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Posts Tagged ‘oneri di urbanizzazione’

Crisi? Il Comune di Bologna costruisce chiese

12 Giugno 2013

Il Comune di Bologna ha risposto ieri alla richiesta inviata dal nostro circolo il 18 marzo scorso. Avevamo chiesto informazioni sui finanziamenti all’edizia di culto derivanti dagli oneri di urbanizzazione secondaria dell’esercizio 2011. Ci auguravamo che la Giunta Merola, costretta dai tagli al bilancio se non da un barlumi di laicità, avesse interrotto il circolo vizioso-clericale che spinge il Comune di Bologna a finanziare ogni anno il patrimonio immobiliare della Curia Arcivescovile con centinaia di migliaia di euro.

Chiesa Corpus Domini, costruita con finanziamento comunale (fonte Googlemaps)

Chiesa Corpus Domini, costruita con finanziamento comunale (fonte Googlemaps)

Il verbale di Giunta del 12 marzo 2013 mostra invece come 313.968€ abbiamo lasciato le casse comunali per approdare in quelle di tre  confessioni religiose. Al restauro della sinagoga e della chiesa metodista valdese arrivano poche briciole. La Giunta Merola è invece di manica larga con l’Arcidiocesi, finanzialdole con 291.021€ la costruzione della chiesa del Corpus Domini, in via Enriquez 56.

Le scuole pubbliche cadono a pezzi, i tagli al bilancio pesano sulle spalle di contribuenti sempre più provati, ma il Comune di Bologna costruisce chiese. Non è complicato capire che l’Arcidiocesi, che si stima possieda oltre 1200 immobili a Bologna, non ha certo bisogno di finanziamenti pubblici. E non sarebbe complicato nemmeno deliberare quanto previsto dalla normativa di riferimento, la stessa richiamata nel verbale citato poc’anzi: è infatti vero che l’edilizia di culto può essere finanziata con il 7% degli oneri di urbanizzazione secondaria, ma questo vale “salvo diversa percentuale stabilita con deliberazione del Consiglio comunale”.
È davvero giunta l’ora di azzerare la percentuale di oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto. Nel Consiglio Comunale di Bologna c’è qualche forza politica o qualche singolo consigliere che lo propone?

enti locali, notizie ,

Imola: vietato banchetto Uaar, ma spunta quello dei Testimoni di Geova

2 Giugno 2013

Un’ordinaria storia di discriminazione su base religiosa è avvenuta nei giorni scorsi a Imola ai danni della nostra associazione. Nonostante tutte le autorizzazioni amministrative già ottenute, un banchetto Uaar è stato spostato dal centro in posizione periferica e un altro è stato addirittura vietato. E al suo posto ne è spuntato uno dei Testimoni di Geova.

La locale delegazione Uaar, rappresentanta da Roberto Vuilleumier, aveva ottenuto dall’Urp del Comune l’autorizzazione scritta per tre banchetti informativi nelle date del 18 maggio, 25 maggio e 1 giugno. Il tema principale era la campagna Occhiopermille, che da anni la nostra associazione promuove in primavera, durante il periodo delle dichiarazione dei redditi, supplendo alla mancanza quasi totale di informazione istituzionale sul meccanismo dell’Otto per Mille. Una telefonata da parte di una dirigente del Comune ha però avvisato che il banchetto del 18 maggio doveva essere spostato in posizione più periferica, previo ottenimento di un nulla osta per attività politica, mentre quello del 25 maggio era soppresso per via del silenzio elettorale. Per il Comune di Imola, abbiamo appreso, l’Uaar è assimilabile a un partito politico e la sua attività deve essere soggetta alle stesse restrizioni dei partiti, in particolare durante i periodi preelettorali (a Imola il 26 e 27 maggio si svolgevano le elezioni amministrative).

fonte: Corriere di Romagna

fonte: Corriere di Romagna

A nulla sono valse le nostre spiegazioni formali e sostanziali, peraltro di semplice comprensione: l’Uaar è per statuto apartitica, non appoggia né ha mai appoggiato forze politiche, non dà indicazioni di voto (anche perché ritiene i proprio soci e simpatizzanti in grado di ragionare e autodeterminarsi). In particolare è una associazione di promozione sociale iscritta nel registro nazionale presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. È una associazione filosofica non confessionale: significa che, pur non essendo ovviamente una religione, sul piano giuridico è omologa ad esse.

Al danno alla propria attività associativa e filosofica derivante da limitazioni e da divieti ingiustificati, si è aggiunta una beffa. Sabato 25 maggio, infatti, nella postazione prenotata dall’Uaar, è comparso un banchetto dei Testimoni di Geova. La questione è tragicomica: l’Uaar si batte tra l’altro affinché siano azzerati i contributi comunali all’edilizia di culto e siano destinati solo alle strutture pubbliche. I Testimoni di Geova, perseguendo i propri scopi statutari (art.3 lettera m), grazie ai partiti di maggioranza attingono cospicui finanziamenti pubblici per il loro patrimonio immobiliare: quasi 100mila euro in dieci anni sono stati infatti prelevati dalle casse del Comune e riversati in quelle dei Testimoni di Geova di Imola. A ben vedere l’Uaar è ben più distante dai partiti di questi altri soggetti, ai quali però il Comune concede soldi pubblici. E ai quali concede diritto di parola nello spazio pubblico che nega invece all’Uaar.

Visto che non c’è stato il ballottaggio, nella giornata di ieri la delegazione Uaar di Imola è riuscita a tenere il primo e unico banchetto informativo dei tre originariamente autorizzati. Della discriminazione subita ha dato notizia il Corriere di Romagna ed è stata informata la prefettura tramite il seguente esposto.

22 maggio 2013, Imola

Gentil.mo Signor Prefetto,

l’UAAR, Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, è un’ associazione di promozione sociale, iscritta al nr. 141 al registro nazionale(legge 7 dicembre 2000 n.383) presso il ministero del Lavoro e delle Politiche socialim al pari di associazioni come Aism (associazione sclerosi multipla), Associazione sclerosi tuberosa,Federazione Italiana superamento Handicap.

Chi Le scrive è il delegato, nominato dal coordinamento di Bologna, di Imola e Castel San Pietro.

All’art.1 comma 3 del nostro statuto è scritto:”L’UAAR è un’organizzazione filosofica non confessionale, democratica e apartitica.”

Quindi, oltre a non essere partiti nè equiparabili ai partiti siamo per statuto “apartitici”.

Siamo invece, e lo rivendichiamo, omologhi sul piano del diritto alle religioni “in virtù dell’uguaglianza di fronte alla legge di religioni e associazioni filosofiche non confessionali” (come da art.3 comma 1b del nostro statuto).

I fatti:

-A fine aprile L’UAAR attraverso il sottoscritto, delegato dall’UAAR di Bologna, ha richiesto all’Urp del comune di Imola , compilando apposito modulo, disponibilità per poter allestire un banchetto il 18, 25 maggio ed il 1 giugno e scegliendo dopo averne verificato la disponibilità gli spazi antistanti il bar Bacchilega sotto al portico.

-Dopo qualche giorno anzichè essere contattati dall’Urp ci ha contattati diverso ufficio che “si occupa di assegnare appositi spazi durante il periodo della campagna elettorale”, tali spazi vengono assegnati normalmente ai partiti politici.
Ho fatto presente che l’UAAR non è un partito politico e mi sono opposto a questa “costrizione” peraltro telefonicamente motivata “da ragioni statutarie”.

All’art 3 dello Statuto UAAR mi è stato detto, essere evidente che l’associazione tratti temi “politici”.
Tale interpretazione sarebbe stata data anche dalla “Prefettura di Bologna” che sarebbe stata interrogata a riguardo.

-Mi è stato offerto per il 18 maggio uno dei posti assegnabili ai partiti che l’UAAR è stato costretto ad accettare pena l’impossibilità di esporre il banchetto, poi è stato negato in assoluto il banchetto per il 25 maggio in quanto “giornata di silenzio elettorale”e per motivi simili non è a noi ancora assegnabile il posto richiesto per il 1 giugno in quanto è incerto se ci sarà o meno il “ballottaggio”

-Sabato 11 maggio, ne siamo stati da poco informati, è stata consegnata direttamente dall’Urp “autorizzazione di occupazione di suolo pubblico” per gli spazi da essa gestiti, ad altre associazioni di promozione sociale a noi equiparate ed iscritte come l’UAAR nell’elenco delle associazioni di promozione sociale (per esempio l’Associazione Sclerosi Tuberosa).

– Sabato 18 maggio, al mattino, nella postazione immediatamente al fianco di quella che doveva essere data all’associazione UAAR secondo originaria richiesta, era presente un “banchetto” presieduto dai Testimoni di Geova.

Questi fatti, in particolare l’ultimo descritto, appaiono all’associazione alquanto discriminatori: a noi viene dato il nulla osta come ai partiti, ai Testimoni di Geova la semplice autorizzazione “urp”. A loro viene concesso il contatto diretto con il pubblico nella zona dei comizi, zona di maggior traffico pedonale, noi veniamo relegati ai confini sulla base di una diversa interpretazione dello statuto.

Per maggiore chiarezza è bene evidenziare quanto recita Art 3 dello statuto Uaar.

L’UAAR si propone i seguenti scopi generali:
Tutelare i diritti civili degli atei e degli agnostici, a livello nazionale e locale, opponendosi a ogni tipo di discriminazione, giuridica e di fatto, nei loro confronti, attraverso iniziative legali e campagne di sensibilizzazione.
Contribuire all’affermazione concreta del supremo principio costituzionale della laicità dello Stato, delle scuole pubbliche e delle istituzioni, e ottenere il riconoscimento della piena uguaglianza di fronte alla legge di tutti i cittadini indipendentemente dalle loro convinzioni filosofiche e religiose. In particolare, pretendere l’abolizione di ogni privilegio accordato, di diritto o di fatto, a qualsiasi religione, in virtù dell’uguaglianza di fronte alla legge di religioni e associazioni filosofiche non confessionali.
Promuovere la valorizzazione sociale e culturale delle concezioni del mondo razionali e non religiose, con particolare riguardo alle filosofie atee e agnostiche.

L’Uaar viene considerato dall’ufficio comunale di Imola diverso dalle altre associazioni di promozione sociale per” ragioni di statuto”, quando invece la legge 7 Dicembre 2000 n.383 proprio per lo statuto associativo la identifica ugualmente alle altre, e nuovamente esso ritiene diverso e politico lo statuto Uaar rispetto a quello dei Testimoni di Geova considerando quindi la “predicazione religiosa” e per esempio, la promozione dell’edilizia di culto, atto “non politico” (art 3 dello Statuto nazionale dei Testimoni di Geova alla lettera m).

Nello specifico l’Uaar nel rispetto dei dettami costituzionali chiede tra l’altro che non siano riconosciuti privilegi particolari da parte dello Stato e degli enti pubblici a favore di religioni ed ideologie.

Secondo il ragionamento imposto all’Uaar dal Comune di Imola, l’associazione che promuove tali privilegi non fa politica, esserne contrari invece, lo è l’UAAR, vuol dire “fare politica”.

Dato che tra le altre cose, ci sono stati chiesti addirittura “i temi che si trattano” nei nostri banchetti, chiarisco a Lei come ho fatto telefonicamente con la dirigente del comune, che i temi che si trattano nel nostro banchetto, peraltro esclusivamente informativo, riguardano: l’omofobia, l’ora alternativa a quella di religione, lo “sbattezzo”(come fare per sbattezzarsi), i costi dell’edilizia di culto per i cittadini, la campagna Occhio per Mille (spiega il meccanismo di funzionamento dell’otto per mille), oltre a ciò vi sarà la brochure dell’associazione e l’indicazione del codice per versare il 5 per mille a favore dell’associazione.

Alla luce di quanto su espresso, per conto dell’Uaar, ritenendo che la nostra associazione venga ancora ingiustamente “diversamente trattata” (solo verbalmente, perchè il comune non ha inviato alcuna comunicazione scritta a parte il nulla osta per il 18 Maggio),

ed Esposto quanto,

Le chiedo di intervenire, chiedendo al Comune di Imola di garantire all’Uaar quella libertà di partecipazione con equivalente diritto e dignità, che viene invece riconosciuto alle altre associazioni e permettendo quindi all’Uaar di allestire regolarmente il nostro Banchetto il 25 Maggio ed il 1 Giugno dalle ore 8:30 e 12:30, nella postazione originariamente concordata con l’Urp.

Comunque rispettosi di ogni Sua decisione a riguardo

Cordiamente
Roberto Vuilleumier
Delegato UAAR Imola e Castel San Pietro Terme
Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti

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Castiglione: la Curia sfratta i bambini della scuola media

14 Aprile 2013
Commenti disabilitati su Castiglione: la Curia sfratta i bambini della scuola media

A Lagaro, frazione di Castiglione dei Pepoli, la Curia affittava al Comune per 11mila euro l’anno un edificio adibito a scuola media per cinquanta bambini. Il proprietario, presunto ente benefico senza scopo di lucro, ha voluto però raddoppiare il lucro. Il comune si è rifiutato di pagare 22mila euro l’anno, iniziando a pagarne 13mila come da valutazione tecnica del prezzo di mercato. Ma puntualmente è arrivato lo sfratto, che sarà esecutivo dal 1° luglio 2013.

Ne ha dato notizia Repubblica, riportando la reazione infuriata dei genitori che arrivano contestare pubblicamente il card. Caffarra: “Non possono sbattere per strada così tanti bambini, soprattutto perché l’edificio è stato donato alla Chiesa proprio per costruirci una scuola”. Da parte sua, il sindaco di Castiglione, Daniela Aureli avrebbe dichiarato: “Ci devono dare più tempo, non hanno nessuna urgenza. Noi abbiamo anche detto che siamo disposti a comprare l’edificio, fare i lavori oppure a pagare 16mila euro di affitto rispetto ai 13mila attuali. Ma per ora niente”.

Non ci stupiscono le pretese di una Chiesa che cura i suoi interessi finanziari. A maggior ragione se si pensa che la Chiesa è il più grande proprietario immobiliare del nostro paese, e che controlla o possiede direttamente la maggioranza delle scuole private. Per quale ragione dovrebbe agevolare la scuola della Repubblica, quando vuole invece espandere le proprie scuole rivendicando per esse sempre maggiori sussidi pubblici?

Ci stupiscono semmai le reazioni meravigliate del sindaco o di tanti genitori, i quali per protesta non mandano più i bambini a catechismo a Lagaro ma li mandano a Castiglione (potrebbe essere più efficace una richiesta in massa dell’ora alternativa). La realtà è che dal 1° di luglio cinquanta bambini saranno senza scuola: la Curia potrà “generosamente” salvarli accettando un cospicuo aumento del canone, o potrà legittimamente lasciarli per strada realizzando nell’edificio una scuola privata, un albergo o anche tenendolo sfitto (le risorse finanziarie non le mancano).

C’è da chiedersi fino a che punto si è spinta l’ingenuità del sindaco. Con un affitto di almeno 13mila euro da pagare ogni anno alla Curia, e con il dovere di costruire una scuola di proprietà comunale per non sottostare ai ricatti del proprietario, avrà deciso di non erogare contributi all’edilizia di culto accantonandoli invece per l’edilizia scolastica?
Castiglione appartiene ai comuni meno trasparenti dell’indagine del nostro circolo sugli oneri di urbanizzazione secondaria (OnUS) per edilizia di culto: la nostra richiesta di accesso agli atti è stata inviata 16 dicembre scorso, ma il comune non ci ha mai risposto. Per questo ieri abbiamo inviato il seguente sollecito all’ufficio protocollo, mettendo per conoscenza il sindaco e gli uffici dei servizi scolastici e sociali.

13 aprile 2013

Al Comune di Castiglione dei Pepoli

OGGETTO:
Richiesta accesso atti: Oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto e Albo beneficiari

Il 16 dicembre scorso inviammo la seguente richiesta di accesso ad atti che peraltro dovrebbero essere pubblici.
Oltre la metà dei comuni contattati nella provincia di Bologna ci ha risposto (vedere inchiesta). Castiglione dei Pepoli risulta ad oggi nella lista dei comuni meno trasparenti.
Ipotizzando che la mail possa non esservi giunta per problemi telematici, con la presente rinnoviamo la richiesta.

In relazione alle notizie sullo sfratto della Curia ai danni dei ragazzi che frequentano la scuola media a Lagaro, le informazioni richieste risultano particolarmente importanti per la cittadinanza.
In base alla legge 383/2000, alla nostra associazione, in qualità di associazione di promozione sociale iscritta al registro nazionale presso in ministero della Solidarietà sociale, è riconosciuto il diritto di accesso ai documenti amministrativi in oggetto (art. 22 legge 7 agosto 1990, n. 241).

Certi di un rapido riscontro, porgiamo distinti saluti.

Circolo Uaar di Bologna

16 dicembre 2012

Al Comune di Castiglione dei Pepoli

OGGETTO: Richiesta di accesso agli atti relativi a Oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto e agli Albi dei beneficiari

Si richiede di avere su supporto digitale (in allegato via posta elettronica) copia di tutti gli atti relativi alle erogazioni di oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto a partire dall’anno 2005.

Nel caso tali erogazioni non fossero avvenute, come consentito dalla legge regionale e dall’autonomia finanziaria di entrata e di spesa (art. 119 Cost.), se ne chiede conferma e si chiede copia dell’eventuale delibera del Consiglio comunale che ne ha disposto l’azzeramento.

Se gli atti in questione fossero reperibili online, vi chiediamo cortesemente di fornirci i link o le istruzioni per accedervi.

Infine, dato che il DPR 7 aprile 2000, n. 118 prevede che i Comuni pubblichino un “Albo dei beneficiari di provvidenze di natura economica” e di esso assicurino “la massima facilita’ di accesso e pubblicità”, si chiede l’accesso a tali albi per tutti gli anni per i quali sono stati pubblicati, sempre tramite link in rete oppure tramite allegato via posta elettronica.

Si ricorda che l’UAAR è APS iscritta al nr,. 141 nel Registro Nazionale (DL Min. Solidarietà Sociale nr. 155/2007) e come tale legittimata alla richiesta in oggetto.

Cordiali saluti.
Circolo Uaar di Bologna

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12 milioni di fondi pubblici all’edilizia di culto: ricerca su 53 comuni della provincia di Bologna

12 Aprile 2013
Commenti disabilitati su 12 milioni di fondi pubblici all’edilizia di culto: ricerca su 53 comuni della provincia di Bologna

Pur lamentandosi con sempre maggiore insistenza della carenza di risorse, i Comuni perseverano nella distribuzione di fondi pubblici per l’edilizia di culto. È questo il risultato di una inchiesta condotta dal circolo Uaar di Bologna, che ha visto la collaborazione di Marco Antonioli nell’ambito di un tirocinio universitario.

Potrà stupire chi non ne ha mai sentito parlare, ma la delibera 849/1998 del Consiglio Regionale Emilia Romagna indica nel 7% degli Oneri di Urbanizzazione Secondaria (OnUS) la somma che annualmente i comuni possono destinare alle religioni per “chiese e altri edifici per servizi religiosi”. Si badi, la stessa delibera specifica che l’esborso vale “salvo diversa percentuale stabilita con deliberazione del Consiglio comunale”: dietro al finanziamento pubblico del patrimonio immobiliare della Chiesa c’è quindi solo una precisa volontà politica.

Inchiesta OnUS per edilizia di culto in provincia di BolognaMa veniamo ai risultati dell’inchiesta. Sono stati contattati 53 comuni della provincia di Bologna, escludendo quelli già analizzati in precedenza — Bologna, Casalecchio di Reno, Imola, San Lazzaro, Zola Predosa — e quelli non raggiungibili per problemi sul loro sito istituzionale. È stato chiesto di fornire, per semplice via telematica, copia di tutti gli atti relativi alle erogazioni di OnUS per edilizia di culto a partire dall’anno 2005.
Nonostante la risposta alla richiesta di accesso agli atti fosse dovuta per motivi di trasparenza nell’amministrazione del denaro pubblico e per motivi giuridici — l’Uaar ne ha diritto in quanto associazione di promozione sociale iscritta al registro nazionale — ben 26 comuni (il 49%) non hanno risposto nemmeno risposto. Tra chi ha risposto, alcune volte è stato necessario rinnovare la richiesta o superare ostacoli, come nel caso del comune di Granarolo, che ha preteso il pagamento di 54 € (per l’invio di una mail con dati che in un paese civile dovrebbero essere liberamente disponibili). In altri casi, come per il comune di Dozza, ci è stato risposto che la richiesta non “era accoglibile” ai sensi dell’art. 22 della Legge 241/90; è stato quindi fatto notare che la stessa legge all’art.26 specifica che “alle associazioni di promozione sociale è riconosciuto il diritto di accesso ai documenti amministrativi”: dopo aver dimostrato che la legge era stata citata a sproposito per negare invece un diritto conclamato, dal comune di Dozza non è più arrivato alcun segnale.

Se dal punto di vista della trasparenza amministrativa i comuni della provincia di Bologna lasciano a desiderare, una volta che si riesce a mettere le mani sugli atti va anche peggio. Non una delle 21 amministrazioni comunali che ci ha inviato la documentazione ha deliberato l’azzeramento del finanziamento pubblico all’edizilia di culto: crisi o non crisi, in tutti casi è stata fatta la scelta ideologica di continuare a sussidiare il più grande immobiliarista sul mercato, la Curia Arcivescovile.

Nella seguente tabella riportiamo i dati riassuntivi dell’inchiesta, che si vanno ad aggiungere alle indagini già svolte in passato dal circolo Uaar di Bologna. Il totale dei finanziamenti pubblici all’edilizia di culto finora documentati arriva alla cifra record di 12.470.771,57 € per la sola provincia bolognese. Ulteriori informazione e in particolare la banca nazionale sugli OnUS è disponibile alla pagina della Campagna Oneri Uaar.

COMUNE ANNO OnUS PER EDILIZIA DI CULTO
Anzola dell’Emilia 2004 14.667,96
Anzola dell’Emilia 2005 11.803,89
Anzola dell’Emilia 2006 9.540,56
Anzola dell’Emilia 2007 9.811,08
Anzola dell’Emilia 2008 19.965,76
Anzola dell’Emilia 2009 22.418,19
Anzola dell’Emilia 2010 30.724,89
Anzola dell’Emilia 2011 19.681,30
Argelato 2005 19.987,77
Argelato 2006 15.549,83
Argelato 2007 19.652,64
Argelato 2008 12.123,70
Argelato 2009 10.000,00
Argelato 2010 12.000,00
Argelato 2011 10.000,00
Bazzano 2005 6.926,61
Bazzano 2006 7.460,57
Bazzano 2007 10.067,07
Bazzano 2008 7.914,67
Bazzano 2009 2.563,86
Bazzano 2010 2.850,52
Bazzano 2011 4.382,20
Bologna 2000 522.137,93
Bologna 2001 600.122,92
Bologna 2002 679.242,00
Bologna 2003 736.790,00
Bologna 2004 798.970,00
Bologna 2005 786.652,00
Bologna 2006 567.431,00
Bologna 2007 539.731,00
Bologna 2008 366.603,00
Bologna 2009 344.154,00
Bologna 2010 379.731,00
Budrio 2004 32.339,52
Budrio 2005 64.165,77
Budrio 2006 87.308,00
Budrio 2007 67.416,00
Budrio 2008 34.094,00
Budrio 2009 26.263,52
Budrio 2010 21.648,40
Budrio 2011 34.566,36
Casalecchio di Reno 2001 23.672,30
Casalecchio di Reno 2002 51.245,36
Casalecchio di Reno 2003 22.786,00
Casalecchio di Reno 2004 41.977,00
Casalecchio di Reno 2005 31.415,00
Castel Guelfo di Bologna 2005 17.893,74
Castel Guelfo di Bologna 2006 10.819,74
Castel Guelfo di Bologna 2007 17.053,24
Castel Guelfo di Bologna 2008 13.129,51
Castel Guelfo di Bologna 2009 4.569,07
Castel Guelfo di Bologna 2010 3.532,91
Castel Guelfo di Bologna 2011 2.804,92
Castello di Serravalle 2005 7.134,23
Castello di Serravalle 2006 10.601,28
Castello di Serravalle 2007 5.515,88
Castello di Serravalle 2008 3.276,62
Castello di Serravalle 2009 5.415,59
Castello di Serravalle 2010 1.646,26
Crevalcore 1998 14.259,86
Crevalcore 1999 21.367,56
Crevalcore 2000 18.452,33
Crevalcore 2001 25.722,85
Crevalcore 2002 26.224,49
Crevalcore 2003 26.625,58
Crevalcore 2004 31.298,13
Crevalcore 2005 32.977,44
Crevalcore 2006 28.133,67
Crevalcore 2007 18.395,00
Crevalcore 2008 16.586,47
Crevalcore 2009 26.733,86
Crevalcore 2010 12.587,10
Imola 1999 149.303,54
Imola 2000 116.696,72
Imola 2001 90.993,13
Imola 2002 111.666,54
Imola 2003 159.025,41
Imola 2004 148.167,64
Imola 2005 196.351,74
Imola 2006 184.468,52
Imola 2007 145.231,80
Imola 2008 133.636,92
Imola 2009 112.051,83
Imola 2010 91.572,90
Loiano 2004 3.940,38
Loiano 2005 6.924,29
Loiano 2006 6.351,36
Loiano 2007 5.715,23
Loiano 2008 8.156,98
Loiano 2009 6.243,61
Loiano 2010 5.903,22
Loiano 2011 1.490,24
Loiano 2012 235,91
Marzabotto 2004 2.911,00
Marzabotto 2005 4.753,55
Marzabotto 2006 4.817,53
Marzabotto 2007 5.484,63
Marzabotto 2008 6.467,58
Marzabotto 2009 1.341,97
Marzabotto 2010 222,36
Marzabotto 2011 638,00
Medicina 2000 34.104,38
Medicina 2001 28.519,81
Medicina 2002 26.990,09
Medicina 2003 30.252,71
Medicina 2004 33.165,11
Medicina 2005 30.730,22
Medicina 2006 35.079,78
Medicina 2007 45.116,83
Medicina 2008 27.404,23
Medicina 2009 17.147,45
Medicina 2010 13.651,11
Medicina 2011 9.686,71
Molinella 2004 23.772,28
Molinella 2005 23.521,87
Molinella 2006 18.331,95
Molinella 2007 13.074,50
Molinella 2008 15.375,10
Molinella 2009 15.687,31
Molinella 2010 7.959,53
Molinella 2011 6.679,08
Monteveglio 2007 3.597,57
Monteveglio 2008 5.115,23
Monteveglio 2010 1.346,00
Mordano 2003 3.231,17
Mordano 2004 3.298,69
Mordano 2005 3.230,33
Mordano 2006 2.140,84
Mordano 2007 3.094,34
Mordano 2008 1.556,51
Mordano 2009 754,05
Ozzano dell’Emilia 2000 15.412,76
Ozzano dell’Emilia 2001 51.749,72
Ozzano dell’Emilia 2002 13.600,00
Ozzano dell’Emilia 2003 30.429,91
Ozzano dell’Emilia 2004 61.650,00
Ozzano dell’Emilia 2005 47.533,22
Ozzano dell’Emilia 2006 50.000,00
Ozzano dell’Emilia 2007 36.642,64
Ozzano dell’Emilia 2008 64.000,00
Ozzano dell’Emilia 2009 34.392,88
Pianoro 2004 43.177,37
Pianoro 2006 23.735,85
San Benedetto Val di Sambro 2003 3.653,88
San Benedetto Val di Sambro 2004 2.596,76
San Benedetto Val di Sambro 2005 4.357,20
San Benedetto Val di Sambro 2006 4.375,42
San Benedetto Val di Sambro 2007 4.295,98
San Benedetto Val di Sambro 2008 3.336,38
San Benedetto Val di Sambro 2009 3.523,82
San Benedetto Val di Sambro 2010 2.633,98
San Benedetto Val di Sambro 2011 1.843,92
San Giorgio di Piano 1994 16.705,83
San Giorgio di Piano 1995 11.840,80
San Giorgio di Piano 1996 8.746,10
San Giorgio di Piano 1997 12.205,87
San Giorgio di Piano 1998 12.079,99
San Giorgio di Piano 1999 12.080,00
San Giorgio di Piano 2000 12.080,00
San Giorgio di Piano 2001 16.249,28
San Giorgio di Piano 2002 19.245,80
San Giorgio di Piano 2003 40.444,41
San Giorgio di Piano 2004 41.868,64
San Giorgio di Piano 2005 34.042,10
San Giorgio di Piano 2006 30.998,51
San Giorgio di Piano 2007 15.700,70
San Giorgio di Piano 2008 10.244,53
San Giorgio di Piano 2009 15.041,99
San Giorgio di Piano 2010 16.889,86
San Giorgio di Piano 2011 9.454,36
San Lazzaro di Savena 1997 78.955,98
San Lazzaro di Savena 1998 65.759,99
San Lazzaro di Savena 1999 84.571,18
San Lazzaro di Savena 2000 91.429,61
San Lazzaro di Savena 2001 75.751,20
San Lazzaro di Savena 2002 97.238,12
San Lazzaro di Savena 2003 111.217,82
San Lazzaro di Savena 2004 72.802,03
San Lazzaro di Savena 2005 80.486,22
San Lazzaro di Savena 2006 60.343,56
San Lazzaro di Savena 2007 55.986,36
San Lazzaro di Savena 2008 71.197,67
San Lazzaro di Savena 2009 50.877,18
San Lazzaro di Savena 2010 46.786,88
San Pietro in Casale 2005 32.500,00
San Pietro in Casale 2007 19.965,87
San Pietro in Casale 2008 12.585,20
San Pietro in Casale 2009 11.815,00
San Pietro in Casale 2010 7.007,70
Sant’Agata Bolognese 1994 6.911,32
Sant’Agata Bolognese 1995 6.911,32
Sant’Agata Bolognese 1996 6.911,33
Sant’Agata Bolognese 1997 13.659,86
Sant’Agata Bolognese 1998 13.659,87
Sant’Agata Bolognese 1999 21.831,12
Sant’Agata Bolognese 2000 8.171,26
Sant’Agata Bolognese 2001 8.882,44
Sant’Agata Bolognese 2002 11.839,91
Sant’Agata Bolognese 2003 21.602,25
Sant’Agata Bolognese 2004 15.677,21
Sant’Agata Bolognese 2005 17.768,90
Sant’Agata Bolognese 2006 9.619,42
Sant’Agata Bolognese 2007 12.200,18
Sant’Agata Bolognese 2008 6.461,59
Sant’Agata Bolognese 2009 9.482,80
Sant’Agata Bolognese 2010 3.363,49
Sant’Agata Bolognese 2011 5.833,91
Zola Predosa 2000 43.060,26
Zola Predosa 2001 33.168,15
Zola Predosa 2002 51.303,52
Zola Predosa 2003 67.315,19
Zola Predosa 2004 64.239,37
Zola Predosa 2005 71.245,26
Zola Predosa 2006 75.071,46
Zola Predosa 2007 88.776,54
Zola Predosa 2008 26.804,47
Zola Predosa 2009 24.464,20
Zola Predosa 2010 20.705,15
TOTALI 12.470.771,57

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Crevalcore: quei 300mila euro all’edilizia di culto, “doni preziosissimi” e bizzarre fatture giustificative

13 Dicembre 2012

Venne anche il papa a visitare le zone colpite dal terremoto. Una passarella mediatica che causò disagi alle attività di assistenza e che fece notizia per l’annuncio del dono di mezzo milione di euro da parte del papa (destinato, si badi, alle sue diocesi).
Di doni parlò anche il cardinal Caffarra, in una lettera alle vittime del terremoto: “Ci state facendo in questi giorni un dono preziosissimo: il dono della vostra sofferenza, la quale nella visione cristiana è la linfa della vita della Chiesa”. Immaginiamo che chi soffre avrebbe tolto volentieri tale linfa alla religione del cardinale.

Nei giorni scorsi abbiamo ricordato che oltre 15 milioni di “linfa” sono arrivati alla Chiesa grazie al commissario Vasco Errani, che li ha sottratti dai fondi urgenti per la ricostruzione. E altra “linfa” arrivava anche dai singoli comuni, anche da quelli colpiti dal terremoto.
Prendiamo ad esempio Crevalcore, dove il nostro circolo ha recuperato gli atti relativi alle erogazioni alle chiese per edilizia di culto: dal 1998 al 2010 le parrocchie locali si sono spartite 300.149,18 euro di soldi pubblici, secondo direttive del “tecnico incaricato responsabile per le attrezzature religiose” della Curia Arcivescovile di Bologna, dott. ing. Luigi Soffritti, e del preposto della parrocchia di San Silvestro, don Ivano Griggio.

Scuola elementare G.Lodi - Crevalcore

Scuola elementare G.Lodi - Crevalcore

Se è triste constatare che l’edilizia di culto sia pagata con risorse che i comuni potrebbero interamente destinare all’edilizia scolastica, al verde pubblico e agli asili nido, ci ha proprio stupito leggere gli estremi di alcune fatture giustificative dell’esborso del comune di Crevalcore. Compaiono infatti pagamenti a ditte che trattano la manutenzione di organi (Mascioni), gli arredi sacri (Caloi), il carburante (Eurocap petroli), componenti ad alta tecnologia per lo spettacolo (GMep-Molpass), fotocopiatrici (Nucci Renato) ed anche la ristorazione (eg).
Insomma, a meno di omonimie con ditte di costruzioni, sembra che qualsiasi fattura presentata delle parrocchie di Crevalcore potesse essere rimborsata dai fondi dell’edilizia di culto alimentati dagli oneri di urbanizzazione secondaria.

Ricordiamo che in base alla normativa regionale, i comuni possono variare le percentuali di ripartizione degli oneri di urbanizzazione secondaria e quindi azzerare quella relativa alla voce “edilizia di culto”. Sarebbe un atto doveroso da parte degli amministratori pubblici che spesso si lamentano della scarsità di risorse e sarebbe indispensabile nei comuni colpiti da calamità naturali.

[foto dal sito della Provincia di Bologna]

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Imola: in 12 anni, un milione e mezzo di euro dal Comune alla Curia

25 Aprile 2012
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Accedendo agli atti del Comune di Imola, il circolo UAAR di Bologna ha scoperto che in 12 anni, dal 1999 al 2010, dalle casse comunali imolesi sono usciti € 1.639.166,69 per edilizia di culto.
Più precisamente il Comune di Imola ha versato € 1.551.884,81 alla Curia Vescovile e € 87.281,88 ai Testimoni di Geova.

Per il Comune di Imola dal 7/07/1982 vale un accordo tra gli “Enti Religiosi istituzionalmente competenti”, in base al quale Curia Vescovile e Associazione Cristiana dei Testimoni di Geova si spartiscono annualmente il 7% degli oneri di urbanizzazione secondaria, con la Curia che prende il 94% della torta lasciando il 6% ai Testimoni di Geova.
Gli atti mostrano come il Comune rimborsi alla Curia spese per imprese di costruzioni, elettricisti e idraulici, finanziando con soldi pubblici l’immenso patrimonio immobiliare della Chiesa.

Ricordiamo che è sufficiente una semplice delibera del Consiglio Comunale per azzerare i contributi comunali all’edilizia di culto e per utilizzare tali somme per edilizia scolastica, verde pubblico, parcheggi, impianti sportivi e altre opere di tutti e per tutti.

Maggiori informazioni sugli oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto sono disponibili alla pagina della Campagna oneri UAAR.

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Ferrara: il Comune vuol fa passare i sussidi all’edilizia di culto come “obbligatori per legge”

20 Aprile 2012
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[Pubblichiamo il seguente comunicato Uaar nazionale, che vede il Circolo UAAR di Bologna impegnato domani a Ferrara a dar man forte ai soci della provincia vicina]

La notizia che anche quest’anno il Comune di Ferrara ha “sussidiato” con oltre 100.000 euro il patrimonio edilizio delle chiese ha scatenato proteste da parte dei lettori di estense.com. Al punto che il Comune, tramite la portavoce del sindaco Anna Rosa Fava, è dovuto intervenire con una lettera al direttore della redazione giustificando l’elargizione alla Chiesa in quanto il «provvedimento non è discrezionale ma obbligatorio, pertanto l’amministrazione non può sottrarsi».

Stupisce la disinformazione operata da parte della portavoce del sindaco. Le cose stanno infatti diversamente: il Consiglio comunale è legittimato a variare in qualsiasi momento la percentuale di oneri di urbanizzazione secondaria da destinare all’edilizia di culto, e può quindi azzerarla con semplice deliberazione del Consiglio. La delibera 849/1998 del Consiglio Regionale Emilia Romagna, a cui fa riferimento la portavoce del sindaco, non impone obbligatoriamente che il 7% degli oneri di urbanizzazione secondaria siano destinati alle chiese. Il circolo UAAR di Bologna già nel 2005 acquisì in merito il parere del Servizio Valutazione Compatibilità Urbanistica e Normativa Edilizia della Regione Emilia-Romagna, che confermò che «è facoltà dei Comuni, come indicato al punto 1.4 della citata delibera regionale, modificare le percentuali dalla medesima delibera stabilite, con apposito atto di Consiglio».

È quindi sufficiente una semplice delibera per portare a zero questi sussidi pubblici ad una Chiesa Cattolica super-miliardaria, impiegando tali risorse per le altre destinazioni previste dalla legge, tra cui gli asili nido e l’edilizia scolastica comunali o statali. Per l’amministrazione comunale di Ferrara potrebbe essere illuminante leggere la sentenza del TAR Toscana n° 4082 del 4/10/2004, disponibile alla pagina della campagna Oneri. Il Comune di Civitavella Val di Chiana (AR) decise di azzerare gli oneri per l’edilizia di culto e vinse il ricorso presentato dalla Diocesi. E la legislazione regionale toscana è analoga a quella dell’Emilia Romagna.

Rispetto all’ineluttabile “obbligatorietà per legge” prospettata dal Comune di Ferrara i fatti sono altri: chi governa Ferrara fa la precisa scelta politica di “sussidiare” la Chiesa Cattolica, il più grande immobiliarista del mercato, togliendo risorse all’edilizia scolastica e ai nidi, e per far fronte alle proteste dei cittadini tenta di far ricadere la colpa su altri.

Per per sensibilizzare cittadini ed elettori, per portare l’amministrazione comunale a operare scelte laiche e civili, l’UAAR organizza domani, sabato 21 aprile, dalle 10:30 alle 18, un tavolo informativo in piazza Trento e Trieste, a Ferrara. I soci ferraresi, in collaborazione con il circolo UAAR di Bologna, metteranno a disposizione la documentazione sugli oneri di urbanizzazione secondaria per l’edilizia di culto, oltre a volantini e altro materiale informativo della campagna OcchioPerMille.

Roberto Grendene, responsabile campagne Uaar

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Stop sussidi pubblici a Curia super-miliardaria

1 Aprile 2012
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È notizia di oggi che la Curia di Bologna ha ereditato 1,7 miliardi di euro oltre alla FAAC, azienda che fattura 200 milioni di euro l’anno.

Miliardi che piovono su una organizzazione già ricchissima (si veda l’inchiesta di Repubblica del 2010) che può però permettersi da un lato di non pubblicare bilanci e rendiconti verificabili e dall’altro di batter cassa e ottenere sussidi pubblici dalle istituzioni della Repubblica.

Il circolo UAAR di Bologna si rivolge ai quartieri, al Comune, alla Provincia di Bologna affinché interrompano immediatamente qualsiasi finanziamento pubblico alla Curia e agli enti ad essa collegati. È inaccettabile versare i soldi delle tasse dei cittadini ad una organizzazione già ricchissima e che ora diventa super-miliardaria, e farlo in nome del principio equivoco della sussidiarietà si dimostra sempre più una beffa.

In particolare chiediamo che il Comune di Bologna azzeri da subito i finanziamenti all’edilizia di culto e alle scuole private cattolicamente orientate, destinando tali fondi ai nidi, all’edilizia scolastica e alle scuole paritarie comunali. La Curia di Bologna ha incredibili risorse economiche per sostenere i suoi progetti e tutelare il suo sterminato patrimonio immobiliare: non è davvero più il caso di “sussidiarla”.

Denunciamo anche lo sperpero di denaro pubblico operato dalla Regione Emilia Romagna, che spende oltre 2 milioni di euro l’anno per retribuire “assistenti religiosi” che, nominati dai vescovi, circolano tra le corsie ospedaliere sembrando volontari. Chiediamo che la Regione assuma infermieri e medici al posto di preti, suore o assistenti religiosi cattolici, i quali debbono e palesemente possono essere sostenuti solo dalle offerte dei fedeli e dalle casse della Curia.

Il circolo UAAR di Bologna

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San Lazzaro di Savena: più di un milione di euro per l’edilizia di culto

29 Dicembre 2011
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Abbiamo effettuato l’accesso agli atti al Comune di San Lazzaro di Savena alla ricerca di finanziamenti pubblici all’edilizia di culto.

In base ai dati raccolti è emerso che, dal 1997 al 2010, dalle casse comunali sono usciti 1.043.403,80 euro, consegnati a don Domenico Nucci in quanto “incaricato a rappresentare gli Enti Religiosi operanti nel Comune di San Lazzaro di Savena, in virtù di comunicazione dell’Ordinario Diocesano prot. n. 3176 del 23 marzo 1979”.

Una fetta di questa torta milionaria don Nucci l’ha consegnata ai Testimoni di Geova, fetta che secondo i nostri calcoli vale 169.308,88 euro (per gli anni 1998, 2009, 2010 abbiamo ipotizzato una ripartizione del 18%, come documentato per tutti gli anni dal 1999 al 2008)

Ricordiamo che è sufficiente una semplice delibera del Consiglio Comunale per azzerare gli arcaici contributi comunali all’edilizia di culto, scelta che permetterebbe di utilizzare tali somme per edilizia scolastica, verde pubblico, parcheggi, impianti sportivi e altre opere di tutti e per tutti.

Sul sito del Comune di San Lazzaro di Savena sono visionabili le delibere di finanziamento dell’edilizia di culto a partire dall’anno di competenza 2005.

Maggiori informazioni sugli oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto sono disponibili alla pagina della Campagna oneri UAAR.

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L’assessore alla casa non implori la Curia: tagli subito i finanziamenti comunali all’edilizia di culto

12 Dicembre 2011
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12/12/2011 COMUNICATO STAMPA del Circolo UAAR di Bologna

L’assessore alla casa non implori la Curia: tagli subito i finanziamenti comunali all’edilizia di culto

Il Circolo UAAR di Bologna commenta le dichiarazioni dell’assessore Malagoli e dell’economo dell’Arcidiocesi monsignor Gian Luigi Nuvoli in merito ai fondi pubblici e alle esenzioni di cui gode la Chiesa

L’assessore Malagoli ha rivolto un appello quasi supplichevole all’Arcidiocesi affinché faccia la sua parte per fronteggiare la crisi.
La risposta di monsignor Nuvoli, economo della Curia, è stato uno stizzito rifiuto, sostenendo che vincono sempre loro perché sono dalla parte di Dio.

«Il Comune di Bologna chiede la carità al più grande immobiliarista sul mercato, ma finanzia spontaneamente il patrimonio dell’Arcidiocesi con circa mezzo milione di euro l’anno» afferma Roberto Grendene, portavoce del Circolo UAAR di Bologna. «Come ha fatto mons. Nuvoli, anche noi invitiamo l’assessore Malagoli a lavorare invece di implorare: cominci con l’azzerare la quota di oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto». Per farlo, basta una delibera, come specificato nella petizione che l’UAAR ha depositato da tempo all’ufficio protocollo del Comune e che forse l’assessore Malagoli non ha ancora visionato. Il Circolo UAAR di Bologna è disponibile ad incontrare l’assessore per illustrargliela.

Lascia esterrefatti l’affermazione di monsignor Nuvoli riguardo ai duemila anni di storia durante i quali il Signore avrebbe dato sempre ragione alla Chiesa e torto a chi la pensa diversamente.
«La rievocazione dei duemila anni di  ‘ragione’ imposta con la violenza e giustificata dall’essere dalla parte di Dio dovrebbe far riflettere la nostra Giunta sulla strategia della malsana sussidiarietà che ha intrapreso: quali messaggi diseducativi vengono trasmessi nelle scuole private controllate dalla Curia e ‘sussidiate’ da Comune, Regione, Stato?».

«Nessuno ha mai proposto di tassare le mense dei poveri: è di dubbio gusto farsi scudo della carità fatta con i soldi pubblici per avere un lasciapassare su mille altre attività».
I costi pubblici della Chiesa non si limitano all’ICI non pagata sugli edifici adibiti anche se non interamente ad attività commerciali o sulle abitazioni dei sacerdoti (considerate pertinenze degli edifici di culto pur essendo abitazioni a tutti gli effetti).
L’UAAR ha lanciato da pochi giorni la prima inchiesta online sull’impatto che i contributi erogati e i privilegi di cui dispone la Chiesa cattolica hanno sulle casse pubbliche: in via prudenziale è di 6.086.565.703 euro l’anno.
Tutti i dettagli nel sito icostidellachiesa.it

Il Circolo UAAR di Bologna

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La “campagna oneri” è una indagine nazionale UAAR sugli oneri di urbanizzazione secondaria che i comuni italiani utilizzano per l’edilizia di culto. Dettagli e banca dati reperibili su:
http://www.uaar.it/uaar/campagne/oneri/
Per Bologna essa mostra come la Curia e in misura marginale altre confessioni religiose abbiano ricevuto circa 6 milioni di euro di fondi pubblici comunali in dieci anni, dal 2000 al 2009.

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