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I soldi di tutti alla scuola di tutti. Bologna getta le basi per un futuro laico e civile.

26 Maggio 2013

Ci hanno provato in tutti i modi.
Con il sindaco, che prima snobba poi scende in campo vigorosamente contro i referendari, che nega l’election day e che decide che la consultazione avvenga tra mille difficoltà.
Con il PD, che impegna la sua capillare struttura cittadina come non avviene neppure quando nelle urne deve affrontare i suoi avversari politici.
Con PDL e Lega Nord, i presunti avversari politici, indistinguibili dal PD nelle parole, nei toni e nelle argomentazioni.
Con ministri del governo delle ‘larghe intese’, quali il sussidiarista ciellino Maurizio Lupi (PDL), ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, e Maria Chiara Carrozza (PD), ministro dell’Istruzione.
E naturalmente con la Curia, che con i moniti del ciellino card. Caffarra e del capo dei vescovi card. Bagnasco, mobilita le parrocchie ma soprattutto ‘benedice’ politici e forze politiche che sostengono il finanziamento pubblico alle proprie scuole.
Uno schieramento che sulla carta rappresenta la schiacciante maggioranza dell’elettorato.

Ci hanno provato, ma non ce l’hanno fatta.
Alle urne, aperte per una sola giornata in pochi e spesso difficilmente raggiungibili seggi, si sono recati 85.934 bolognesi, il 28,71% degli aventi diritto. A favore della scelta A, quella di usare i fondi comunali per la scuola pubblica e non per le paritarie private, si è espresso quasi il 60% degli elettori. Una netta maggioranza, che ha detto chiaramente al Comune di non rispondere più “sei escluso” a nessun bambino che bussa alla porta della scuola pubblica, di non costringere più nessuna famiglia a iscrivere il proprio figlio o la propria figlia a una scuola privata paritaria monopolizzata dalla Chiesa.

Il circolo Uaar di Bologna festeggia questa giornata assieme agli altri promotori del referendum, e i suoi attivisti festeggiano assieme alle altre  persone che hanno impiegato le proprie risorse e le proprie energie all’interno del Comitato Articolo 33.

Il ringraziamento più grande va ai cittadini bolognesi che si sono espressi affinché i soldi di tutti vadano alla scuola di tutti.
La scuola è il fondamento di un paese. Se la scuola è laica, civile e solidale lo saranno anche i futuri cittadini. Lo sarà l’intero paese.


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Un bacio appassionato (alla scuola pubblica)

15 Maggio 2013
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Il circolo Uaar di Bologna sceglie una storia d’amore per promuovere la scelta A nel voto del 26 maggio, al referendum che tremare il mondo (clericale) fa.

UN BACIO APPASSIONATO (alla scuola pubblica)
Proiezione laica e gratuita – come la scuola di tutti – del film di Ken Loach, offerta dal Circolo UAAR di Bologna

Mercoledì 22 maggio 2013 – Cinema Nosadella, Via Ludovico Berti 2/7
Doppia proiezione: ore 20.00 e ore 22.00
[evento facebook]

Per entrare gratuitamente, stampare e presentare all’ingresso questo invito

Invito per Un bacio appassionato (alla scuola pubblica)

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Elezioni amministrative 26-27 maggio 2013 Imola. Le questioni laiche.

13 Maggio 2013
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In vista delle Elezioni Amministrative previste per domenica 26 e lunedì 27 maggio, poniamo ai candidati a Sindaco di Imola alcune “questioni laiche”, chiedendo ad ognuno di loro di esprimere pareri e relative motivazioni riguardo a proposte programmatiche.

Invitiamo quindi i candidati a Sindaco della città alla consegna dei propri “pareri” presso il banchetto UAAR che sarà allestito Sabato 18 Aprile dalle Ore 8:30 fino alle 13, all’angolo tra la via 20 Settembre e via Emilia Ovest.

Egregio Candidato Sindaco,

L’UAAR, Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, è una associazione di promozione sociale iscritta nel registro nazionale. Abbiamo come scopi statutari la difesa dei diritti civili dei cittadini atei e agnostici, l’affermazione concreta della laicità, la promozione di concezioni del mondo razionali e non religiose. Siamo completamente indipendenti da forze politiche o da gruppi di pressione di qualsiasi genere.
In qualità di delevato di Imola le chiedo di esprimere un parere riguardo a queste proposte programmatiche:

1) Piano decennale Strutturato finalizzato ad eliminare il contributo pubblico annuale erogato attraverso l’albo beneficiari che viene destinato
attualmente dal comune alle scuole private paritarie.

2) Eliminazione del contributo pari pari al 7% degli oneri di urbanizzazione destinato all’edilizia di culto, attraverso una delibera del comune secondo quanto disposto dalla delibera regionale 848/98 (art 1.4). Indicare in caso di adesione al punto 2) la nuova destinazione del contributo
stesso.

3) Istituzione del registro delle unioni civili ed impegno affinché i benefici riconosciuti da norme comunali alle coppie coniugate siano attribuiti anche agli iscritti nel Registro delle Unioni Civili, per quanto compatibili, previa modifica delle norme comunali stesse.

4) Possibilità per le coppie di unirsi ufficialmente anche fuori dagli edifici pubblici, in luoghi di proprio gradimento.

5) Disponibilità, sul territorio comunale, di luoghi solenni e tempi consoni per la celebrazione di matrimoni e unioni civili, di strutture per la cremazione, di sale del commiato.

6) Uffici Pubblici, Scuole e Nidi: Divieto di svolgervi atti di culto, visite pastorali o altre attività di proselitismo. Monitoraggio e controllo
dell’effettivo svolgimento nelle scuole comunali dell’Ora Alternativa a quella di religione.

7) Sostegno del comune alle manifestazioni per le battaglie sui diritti civili e sulle battaglie laiche, da subito, sostegno alla raccolta di firme per l’eutanasia legale.

8 ) Introduzione di politiche che comincino seriamente a considerare i bambini come individui. Attuazione immediata di politiche che accelerino il raggiungimento dell’indipendenza da parte dei giovani.

Cordialmente
Roberto Vuilleumier
Delegato UAAR Imola e Castel San Pietro

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Sbattezzo party

8 Maggio 2013

Cambiare religione, o non averne più una, è un diritto dell’uomo, riconosciuto da dichiarazioni e convenzioni internazionali: e lo sbattezzo altro non è che la traduzione giuridica, nel contesto italiano, di questo elementare diritto.
E visto che esercitare un diritto può essere anche motivo di festa, il Circolo Uaar di Bologna, presenta:

SBATTEZZO PARTY – Incontro per usciti e uscenti dal gregge.
Venerdì 17 maggio 2013, ore 21.00 – ℅ Spazio indue, Vicolo Broglio 1/F – Bologna [mappa]

Sbattezzo Party, 17 maggio 2013Non tolleri più l’ingerenza del Vaticano nella tua vita?
Stanco di essere giuridicamente “suddito del vescovo”?
Sei indignata per l’invasione dei ginecologi obiettori?
Ritieni che il pedobattesimo sia lesivo della libertà di scelta?
Sei contrario a regalare alla Chiesa 6 miliardi l’anno di SOLDI PUBBLICI?

Il tuo battesimo rappresenta la tua “iscrizione” ufficiale alla Chiesa cattolica, anche se non ti rappresenta, e ti vincola alla “sottomissione alle gerarchie ecclesiastiche”. Non continuare a sostenere la Chiesa, contribuisci a rendere il nostro paese più laico e più civile: esci dal gregge!

Se non credo nei dogmi della Chiesa cattolica, perché ci resto iscritt*?!?
Vieni al party a sbattezzarti!

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Scuole dell’infanzia comunali: a Bologna il 40% non fa religione cattolica

5 Maggio 2013
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A livello nazionale sempre meno studenti frequentano l’insegnamento della religione cattolica (IRC). Un insegnamento che, per legge, è «impartito in conformità della dottrina della Chiesa», da docenti scelti dal vescovo ma pagati dai contribuenti. I dati più aggiornati, che incredibilmente non sono forniti al Miur ma dalla CEI, mostrano che la frequenza dell’IRC nelle scuole italiane è scesa sotto il 90% (rimane al 91,5% nelle scuole dell’infanzia). Qual è invece la situazione a Bologna?

Dai dati forniti dall’Amministrazione per l’anno scolastico 2011/12, nelle scuole dell’infanzia comunali di Bologna l’adesione all’IRC è ben inferiore alla media nazionale: circa il 40% delle famiglie sottrae i propri bambini all’IRC. Quasi 5 volte il dato nazionale, che si attesta sull’8,5%.

Sono infatti solo il 61% i bambini che frequentano le ore di Educazione Religiosa Cattolica (il Comune di Bologna ha inventato proprio questa denominazione, con la sigla ERC al posto di IRC). Non mancano differenze significative fra le varie scuole: è la scuola Casaglia ad affermarsi come un esempio concreto di laicità, con solo il 10% di aderenti all’IRC. I numeri si abbassano ancora se spostiamo l’attenzione sugli stranieri: nonostante la loro scelta possa essere principalmente influenzata da contrapposizione religiosa piuttosto che da motivazioni laiche, solo il 52% degli bimbi di famiglie straniere frequenta l’IRC.

Positiva quindi la propensione delle famiglie bolognesi verso le attività alternative e l’educazione laica dei propri figli nelle scuole dell’infanzia comunali. Una scelta che, se imitata a livello nazionale, permetterebbe di trattenere nelle casse dello Stato alcune centinaia di milioni di euro, utilizzabili per affrontare i gravi problemi in cui si trova il nostro paese.

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Sequestro di 22 milioni dal conto in Svizzera dell’Arcidiocesi

24 Aprile 2013
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Nella lite giudiziaria per la miliardaria eredità FAAC, l’Arcidiocesi di Bologna era stata costretta dal giudice a mettere a disposizione 36,5 milioni di euro che mancavano all’appello. Viene ora alla luce un altro altarino: ben 22 milioni di euro di queste “risorse mancanti”, messe adesso sotto sequestro, erano stati depositati in un conto svizzero. Non solo: l’organizzazione del card. Caffarra aveva provveduto a cambiare — chissà perché — l’intestazione del conto.

Stiamo parlando della stessa organizzazione che pretende dal Comune il 30% della torta per le scuole materne cattoliche, che riceve sempre dal Comune mezzo milione di euro l’anno per il proprio patrimonio immobiliare, che riceve dallo Stato “mance” da 330mila euro e che, su scala nazionale, beneficia di oltre 6 miliardi di finanziamenti pubblici all’anno.

Sarebbe il caso che il sindaco di Bologna commentasse questa fitta e inarrestabile pioggia di denaro pubblico nelle casse di un ente stra-ricco che sfugge a controlli patrimoniali e finanziari. I fatti mostrano da un lato un bilancio comunale sempre più magro e una lista d’attesa per la scuola pubblica e laica. Dall’altro una Arcidiocesi che continua a battere cassa per le proprie scuole private, nonostante abbia conti in Svizzera a cui cambia ‘provvidenzialmente’ l’intestazione.
Con quali motivazioni (e con che coraggio) il sindaco di Bologna continuerà sostenere la scelta sussidiarista di stampo ciellino al referendum del 26 maggio?

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Castiglione: la Curia sfratta i bambini della scuola media

14 Aprile 2013
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A Lagaro, frazione di Castiglione dei Pepoli, la Curia affittava al Comune per 11mila euro l’anno un edificio adibito a scuola media per cinquanta bambini. Il proprietario, presunto ente benefico senza scopo di lucro, ha voluto però raddoppiare il lucro. Il comune si è rifiutato di pagare 22mila euro l’anno, iniziando a pagarne 13mila come da valutazione tecnica del prezzo di mercato. Ma puntualmente è arrivato lo sfratto, che sarà esecutivo dal 1° luglio 2013.

Ne ha dato notizia Repubblica, riportando la reazione infuriata dei genitori che arrivano contestare pubblicamente il card. Caffarra: “Non possono sbattere per strada così tanti bambini, soprattutto perché l’edificio è stato donato alla Chiesa proprio per costruirci una scuola”. Da parte sua, il sindaco di Castiglione, Daniela Aureli avrebbe dichiarato: “Ci devono dare più tempo, non hanno nessuna urgenza. Noi abbiamo anche detto che siamo disposti a comprare l’edificio, fare i lavori oppure a pagare 16mila euro di affitto rispetto ai 13mila attuali. Ma per ora niente”.

Non ci stupiscono le pretese di una Chiesa che cura i suoi interessi finanziari. A maggior ragione se si pensa che la Chiesa è il più grande proprietario immobiliare del nostro paese, e che controlla o possiede direttamente la maggioranza delle scuole private. Per quale ragione dovrebbe agevolare la scuola della Repubblica, quando vuole invece espandere le proprie scuole rivendicando per esse sempre maggiori sussidi pubblici?

Ci stupiscono semmai le reazioni meravigliate del sindaco o di tanti genitori, i quali per protesta non mandano più i bambini a catechismo a Lagaro ma li mandano a Castiglione (potrebbe essere più efficace una richiesta in massa dell’ora alternativa). La realtà è che dal 1° di luglio cinquanta bambini saranno senza scuola: la Curia potrà “generosamente” salvarli accettando un cospicuo aumento del canone, o potrà legittimamente lasciarli per strada realizzando nell’edificio una scuola privata, un albergo o anche tenendolo sfitto (le risorse finanziarie non le mancano).

C’è da chiedersi fino a che punto si è spinta l’ingenuità del sindaco. Con un affitto di almeno 13mila euro da pagare ogni anno alla Curia, e con il dovere di costruire una scuola di proprietà comunale per non sottostare ai ricatti del proprietario, avrà deciso di non erogare contributi all’edilizia di culto accantonandoli invece per l’edilizia scolastica?
Castiglione appartiene ai comuni meno trasparenti dell’indagine del nostro circolo sugli oneri di urbanizzazione secondaria (OnUS) per edilizia di culto: la nostra richiesta di accesso agli atti è stata inviata 16 dicembre scorso, ma il comune non ci ha mai risposto. Per questo ieri abbiamo inviato il seguente sollecito all’ufficio protocollo, mettendo per conoscenza il sindaco e gli uffici dei servizi scolastici e sociali.

13 aprile 2013

Al Comune di Castiglione dei Pepoli

OGGETTO:
Richiesta accesso atti: Oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto e Albo beneficiari

Il 16 dicembre scorso inviammo la seguente richiesta di accesso ad atti che peraltro dovrebbero essere pubblici.
Oltre la metà dei comuni contattati nella provincia di Bologna ci ha risposto (vedere inchiesta). Castiglione dei Pepoli risulta ad oggi nella lista dei comuni meno trasparenti.
Ipotizzando che la mail possa non esservi giunta per problemi telematici, con la presente rinnoviamo la richiesta.

In relazione alle notizie sullo sfratto della Curia ai danni dei ragazzi che frequentano la scuola media a Lagaro, le informazioni richieste risultano particolarmente importanti per la cittadinanza.
In base alla legge 383/2000, alla nostra associazione, in qualità di associazione di promozione sociale iscritta al registro nazionale presso in ministero della Solidarietà sociale, è riconosciuto il diritto di accesso ai documenti amministrativi in oggetto (art. 22 legge 7 agosto 1990, n. 241).

Certi di un rapido riscontro, porgiamo distinti saluti.

Circolo Uaar di Bologna

16 dicembre 2012

Al Comune di Castiglione dei Pepoli

OGGETTO: Richiesta di accesso agli atti relativi a Oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto e agli Albi dei beneficiari

Si richiede di avere su supporto digitale (in allegato via posta elettronica) copia di tutti gli atti relativi alle erogazioni di oneri di urbanizzazione secondaria per edilizia di culto a partire dall’anno 2005.

Nel caso tali erogazioni non fossero avvenute, come consentito dalla legge regionale e dall’autonomia finanziaria di entrata e di spesa (art. 119 Cost.), se ne chiede conferma e si chiede copia dell’eventuale delibera del Consiglio comunale che ne ha disposto l’azzeramento.

Se gli atti in questione fossero reperibili online, vi chiediamo cortesemente di fornirci i link o le istruzioni per accedervi.

Infine, dato che il DPR 7 aprile 2000, n. 118 prevede che i Comuni pubblichino un “Albo dei beneficiari di provvidenze di natura economica” e di esso assicurino “la massima facilita’ di accesso e pubblicità”, si chiede l’accesso a tali albi per tutti gli anni per i quali sono stati pubblicati, sempre tramite link in rete oppure tramite allegato via posta elettronica.

Si ricorda che l’UAAR è APS iscritta al nr,. 141 nel Registro Nazionale (DL Min. Solidarietà Sociale nr. 155/2007) e come tale legittimata alla richiesta in oggetto.

Cordiali saluti.
Circolo Uaar di Bologna

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12 milioni di fondi pubblici all’edilizia di culto: ricerca su 53 comuni della provincia di Bologna

12 Aprile 2013
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Pur lamentandosi con sempre maggiore insistenza della carenza di risorse, i Comuni perseverano nella distribuzione di fondi pubblici per l’edilizia di culto. È questo il risultato di una inchiesta condotta dal circolo Uaar di Bologna, che ha visto la collaborazione di Marco Antonioli nell’ambito di un tirocinio universitario.

Potrà stupire chi non ne ha mai sentito parlare, ma la delibera 849/1998 del Consiglio Regionale Emilia Romagna indica nel 7% degli Oneri di Urbanizzazione Secondaria (OnUS) la somma che annualmente i comuni possono destinare alle religioni per “chiese e altri edifici per servizi religiosi”. Si badi, la stessa delibera specifica che l’esborso vale “salvo diversa percentuale stabilita con deliberazione del Consiglio comunale”: dietro al finanziamento pubblico del patrimonio immobiliare della Chiesa c’è quindi solo una precisa volontà politica.

Inchiesta OnUS per edilizia di culto in provincia di BolognaMa veniamo ai risultati dell’inchiesta. Sono stati contattati 53 comuni della provincia di Bologna, escludendo quelli già analizzati in precedenza — Bologna, Casalecchio di Reno, Imola, San Lazzaro, Zola Predosa — e quelli non raggiungibili per problemi sul loro sito istituzionale. È stato chiesto di fornire, per semplice via telematica, copia di tutti gli atti relativi alle erogazioni di OnUS per edilizia di culto a partire dall’anno 2005.
Nonostante la risposta alla richiesta di accesso agli atti fosse dovuta per motivi di trasparenza nell’amministrazione del denaro pubblico e per motivi giuridici — l’Uaar ne ha diritto in quanto associazione di promozione sociale iscritta al registro nazionale — ben 26 comuni (il 49%) non hanno risposto nemmeno risposto. Tra chi ha risposto, alcune volte è stato necessario rinnovare la richiesta o superare ostacoli, come nel caso del comune di Granarolo, che ha preteso il pagamento di 54 € (per l’invio di una mail con dati che in un paese civile dovrebbero essere liberamente disponibili). In altri casi, come per il comune di Dozza, ci è stato risposto che la richiesta non “era accoglibile” ai sensi dell’art. 22 della Legge 241/90; è stato quindi fatto notare che la stessa legge all’art.26 specifica che “alle associazioni di promozione sociale è riconosciuto il diritto di accesso ai documenti amministrativi”: dopo aver dimostrato che la legge era stata citata a sproposito per negare invece un diritto conclamato, dal comune di Dozza non è più arrivato alcun segnale.

Se dal punto di vista della trasparenza amministrativa i comuni della provincia di Bologna lasciano a desiderare, una volta che si riesce a mettere le mani sugli atti va anche peggio. Non una delle 21 amministrazioni comunali che ci ha inviato la documentazione ha deliberato l’azzeramento del finanziamento pubblico all’edizilia di culto: crisi o non crisi, in tutti casi è stata fatta la scelta ideologica di continuare a sussidiare il più grande immobiliarista sul mercato, la Curia Arcivescovile.

Nella seguente tabella riportiamo i dati riassuntivi dell’inchiesta, che si vanno ad aggiungere alle indagini già svolte in passato dal circolo Uaar di Bologna. Il totale dei finanziamenti pubblici all’edilizia di culto finora documentati arriva alla cifra record di 12.470.771,57 € per la sola provincia bolognese. Ulteriori informazione e in particolare la banca nazionale sugli OnUS è disponibile alla pagina della Campagna Oneri Uaar.

COMUNE ANNO OnUS PER EDILIZIA DI CULTO
Anzola dell’Emilia 2004 14.667,96
Anzola dell’Emilia 2005 11.803,89
Anzola dell’Emilia 2006 9.540,56
Anzola dell’Emilia 2007 9.811,08
Anzola dell’Emilia 2008 19.965,76
Anzola dell’Emilia 2009 22.418,19
Anzola dell’Emilia 2010 30.724,89
Anzola dell’Emilia 2011 19.681,30
Argelato 2005 19.987,77
Argelato 2006 15.549,83
Argelato 2007 19.652,64
Argelato 2008 12.123,70
Argelato 2009 10.000,00
Argelato 2010 12.000,00
Argelato 2011 10.000,00
Bazzano 2005 6.926,61
Bazzano 2006 7.460,57
Bazzano 2007 10.067,07
Bazzano 2008 7.914,67
Bazzano 2009 2.563,86
Bazzano 2010 2.850,52
Bazzano 2011 4.382,20
Bologna 2000 522.137,93
Bologna 2001 600.122,92
Bologna 2002 679.242,00
Bologna 2003 736.790,00
Bologna 2004 798.970,00
Bologna 2005 786.652,00
Bologna 2006 567.431,00
Bologna 2007 539.731,00
Bologna 2008 366.603,00
Bologna 2009 344.154,00
Bologna 2010 379.731,00
Budrio 2004 32.339,52
Budrio 2005 64.165,77
Budrio 2006 87.308,00
Budrio 2007 67.416,00
Budrio 2008 34.094,00
Budrio 2009 26.263,52
Budrio 2010 21.648,40
Budrio 2011 34.566,36
Casalecchio di Reno 2001 23.672,30
Casalecchio di Reno 2002 51.245,36
Casalecchio di Reno 2003 22.786,00
Casalecchio di Reno 2004 41.977,00
Casalecchio di Reno 2005 31.415,00
Castel Guelfo di Bologna 2005 17.893,74
Castel Guelfo di Bologna 2006 10.819,74
Castel Guelfo di Bologna 2007 17.053,24
Castel Guelfo di Bologna 2008 13.129,51
Castel Guelfo di Bologna 2009 4.569,07
Castel Guelfo di Bologna 2010 3.532,91
Castel Guelfo di Bologna 2011 2.804,92
Castello di Serravalle 2005 7.134,23
Castello di Serravalle 2006 10.601,28
Castello di Serravalle 2007 5.515,88
Castello di Serravalle 2008 3.276,62
Castello di Serravalle 2009 5.415,59
Castello di Serravalle 2010 1.646,26
Crevalcore 1998 14.259,86
Crevalcore 1999 21.367,56
Crevalcore 2000 18.452,33
Crevalcore 2001 25.722,85
Crevalcore 2002 26.224,49
Crevalcore 2003 26.625,58
Crevalcore 2004 31.298,13
Crevalcore 2005 32.977,44
Crevalcore 2006 28.133,67
Crevalcore 2007 18.395,00
Crevalcore 2008 16.586,47
Crevalcore 2009 26.733,86
Crevalcore 2010 12.587,10
Imola 1999 149.303,54
Imola 2000 116.696,72
Imola 2001 90.993,13
Imola 2002 111.666,54
Imola 2003 159.025,41
Imola 2004 148.167,64
Imola 2005 196.351,74
Imola 2006 184.468,52
Imola 2007 145.231,80
Imola 2008 133.636,92
Imola 2009 112.051,83
Imola 2010 91.572,90
Loiano 2004 3.940,38
Loiano 2005 6.924,29
Loiano 2006 6.351,36
Loiano 2007 5.715,23
Loiano 2008 8.156,98
Loiano 2009 6.243,61
Loiano 2010 5.903,22
Loiano 2011 1.490,24
Loiano 2012 235,91
Marzabotto 2004 2.911,00
Marzabotto 2005 4.753,55
Marzabotto 2006 4.817,53
Marzabotto 2007 5.484,63
Marzabotto 2008 6.467,58
Marzabotto 2009 1.341,97
Marzabotto 2010 222,36
Marzabotto 2011 638,00
Medicina 2000 34.104,38
Medicina 2001 28.519,81
Medicina 2002 26.990,09
Medicina 2003 30.252,71
Medicina 2004 33.165,11
Medicina 2005 30.730,22
Medicina 2006 35.079,78
Medicina 2007 45.116,83
Medicina 2008 27.404,23
Medicina 2009 17.147,45
Medicina 2010 13.651,11
Medicina 2011 9.686,71
Molinella 2004 23.772,28
Molinella 2005 23.521,87
Molinella 2006 18.331,95
Molinella 2007 13.074,50
Molinella 2008 15.375,10
Molinella 2009 15.687,31
Molinella 2010 7.959,53
Molinella 2011 6.679,08
Monteveglio 2007 3.597,57
Monteveglio 2008 5.115,23
Monteveglio 2010 1.346,00
Mordano 2003 3.231,17
Mordano 2004 3.298,69
Mordano 2005 3.230,33
Mordano 2006 2.140,84
Mordano 2007 3.094,34
Mordano 2008 1.556,51
Mordano 2009 754,05
Ozzano dell’Emilia 2000 15.412,76
Ozzano dell’Emilia 2001 51.749,72
Ozzano dell’Emilia 2002 13.600,00
Ozzano dell’Emilia 2003 30.429,91
Ozzano dell’Emilia 2004 61.650,00
Ozzano dell’Emilia 2005 47.533,22
Ozzano dell’Emilia 2006 50.000,00
Ozzano dell’Emilia 2007 36.642,64
Ozzano dell’Emilia 2008 64.000,00
Ozzano dell’Emilia 2009 34.392,88
Pianoro 2004 43.177,37
Pianoro 2006 23.735,85
San Benedetto Val di Sambro 2003 3.653,88
San Benedetto Val di Sambro 2004 2.596,76
San Benedetto Val di Sambro 2005 4.357,20
San Benedetto Val di Sambro 2006 4.375,42
San Benedetto Val di Sambro 2007 4.295,98
San Benedetto Val di Sambro 2008 3.336,38
San Benedetto Val di Sambro 2009 3.523,82
San Benedetto Val di Sambro 2010 2.633,98
San Benedetto Val di Sambro 2011 1.843,92
San Giorgio di Piano 1994 16.705,83
San Giorgio di Piano 1995 11.840,80
San Giorgio di Piano 1996 8.746,10
San Giorgio di Piano 1997 12.205,87
San Giorgio di Piano 1998 12.079,99
San Giorgio di Piano 1999 12.080,00
San Giorgio di Piano 2000 12.080,00
San Giorgio di Piano 2001 16.249,28
San Giorgio di Piano 2002 19.245,80
San Giorgio di Piano 2003 40.444,41
San Giorgio di Piano 2004 41.868,64
San Giorgio di Piano 2005 34.042,10
San Giorgio di Piano 2006 30.998,51
San Giorgio di Piano 2007 15.700,70
San Giorgio di Piano 2008 10.244,53
San Giorgio di Piano 2009 15.041,99
San Giorgio di Piano 2010 16.889,86
San Giorgio di Piano 2011 9.454,36
San Lazzaro di Savena 1997 78.955,98
San Lazzaro di Savena 1998 65.759,99
San Lazzaro di Savena 1999 84.571,18
San Lazzaro di Savena 2000 91.429,61
San Lazzaro di Savena 2001 75.751,20
San Lazzaro di Savena 2002 97.238,12
San Lazzaro di Savena 2003 111.217,82
San Lazzaro di Savena 2004 72.802,03
San Lazzaro di Savena 2005 80.486,22
San Lazzaro di Savena 2006 60.343,56
San Lazzaro di Savena 2007 55.986,36
San Lazzaro di Savena 2008 71.197,67
San Lazzaro di Savena 2009 50.877,18
San Lazzaro di Savena 2010 46.786,88
San Pietro in Casale 2005 32.500,00
San Pietro in Casale 2007 19.965,87
San Pietro in Casale 2008 12.585,20
San Pietro in Casale 2009 11.815,00
San Pietro in Casale 2010 7.007,70
Sant’Agata Bolognese 1994 6.911,32
Sant’Agata Bolognese 1995 6.911,32
Sant’Agata Bolognese 1996 6.911,33
Sant’Agata Bolognese 1997 13.659,86
Sant’Agata Bolognese 1998 13.659,87
Sant’Agata Bolognese 1999 21.831,12
Sant’Agata Bolognese 2000 8.171,26
Sant’Agata Bolognese 2001 8.882,44
Sant’Agata Bolognese 2002 11.839,91
Sant’Agata Bolognese 2003 21.602,25
Sant’Agata Bolognese 2004 15.677,21
Sant’Agata Bolognese 2005 17.768,90
Sant’Agata Bolognese 2006 9.619,42
Sant’Agata Bolognese 2007 12.200,18
Sant’Agata Bolognese 2008 6.461,59
Sant’Agata Bolognese 2009 9.482,80
Sant’Agata Bolognese 2010 3.363,49
Sant’Agata Bolognese 2011 5.833,91
Zola Predosa 2000 43.060,26
Zola Predosa 2001 33.168,15
Zola Predosa 2002 51.303,52
Zola Predosa 2003 67.315,19
Zola Predosa 2004 64.239,37
Zola Predosa 2005 71.245,26
Zola Predosa 2006 75.071,46
Zola Predosa 2007 88.776,54
Zola Predosa 2008 26.804,47
Zola Predosa 2009 24.464,20
Zola Predosa 2010 20.705,15
TOTALI 12.470.771,57

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Sant’Orsola: assistenti religiosi al posto di infermieri

29 Marzo 2013

Repubblica informa che anche per il 2013 “il policlinico Sant’Orsola ha rinnovato la convenzione annuale di quasi 128mila euro con la diocesi di Bologna“. Soldi pubblici usati per retribuire cinque “assistenti religiosi” scelti dal card. Caffarra, il quale ha firmato per la Curia l’ennesima convenzione tipica del malcostume clericale italiano.

Card Caffarra al Sant'Orsola (archivio Regione)

Card Caffarra al Sant'Orsola (archivio Regione)

Può stupire la cittadinanza venire a sapere che nella Sanità pubblica, anche in periodo di crisi, si assumano preti al posto di infermieri. Ma di certo non soprende l’Uaar. Nell’ambito dell’inchiesta icostidellachiesa la nostra associazione denuncia questo assurdo esborso di denaro pubblico, stimando in 25.000 euro il costo medio di ogni “assistente religioso”. Stima prudenziale, puntualmente confermata dalle cifre pagate dal Sant’Orsola alla Curia per il 2013. Sempre l’Uaar, su L’Ateo 6/2011 (78), pubblicava una panoramica sui costi dell’assistenza religiosa cattolica negli ospedali italiani, regione per regione, nell’articolo di Marco Accorti “I casti costi”.

Tornando al nostro territorio, grazie anche alla documentazione disponibile su Marzaforum sappiamo che nel 2010 le aziende sanitarie dell’Emilia Romagna hanno speso almeno 2.297.049,52 euro per gli “assistenti religiosi” scelti dalla Curia.
È la legge regionale 12/1989 che prevede l’assunzione di questo anacronistico personale nelle aziende sanitarie attraverso intese con autorità religiose (cattoliche). Preti, frati, diaconi o altri religiosi a scelta esclusiva del vescovo vengono così retribuiti come infermieri di 7° livello. La loro presenza tra le corsie, da sempre più cittadini ritenuta fuori luogo (quando non sgradita o invadente), viene comunemente immaginata come svolta per puro volontariato. Ma la realtà è ben diversa: paga il contribuente.

É previsto un “assistente religioso” ogni 200 posti letto. E a loro beneficio si aggiungono ulteriori spese per uffici, luoghi di culto, appartamenti, buoni pasto, parcheggi riservati, servizi di pulizie. Il tutto grava sul bilancio della già dissestata Sanità pubblica.
In un paese civile il denaro pubblico dovrebbe essere usato per l’assistenza psicologica, a beneficio di tutti i pazienti, cattolici e non cattolici, credenti e non credenti. Alle necessità religiose dei ricoverati dovrebbero provvedere le confessioni religiose, con risorse proprie a senza privilegi. Chiediamo alla Regione di rivedere al più presto la legge 12/1989 e di assumere infermieri, medici, psicologi al posto dei religiosi scelti dal card. Caffarra.

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Provincia cattolicista: l’Uaar chiede pari opportunità

19 Marzo 2013
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Dal sito del comune di San Giorgio di Piano: la presidente Draghetti a messa con fascia azzurra della Provincia

La presidente Draghetti a messa con fascia azzurra della Provincia

Domani, mercoledì 20 marzo, a meno di ripensamenti da parte della presidente Beatrice Draghetti, la Provincia di Bologna sarà sotto benedizione: i sacerdoti avranno a disposizione la Sala del Consiglio per atti di culto in orario di lavoro e avranno accesso a tutti gli uffici per i quali un dipendente faccia richiesta di benedizione.

Auspicando che questo malcostume cessi, che le istituzioni della Repubblica si contraddistinguano per un profilo laico e senza connotazioni ideologiche (in particolare quelle religiose personali del presidente di turno), il Circolo Uaar di Bologna ha inviato la seguente comunicazione alla presidente Draghetti, affiché i non cattolici siano trattati come i cattolici.

Bologna, 18 marzo 2013

Alla presidente della Provincia di Bologna, Beatrice Draghetti
e p.c. al vicepresidente, all’assessore alla cultura, ai gruppi consiliari

Oggetto: Benedizioni fuori luogo e pari opportunità per i non cattolici

La presidenza della Provincia di Bologna ha usato anche quest’anno il suo ruolo istituzionale per condizionare in senso cattolicista l’Ente locale che sarebbe tenuta a dirigere in modo laico.
Ci sono infatti giunte nuovamente segnalazioni di una comunicazione inviata a Giunta, Consiglio e a tutte le sedi della Provincia per la partecipazione alla benedizione, organizzata mercoledì 20 marzo in pieno orario di lavoro nelle sedi di via Zamboni e via Benedetto XIV.

Per l’atto di culto verrebbe concessa a un sacerdote la piena disponibilità della Sala del Consiglio oltre alla possibilità di accedere, su richiesta, a tutti gli uffici delle due sedi suddette. La gestione delle richieste per questa attività extralavorativa e strettamente personale sarà a carico della segreteria della presidenza. Non è chiaro se la richiesta dovrà essere sottoscritta da tutti i dipendenti della stanza da sottoporre a benedizione in orario di lavoro, oppure se basterà una sola richiesta per far subire l’atto di culto anche agli altri colleghi.

Rileviamo:

1) La discriminazione verso le altre opzioni filosofiche e spirituali.
Vi sono lavoratori atei, agnostici, di religioni diverse dalla cattolica e ragionevolmente di religione cattolica ma contrari a questi atti di culto fuori luogo, ciascuno con i propri valori, le proprie ricorrenze, le proprie necessità, ma la presidenza privilegia solo l’opzione cattolica.

2) La violazione delle scelte di coscienza, che sono dati sensibili.
Il Tribunale di Strasburgo (sentenza Corte Europea del 21/2/2008) ha ribadito che non si deve mettere un cittadino nella condizione di rivelare il proprio credo o la propria convinzione filosofica non confessionale. Se la partecipazione alla benedizione non è obbligatoria (ci mancherebbe!), è anche vero che si è costretti a rendere manifesta la propria partecipazione o non partecipazione. E il fatto che i comunicati sulla benedizione arrivino dalla presidenza e non ad esempio dal circolo ricreativo aziendale è ulteriore fonte di indebita pressione.

3) Le possibili forme di assenteismo.
Se anche venisse richiesta la “stimbratura”, come è stato fatto per la prima volta l’anno scorso, vi sarebbero lavoratori impiegati nella funzione di accoglienza, controllo, accompagnamento del ministro di culto e suoi assistenti. E nella funzione di prenotazione delle benedizioni nei vari uffici. Una eventuale numerosa adesione alla cerimonia religiosa determinerebbe inoltre il blocco del lavoro delle sedi, e il tutto per interessi personali.

4) La violazione del principio di laicità.
Svolgere cerimonie religiose presso Enti locali, scuole, uffici in cui si svolge un servizio pubblico è una indebita ingerenza in luoghi che non dovrebbero avere alcuna connotazione ideologica.

Certi che la presidenza non intenda discriminare i non cattolici e dunque voglia concedere loro il diritto di essere trattati come i cattolici, se le benedizioni alla Provincia rimanessero confermate chiediamo che la presidenza:

a) analogamente a quanto comunicato per l’attività religiosa cattolica, diffonda un invito per un colloquio laico al tavolo informativo Uaar che si terrà sempre mercoledì 20 marzo, dalle 9:30 alle 14 in Largo Respighi;

b) analogamente a quanto concesso al sacerdote, dia disposizione che tutti i dipendenti possano chiedere alla segreteria un incontro nel proprio ufficio con un responsabile Uaar

Cordiali saluti
Circolo Uaar di Bologna

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