanziata dai contribuenti per oltre 6 miliardi l’anno) per investirli nella scuola pubblica. La risposta purtroppo è “no”. Il comune di Molinella, che ora non riesce neppure a comprare le porte per la scuola media impedendo di fatto il normale svolgersi dell’attività didattica, dal 2004 al 2011 ha devoluto 124.401,62 € alla Chiesa, oltre 15.000 € l’anno, come risulta dall’inchiesta pubblicata ad aprile dal Circolo Uaar di Bologna. È sicuramente tardi, ma è altrettando sicuramente meglio che mai: in nostro auspicio è che il comune di Molinella sia il primo dell’Emilia Romagna ad azzerare i finziamenti all’edilizia di culto spostandoli sull’edilizia scolastica.

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Veglia-staffetta per la Scuola Pubblica.

19 Luglio 2013
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Anche il nostro circolo partecipa alla veglia-staffetta per il diritto costituzionale alla scuola pubblica in Piazza Maggiore. 72 ore di presenza continua di statue umane che parlano con i loro cartelli per ricordare alla cittadinanza l’esito del referendum del 26 maggio. Ma sopratutto per chiedere al sindaco e al consiglio comunale di rispettare il responso popolare che a grande maggioranza ha scelto di destinare tutti i fondi comunali per la scuola pubblica dell’infanzia.
http://www.facebook.com/events/528400047209221/
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manifestazioni, scuola, varie

I soldi di tutti alla scuola di tutti. Bologna getta le basi per un futuro laico e civile.

26 Maggio 2013

Ci hanno provato in tutti i modi.
Con il sindaco, che prima snobba poi scende in campo vigorosamente contro i referendari, che nega l’election day e che decide che la consultazione avvenga tra mille difficoltà.
Con il PD, che impegna la sua capillare struttura cittadina come non avviene neppure quando nelle urne deve affrontare i suoi avversari politici.
Con PDL e Lega Nord, i presunti avversari politici, indistinguibili dal PD nelle parole, nei toni e nelle argomentazioni.
Con ministri del governo delle ‘larghe intese’, quali il sussidiarista ciellino Maurizio Lupi (PDL), ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, e Maria Chiara Carrozza (PD), ministro dell’Istruzione.
E naturalmente con la Curia, che con i moniti del ciellino card. Caffarra e del capo dei vescovi card. Bagnasco, mobilita le parrocchie ma soprattutto ‘benedice’ politici e forze politiche che sostengono il finanziamento pubblico alle proprie scuole.
Uno schieramento che sulla carta rappresenta la schiacciante maggioranza dell’elettorato.

Ci hanno provato, ma non ce l’hanno fatta.
Alle urne, aperte per una sola giornata in pochi e spesso difficilmente raggiungibili seggi, si sono recati 85.934 bolognesi, il 28,71% degli aventi diritto. A favore della scelta A, quella di usare i fondi comunali per la scuola pubblica e non per le paritarie private, si è espresso quasi il 60% degli elettori. Una netta maggioranza, che ha detto chiaramente al Comune di non rispondere più “sei escluso” a nessun bambino che bussa alla porta della scuola pubblica, di non costringere più nessuna famiglia a iscrivere il proprio figlio o la propria figlia a una scuola privata paritaria monopolizzata dalla Chiesa.

Il circolo Uaar di Bologna festeggia questa giornata assieme agli altri promotori del referendum, e i suoi attivisti festeggiano assieme alle altre  persone che hanno impiegato le proprie risorse e le proprie energie all’interno del Comitato Articolo 33.

Il ringraziamento più grande va ai cittadini bolognesi che si sono espressi affinché i soldi di tutti vadano alla scuola di tutti.
La scuola è il fondamento di un paese. Se la scuola è laica, civile e solidale lo saranno anche i futuri cittadini. Lo sarà l’intero paese.


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Un bacio appassionato (alla scuola pubblica)

15 Maggio 2013
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Il circolo Uaar di Bologna sceglie una storia d’amore per promuovere la scelta A nel voto del 26 maggio, al referendum che tremare il mondo (clericale) fa.

UN BACIO APPASSIONATO (alla scuola pubblica)
Proiezione laica e gratuita – come la scuola di tutti – del film di Ken Loach, offerta dal Circolo UAAR di Bologna

Mercoledì 22 maggio 2013 – Cinema Nosadella, Via Ludovico Berti 2/7
Doppia proiezione: ore 20.00 e ore 22.00
[evento facebook]

Per entrare gratuitamente, stampare e presentare all’ingresso questo invito

Invito per Un bacio appassionato (alla scuola pubblica)

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Scuole dell’infanzia comunali: a Bologna il 40% non fa religione cattolica

5 Maggio 2013
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A livello nazionale sempre meno studenti frequentano l’insegnamento della religione cattolica (IRC). Un insegnamento che, per legge, è «impartito in conformità della dottrina della Chiesa», da docenti scelti dal vescovo ma pagati dai contribuenti. I dati più aggiornati, che incredibilmente non sono forniti al Miur ma dalla CEI, mostrano che la frequenza dell’IRC nelle scuole italiane è scesa sotto il 90% (rimane al 91,5% nelle scuole dell’infanzia). Qual è invece la situazione a Bologna?

Dai dati forniti dall’Amministrazione per l’anno scolastico 2011/12, nelle scuole dell’infanzia comunali di Bologna l’adesione all’IRC è ben inferiore alla media nazionale: circa il 40% delle famiglie sottrae i propri bambini all’IRC. Quasi 5 volte il dato nazionale, che si attesta sull’8,5%.

Sono infatti solo il 61% i bambini che frequentano le ore di Educazione Religiosa Cattolica (il Comune di Bologna ha inventato proprio questa denominazione, con la sigla ERC al posto di IRC). Non mancano differenze significative fra le varie scuole: è la scuola Casaglia ad affermarsi come un esempio concreto di laicità, con solo il 10% di aderenti all’IRC. I numeri si abbassano ancora se spostiamo l’attenzione sugli stranieri: nonostante la loro scelta possa essere principalmente influenzata da contrapposizione religiosa piuttosto che da motivazioni laiche, solo il 52% degli bimbi di famiglie straniere frequenta l’IRC.

Positiva quindi la propensione delle famiglie bolognesi verso le attività alternative e l’educazione laica dei propri figli nelle scuole dell’infanzia comunali. Una scelta che, se imitata a livello nazionale, permetterebbe di trattenere nelle casse dello Stato alcune centinaia di milioni di euro, utilizzabili per affrontare i gravi problemi in cui si trova il nostro paese.

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Sequestro di 22 milioni dal conto in Svizzera dell’Arcidiocesi

24 Aprile 2013
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Nella lite giudiziaria per la miliardaria eredità FAAC, l’Arcidiocesi di Bologna era stata costretta dal giudice a mettere a disposizione 36,5 milioni di euro che mancavano all’appello. Viene ora alla luce un altro altarino: ben 22 milioni di euro di queste “risorse mancanti”, messe adesso sotto sequestro, erano stati depositati in un conto svizzero. Non solo: l’organizzazione del card. Caffarra aveva provveduto a cambiare — chissà perché — l’intestazione del conto.

Stiamo parlando della stessa organizzazione che pretende dal Comune il 30% della torta per le scuole materne cattoliche, che riceve sempre dal Comune mezzo milione di euro l’anno per il proprio patrimonio immobiliare, che riceve dallo Stato “mance” da 330mila euro e che, su scala nazionale, beneficia di oltre 6 miliardi di finanziamenti pubblici all’anno.

Sarebbe il caso che il sindaco di Bologna commentasse questa fitta e inarrestabile pioggia di denaro pubblico nelle casse di un ente stra-ricco che sfugge a controlli patrimoniali e finanziari. I fatti mostrano da un lato un bilancio comunale sempre più magro e una lista d’attesa per la scuola pubblica e laica. Dall’altro una Arcidiocesi che continua a battere cassa per le proprie scuole private, nonostante abbia conti in Svizzera a cui cambia ‘provvidenzialmente’ l’intestazione.
Con quali motivazioni (e con che coraggio) il sindaco di Bologna continuerà sostenere la scelta sussidiarista di stampo ciellino al referendum del 26 maggio?

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Castiglione: la Curia sfratta i bambini della scuola media

14 Aprile 2013
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A Lagaro, frazione di Castiglione dei Pepoli, la Curia affittava al Comune per 11mila euro l’anno un edificio adibito a scuola media per cinquanta bambini. Il proprietario, presunto ente benefico senza scopo di lucro, ha voluto però raddoppiare il lucro. Il comune si è rifiutato di pagare 22mila euro l’anno, iniziando a pagarne 13mila come da valutazione tecnica del prezzo di mercato. Ma puntualmente è arrivato lo sfratto, che sarà esecutivo dal 1° luglio 2013.

Ne ha dato notizia Repubblica, riportando la reazione infuriata dei genitori che arrivano contestare pubblicamente il card. Caffarra: “Non possono sbattere per strada così tanti bambini, soprattutto perché l’edificio è stato donato alla Chiesa proprio per costruirci una scuola”. Da parte sua, il sindaco di Castiglione, Daniela Aureli avrebbe dichiarato: “Ci devono dare più tempo, non hanno nessuna urgenza. Noi abbiamo anche detto che siamo disposti a comprare l’edificio, fare i lavori oppure a pagare 16mila euro di affitto rispetto ai 13mila attuali. Ma per ora niente”.

Non ci stupiscono le pretese di una Chiesa che cura i suoi interessi finanziari. A maggior ragione se si pensa che la Chiesa è il più grande proprietario immobiliare del nostro paese, e che controlla o possiede direttamente la maggioranza delle scuole private. Per quale ragione dovrebbe agevolare la scuola della Repubblica, quando vuole invece espandere le proprie scuole rivendicando per esse sempre maggiori sussidi pubblici?

Ci stupiscono semmai le reazioni meravigliate del sindaco o di tanti genitori, i quali per protesta non mandano più i bambini a catechismo a Lagaro ma li mandano a Castiglione (potrebbe essere più efficace una richiesta in massa dell’ora alternativa). La realtà è che dal 1° di luglio cinquanta bambini saranno senza scuola: la Curia potrà “generosamente” salvarli accettando un cospicuo aumento del canone, o potrà legittimamente lasciarli per strada realizzando nell’edificio una scuola privata, un albergo o anche tenendolo sfitto (le risorse finanziarie non le mancano).

C’è da chiedersi fino a che punto si è spinta l’ingenuità del sindaco. Con un affitto di almeno 13mila euro da pagare ogni anno alla Curia, e con il dovere di costruire una scuola di proprietà comunale per non sottostare ai ricatti del proprietario, avrà deciso di non erogare contributi all’edilizia di culto accantonandoli invece per l’edilizia scolastica?
Castiglione appartiene ai comuni meno trasparenti dell’indagine del nostro circolo sugli oneri di urbanizzazione secondaria (OnUS) per edilizia di culto: la nostra richiesta di accesso agli atti è stata inviata 16 dicembre scorso, ma il comune non ci ha mai risposto. Per questo ieri abbiamo inviato il seguente sollecito all’ufficio protocollo, mettendo per conoscenza il sindaco e gli uffici dei servizi scolastici e sociali.

13 aprile 2013

Al Comune di Castiglione dei Pepoli

OGGETTO:
Richiesta accesso atti: Oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto e Albo beneficiari

Il 16 dicembre scorso inviammo la seguente richiesta di accesso ad atti che peraltro dovrebbero essere pubblici.
Oltre la metà dei comuni contattati nella provincia di Bologna ci ha risposto (vedere inchiesta). Castiglione dei Pepoli risulta ad oggi nella lista dei comuni meno trasparenti.
Ipotizzando che la mail possa non esservi giunta per problemi telematici, con la presente rinnoviamo la richiesta.

In relazione alle notizie sullo sfratto della Curia ai danni dei ragazzi che frequentano la scuola media a Lagaro, le informazioni richieste risultano particolarmente importanti per la cittadinanza.
In base alla legge 383/2000, alla nostra associazione, in qualità di associazione di promozione sociale iscritta al registro nazionale presso in ministero della Solidarietà sociale, è riconosciuto il diritto di accesso ai documenti amministrativi in oggetto (art. 22 legge 7 agosto 1990, n. 241).

Certi di un rapido riscontro, porgiamo distinti saluti.

Circolo Uaar di Bologna

16 dicembre 2012

Al Comune di Castiglione dei Pepoli

OGGETTO: Richiesta di accesso agli atti relativi a Oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto e agli Albi dei beneficiari

Si richiede di avere su supporto digitale (in allegato via posta elettronica) copia di tutti gli atti relativi alle erogazioni di oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto a partire dall’anno 2005.

Nel caso tali erogazioni non fossero avvenute, come consentito dalla legge regionale e dall’autonomia finanziaria di entrata e di spesa (art. 119 Cost.), se ne chiede conferma e si chiede copia dell’eventuale delibera del Consiglio comunale che ne ha disposto l’azzeramento.

Se gli atti in questione fossero reperibili online, vi chiediamo cortesemente di fornirci i link o le istruzioni per accedervi.

Infine, dato che il DPR 7 aprile 2000, n. 118 prevede che i Comuni pubblichino un “Albo dei beneficiari di provvidenze di natura economica” e di esso assicurino “la massima facilita’ di accesso e pubblicità”, si chiede l’accesso a tali albi per tutti gli anni per i quali sono stati pubblicati, sempre tramite link in rete oppure tramite allegato via posta elettronica.

Si ricorda che l’UAAR è APS iscritta al nr,. 141 nel Registro Nazionale (DL Min. Solidarietà Sociale nr. 155/2007) e come tale legittimata alla richiesta in oggetto.

Cordiali saluti.
Circolo Uaar di Bologna

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Aggiungi la tua firma, per la vera scuola pubblica: laica, inclusiva, plurale

4 Aprile 2013
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Il Comitato Articolo 33, di cui il Circolo Uaar di Bologna è promotore, ha pubblicato oggi un appello per la vera scuola pubblica. Primo firmatario Stefano Rodotà, e a seguire tante personalità della cultura e dell’impegno civile, tra cui quattro presidenti onorari Uaar: Margherita Hack, Carlo Flamigni, Danilo Mainardi, Valerio Pocar.

Per un paese laico e civile, nel quale nessuna famiglia sia costretta a iscrivere i propri figli a scuole private religiosamente orientate, aggiungi la tua firma e diffondi l’appello!

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